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Un sapere che unisce fede, cultura e società

17 settembre 2025

Un sapere che unisce fede, cultura e società

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«Formare teste pensanti, ma anche cuori sensibili in un’ottica di servizio verso la società e la Chiesa, per coltivare l'intelligenza del cuore e della mente» è con queste parole della Rettrice dell’Università Cattolica Elena Beccalli che Ernesto Diaco, Direttore Ufficio Cei per l’educazione cattolica, la scuola e l’università ha aperto il dibattito tra la Rettrice Beccalli e l'Arcivescovo di Torino Cardinal Roberto Repole, sul tema "Ritornare al cuore".

Un dibattito che ha concluso il Seminario di studio dei docenti di Teologia e degli assistenti spirituali dell'Ateneo di Padre Gemelli giovedì 11 settembre presso il campus di Piacenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha saputo concretizzare quell’interdisciplinarietà che Beccalli e Repole hanno richiamato nel loro intervento come presupposto centrale per l’apertura mentale (e di cuore) necessaria, oggi più che mai, per gestire efficacemente il cambiamento.

«Affidarci al Sacro Cuore è un’indicazione di metodo importante che ci arriva dalla nostra fondatrice Armida Barelli e che è il nostro tratto distintivo. Il cuore è nella nostra origine e ogni giorno siamo chiamati a rinnovare questa visione e a metterla in pratica», ha ricordato la Rettrice Beccalli, annunciando che uno dei pilastri del piano strategico dell’Università Cattolica per i prossimi anni è l’istituzione di una scuola di integrazione dei saperi «per essere un ateneo che sappia coltivare conoscenze che si pongono in dialogo».

«In questa stagione di grandi parcellizzazioni del sapere, si rischia di perdere lo sguardo trasversale; noi puntiamo a formare nuove generazioni capaci di sviluppare un pensiero integrale e di lungo respiro».

Partendo da queste sollecitazioni il Cardinal Repole si è soffermato sulla ricerca di senso che pervade le nostre vite «la crisi che viviamo sia individualmente che come società, nasce dalla mancanza di un orizzonte metafisico; l’egotismo che pervade le nostre vite significa frammentazione: il soggetto che si sente frantumato, in un individualismo espressivo che sembra senza soluzione; c’è un processo di deculturizzazione cui però non segue (come avveniva in passato) lo sviluppo di una nuova culturizzazione; così emerge una desocializzazione, con individui sempre più ripiegati su se stessi».

Un articolo di

Sabrina Cliti

Sabrina Cliti

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Per questo, secondo Repole, «la Chiesa deve riproporre il Vangelo con coraggio, un’interiorità abitata anche da un Altro, non solo da se stessi. Bisogna recuperare spazi di silenzio, di preghiera, con il Signore vivente: questa è la missione evangelica oggi, rimodulare per ritessere relazioni». E a chi si occupa di teologia suggerisce di «osare, di essere originale rileggendo la scrittura e la tradizione nel tempo in cui ci si colloca».

Il dibattito, si è concluso con l’intervento di monsignor Claudio Giuliodori, Assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo e dell’Azione Cattolica Italiana: «Abbiamo iniziato questo percorso provocati da Papa Francesco e dalla sua esortazione di “ritornare al cuore”. Ma dialogo dopo dialogo possiamo trasformarla in “ripartire dal cuore”. Il che significa ripartire dal Sacro Cuore che ci identifica e che ci provoca in modo sempre nuovo. Un percorso che ci ha fatto sperimentare un dinamismo esistenziale e che ci ha consentito di riflette come la teologia e i processi culturali, in un'epoca di smarrimento e frammentazione, possono contribuire a costruire unità e riferimenti condivisi proprio a partire dal cuore. Il cuore di Cristo ha la sua sapienza che la ragione è chiamata a scoprire e a comunicare».

La mattinata ha visto gli interventi, moderati da padre Enzo Viscardi, del preside della Facoltà di Lettere e filosofia della Cattolica, professor Andrea Canova e del docente di teologia Antonio Bomenuto, che hanno tratteggiato il tema del Giubileo in quanto evento spirituale e culturale, mentre il professor Mario Molteni, coordinatore d’Ateneo per il Piano Africa e Alessandro Mantini, docente di teologia, hanno evidenziato le azioni presenti e le prospettive di sviluppo del Piano Africa dell’Università Cattolica; sull’internazionalizzazione e sulle sue evoluzioni si sono soffermati Danilo Bessi e il direttore dell’offerta internazionale dell’Università Cattolica Edilio Mazzoleni, a cui hanno fatto seguito gli interventi di Simona Beretta, direttrice del Centro di ateneo per la Dottrina sociale della Chiesa, del docente di Teologia Roberto Maier, del direttore del Dipartimento di Studi medioevali, umanistici e rinascimentali Nicolangelo D’Acunto e di Gianluca Zuccaro.

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