NEWS | Il ricordo

Rino Tommasi, una carriera da “circoletto rosso”

13 gennaio 2025

Rino Tommasi, una carriera da “circoletto rosso”

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Commozione e gratitudine. Così amici, parenti e colleghi hanno salutato venerdì mattina presso la Chiesa Gran Madre di Dio a Roma Rino Tommasi, storica voce e firma del giornalismo sportivo italiano, scomparso la scorsa settimana all’età di 90 anni. La sua carriera, legata indissolubilmente al tennis e alla boxe, è stata da “circoletto rosso”: 149 tornei slam, 13 olimpiadi, sette Super Bowl e più di 400 incontri di pugilato commentati. Tante le espressioni da lui coniate nel corso delle sue telecronache: da “punteggio isoscele” a “palla calante, volée perdente” passando per “sul mio personalissimo cartellino”, per non dimenticare le mitiche telecronache dai campi di tennis più prestigiosi del mondo con Gianni Clerici, storico compagno di avventura.

Proprio Clerici, scomparso nel 2022, ha raccontato il suo personalissimo rapporto con Tommasi in alcuni suoi scritti contenuti nel Fondo Gianni Clerici che è parte del Centro di documentazione e ricerca “Raccolte Storiche” dell’Università Cattolica, sede di Brescia. Una coppia divertente, affiatata ma definita «strana» dall’ex tennista: «Rino è [...] quanto di più diverso da me si possa immaginare». Nell’autobiografia emergono tantissimi tratti differenti sotto molti punti di vista, visto che Clerici raccontava di come Tommasi «nonostante sia l'uomo più pacifico del mondo si crede di estrema destra, mentre io non sono mai riuscito a trovare una collocazione politica, se non democratica. Infine, e non so se posso permettermi di dirlo, al contrario di me è un autentico macho». Inoltre, se Gianni non poteva fare a meno di mostre artistiche e di teatro, Rino viveva benissimo senza ma a differenza di Clerici – che non aveva mai voluto possedere una tv - «aveva un interesse morboso per la televisione». Due persone quindi agli antipodi, per connotazione politica e per interessi. Nonostante ciò, «non siamo mai riusciti a litigare neppure una volta, durante vent’anni di trasmissioni televisive». 

Un articolo di

Leonardo Mochi e Riccardo Panzeri

Scuola di Giornalismo

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Il motivo? C’era un qualcosa di più grande che li faceva stare bene assieme, ovvero la passione per il tennis, uno sport che li ha fatti divertire ma allo stesso tempo ha fatto trasparire a chi li seguiva dal divano di casa grande professionalità, anche quando le condizioni non erano delle migliori. Nella sua autobiografia, Clerici ha descritto un aneddoto risalente a una delle tante edizioni degli US Open commentate dalla storica coppia. «Ci è accaduto di dover trasmettere no stop per quasi tredici ore da una cabina in plastica arroventata, appollaiati in cima allo stadio di Flushing Meadows. Nel sentirci chiacchierare e scherzare gli ascoltatori sentivano che era, il nostro, autentico divertimento e se ne lasciano coinvolgere. In realtà, è un bello stress non potersi distrarre un istante, se non per rifugiarsi al bagno, nel minuto e mezzo dei breaks pubblicitari». ComputeRino, però, riusciva «a trascorrere tredici ore immobile, senza mai abbandonare il microfono, o magari il computer». 

Negli scritti conservati nella sede bresciana dell’Università Cattolica, emerge anche un’altra qualità di Tommasi, celebre non solo per la sua voce ma anche per la sua firma. «Quando si avvicinavano le deadlines, l'orario in cui si stampano i giornali, iniziava a scrivere i sei articoli per i sei giornali che dividevano il suo prezioso copyright. E, mentre scriveva di una partita, era in grado di commentarne un'altra. Uno spettacolo anche per me, che ormai ci ero abituato», scriveva Clerici. 

Una “coppia che scoppia” verrebbe da dire. Sì, perché l’intesa che correva tra i due si poteva quasi toccare con mano. Le loro telecronache erano autentici capolavori: a chi le seguiva, sembrava di assistere a una conversazione tra due amici al bar. Perché Rino e Gianni, quando l’incontro diventava noioso, sapevano come coinvolgere i telespettatori, facendoli sentire quasi al loro fianco: parlando di tutt’altro, dall’arte alla filosofia, con quella giusta dose di leggerezza che impreziosiva le loro riflessioni.

 

 


Testi e immagini del selezionati da Pier Angelo Goffi, responsabile della Biblioteca della sede di Brescia

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