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Investment Banking, largo alle donne, oltre ogni tabu

21 novembre 2024

Investment Banking, largo alle donne, oltre ogni tabu

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Chi l’ha detto che per le donne non c’è spazio nell’Investment Banking? A sfatare una credenza abbastanza diffusa è la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che, per il secondo anno consecutivo, promuove l’iniziativa “Empow(h)er in Finance”, ideata con la Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo proprio per far conoscere alle studentesse tutte le opportunità lavorative che esistono in un segmento tradizionalmente dominato dalla presenza maschile, ma in cui le donne possono e devono portare il loro importante contributo. Una sorta di dialogo “informale” e intergenerazionale, nel corso del quale manager che occupano le prime linee dell’area Corporate & Investment Banking interagiscono con le studentesse di Economia, in particolare quelle iscritte alle lauree magistrali, per condividere esperienze, sfide, suggerimenti utili per intraprendere percorsi di carriera in questo ambito del mondo finanziario e bancario.

«Questi incontri sono occasioni speciali e particolari per avere a disposizione le testimonianze di professioniste che hanno accettato di rispondere alle domande delle studentesse per raccontare aspetti della loro attività quotidiana», ha detto la preside della Facoltà di Economia Antonella Occhino, in una gremita aula della sede di via Nirone 15, introducendo lunedì 18 novembre l’iniziativa realizzata in collaborazione con il Servizio Stage&Placement dell’Ateneo. «È anche e soprattutto un modo per avvicinare e appassionare al mondo dell’intermediazione finanziaria, aiutando così le nostre iscritte ad acquisire maggiore consapevolezza delle competenze conseguite durante il percorso di studio in Cattolica e a superare pregiudizi spesso dovuti alla scarsa conoscenza di alcune realtà professionali».
 
Già perché, come ha suggerito Federica Poli, docente di Economia degli intermediari finanziari e coordinatrice dell’iniziativa, quello dell’Investment Banking è un segmento operativo fatto non solo di numeri, equazioni, formule strane ma formato anche da altre innumerevoli skill che le giovani donne, laureate in materie economiche, possono mettere sul piatto. «La finalità di “Empow(h)er in Finance” sta proprio nel far conoscere l’ampio ventaglio di proposte entro cui le studentesse possono scegliere, selezionare e decidere fra quelle che maggiormente si addicono alle proprie personali attitudini». La professoressa Poli ha ribadito la necessità di superare alcuni stereotipi, per esempio quel senso di non essere adatta o non avere le giuste competenze per specifiche professioni che spesso accompagna le laureate, portandole a rinunciare ad alcune posizioni di rilievo rispetto alle quali i colleghi maschi si candidano senza remore e timori.

 

Un articolo di

Katia Biondi

Katia Biondi

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Differenze di genere, tabu, limiti autoimposti con radici antiche che si possono far risalire al rapporto che da sempre le donne hanno con il denaro. Lo ha spiegato bene nel suo intervento Giulia Sesini, ricercatrice in Cattolica di Psicologia economica, che, facendo riferimento ad alcune ricerche scientifiche nazionali e internazionali, ha messo in luce la disparità che sussiste tra uomini e donne nell’assegnare un diverso significato al denaro. Se nei primi suscita emozioni positive ed è sinonimo di potere, autostima, nelle seconde, invece, predomina una visione ambivalente. In particolare, per le donne il denaro rappresenta qualcosa di positivo, uno strumento che protegge dalle avversità, rende sicuri, consente di prendersi cura di se stesse e degli altri. Dal punto di vista negativo genera paura, ansia, pressione e soprattutto va tenuto lontano dalla sfera relazionale per evitare gli effetti degradanti che potrebbe generare. Tutto questo la dice lunga sul fatto che le donne facciano più fatica a parlare di denaro, insomma costituisca un vero e proprio tabu che ha evidenti risvolti nel contesto professionale. Di qui, ha suggerito Sesini, «la necessità che le donne prendano consapevolezza del rapporto con il denaro, siano più fiduciose e superino quei limiti che esse stesse si autoimpongono».

Tabu e stereotipi che sicuramente non hanno fatto leva sulle tre manager di Intesa Sanpaolo testimonial dell’iniziativa: Francesca Bassi, Business Director Corporate Finance Bdt, Ilaria Temporini, Global Relationship Manager Industry Infrastructure e alumna dell’Ateneo dove si è laureata in Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, Biancamaria Morandi, Specialista gtb Trade Finance. Tutte concordano sulla chiave del successo raggiunto: la capacità di conciliare quanto acquisito nelle aule universitarie, alcuni anni di gavetta per formarsi sul campo e la buona conoscenza dell’inglese con alcune caratteristiche proprie delle donne, vale a dire empatia, creatività, multitasking. Oltre ovviamente alla grande determinazione.

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