Due volte campionessa del mondo U23 nel doppio pesi leggeri, oro europeo nel 2023 e cinque volte campionessa italiana di categoria, Sali impreziosisce ulteriormente il suo palmarès con il titolo universitario, dopo l’argento nel singolo ottenuto a Chengdu, in Cina, due anni fa. Chi invece era alla sua prima Universiade, è Carlotta Ferrari, la fiorettista comasca che, da rookie, ha saputo conquistare ben due medaglie. Quella di bronzo, nella gara individuale, e l’argento a squadre, sotto gli occhi attenti di Diana Bianchedi, oro nel fioretto a squadre alle Olimpiadi di Barcellona e di Sydney, cinque volte campionessa del mondo nella stessa disciplina, oggi Chief of Strategic, planning and legacy di Fondazione Milano Cortina 2026. «È stata un’esperienza unica, si respirava un clima diverso, speciale» racconta la studentessa di Scienze e tecniche psicologiche, campus di Milano. «La cerimonia di apertura mi ha lasciato senza parole, mi sono sentita piccola piccola davanti allo stadio pieno di gente. Non oso immaginare come ci si possa sentire alle Olimpiadi».
In attesa di provare a realizzare il sogno olimpico, la schermitrice dell’Aeronautica Militare, cresciuta alla Comense Scherma con il mito di Arianna Errigo, conferma il suo momento d’oro, a pochi mesi dalla vittoria dei Campionati italiani U23 a Salsomaggiore. Carlotta è entrata nel tabellone a eliminazione diretta dominando gli assalti con la polacca Wieczorek (15-6) e la coreana Park (15-9). Nei quarti di finale, ha vinto il derby con Giulia Amore (15-6), e si e fermata solo in semifinale, contro Aurora Grandis, che ha poi conquistato l'oro. Un epilogo che le è valso il bronzo individuale. «Devo essere sincera, anche questa volta sapevo di poter arrivare in fondo. Ma non è mai scontato riuscire a salire sul podio. È stato un anno importante per la mia carriera sportiva, mi ha fatto capire davvero il mio valore e sapevo di essere una delle favorite».
Dopo il ritorno in Italia delle Universiadi invernali, a vincere, ancora una volta, è stato lo sport. Quello fatto di sacrifici quotidiani, di tante rinunce silenziose da parte di chi non sa scegliere tra università e sport, ma vuole coltivare entrambi i talenti. Proprio per questo all'Università Cattolica del Sacro Cuore c'è un programma che, già dal 2018, favorisce le condizioni necessarie per rendere l’impegno sportivo degli studenti-atleti sempre più conciliabile con la carriera universitaria. Perché alla fine contano i numeri. Quelli del programma Dual Career raccontano la storia di 203 studenti-atleti, in tutti i cinque campus dell’ateneo, e ben 100 lauree tra triennali e magistrali. Una storia che brilla più di qualunque medaglia.
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