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Luca Bianchi, uno slalom speciale dalla Cattolica alle Universiadi invernali di Torino 2025

14 gennaio 2025

Luca Bianchi, uno slalom speciale dalla Cattolica alle Universiadi invernali di Torino 2025

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Alle sue spalle, su una mensola di abete bianco, ci sono le ultime medaglie che ha vinto. «Non ho ancora fatto in tempo a sistemarle» racconta Luca Bianchi, nella sua casa di Bormio, girandosi verso la nicchia illuminata da una luce calda, dove è appeso anche l’argento conquistato nello slalom speciale del giorno prima. Luca, sciatore dello Sci Club Lecco e della squadra del Comitato Alpi Centrali, festeggerà tra pochi giorni il suo ventunesimo compleanno. Lo farà durante le Universiadi invernali di Torino 2025 che, dopo dodici anni, tornano in Italia (per la settima volta) dal 13 al 23 gennaio. A Bardonecchia, Bianchi rappresenterà l’Università Cattolica, dove studia Economia dei mercati e degli intermediari finanziari. «È la mia prima partecipazione, spero davvero di riuscire a far bene. Gareggerò sia nel gigante, il 19 gennaio, sia nel parallelo, il giorno seguente, sia nello slalom speciale del 22». 

La sua specialità, è il caso di dirlo, è sicuramente lo slalom. «Tra i pali stretti mi sento più a mio agio» spiega l’atleta comasco. «Mi piace il ritmo che danno, si è sempre al massimo. Da una curva all’altra lo slalom non ti dà respiro». Non a caso, il suo idolo è Marcel Hirscher, «il campione dei campioni», due volte oro alle Olimpiadi di Pyeongchang 2018, argento nello slalom speciale olimpico di Soči quattro anni prima e vincitore della Coppa del Mondo di slalom speciale per ben sei volte dal 2013 al 2019. «Vederlo scendere è emozionante» continua Luca. «A livello tecnico mi piace molto anche Tommaso Sala, con il quale ho avuto il piacere di allenarmi». 

Tra le sue piste preferite, ci sono la parte bassa della Stelvio di Bormio («mi trovo molto bene, lì la neve è sempre dura»), Pozza di Fassa («per la pendenza del muro») e Diavolezza, in Engadina («dove sono sempre andato forte»). In alta Val di Susa, dove si disputeranno le gare di sci alpino delle Universiadi invernali, Bianchi non ha mai sciato. «La pista non dovrebbe essere troppo pendente. A me piace molto il ripido e il ghiaccio, perché in quelle condizioni sento di più la risposta dello sci e riesco a spingere di più. Dipenderà dalle condizioni della neve e dal numero di partenza ma, in ogni caso, partirò a tutta» sorride l’alfiere dello Sci Club Lecco. 

«A Bardonecchia l'obiettivo è riuscire a fare il mio meglio, ce la metterò tutta». E poi, a fine stagione, entrare nella Valanga azzurra. «L’anno scorso sono arrivato a un passo dalla Nazionale. Sono cresciuto tardi rispetto ad altri, ma credo sia arrivato il momento giusto. Per farlo, bisogna continuare a lavorare. E poi mi piacerebbe entrare in un corpo sportivo, obiettivo questo ancora più difficile». La scorsa estate, Bianchi ha partecipato ai raduni azzurri in Belgio e in Olanda. E quando pensa al sogno di ogni atleta, le Olimpiadi, non ha dubbi: «Quand’ero piccolo pensavo alla Coppa Europa come qualcosa di irraggiungibile. E invece ho già fatto due gare, a Pozza di Fassa e a Obereggen. Le Olimpiadi sono tutt’altra cosa, ma se un atleta lavora sodo, con un pizzico di fortuna si può arrivare lontano».

Come ha scritto Marco Di Marco, direttore di Sciare Magazine, «Luca è cresciuto fisicamente tardi, pertanto sta arrivando con un’onda lunga. Fino a ieri ha visto molti suoi coetanei passargli sotto il naso con una certa facilità. Tanti preferiscono alzare le braccia e prepararsi per la selezione maestri. Altri, come Luca, non accettano finisca così, e si affidano al loro temperamento e al carattere per continuare a provarci». Aggiungiamo che Bianchi lo sta facendo da studente-atleta. Il suo è un vero e proprio slalom tra gli allenamenti, le gare, lo studio e gli esami. 

«All’Università Cattolica mi trovo molto bene» racconta lo sciatore, che studia nella Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative e partecipa al programma Dual Career. «In questa parte dell’anno non sono mai casa, ma avere un percorso individualizzato di accompagnamento, orientamento e monitoraggio del percorso accademico mi aiuta molto. Certamente potrebbe darmi una mano avere a disposizione anche le lezioni registrate. Ho scelto l’Università Cattolica perché ho tanti amici che la frequentano ed è tra i migliori atenei d'Italia. E poi non mi piaceva l’idea di frequentare l’università dietro lo schermo di un computer». 

È una scelta, quella di continuare a studiare anche in un momento così importante della sua carriera agonistica, che Luca può fare grazie al sostegno costante dei suoi genitori («Sono sempre stati fondamentali, sono i miei primi tifosi») e alla ferma consapevolezza che «essere felice è la cosa più importante. E a me sciare rende davvero felice».

Un articolo di

Francesco Berlucchi

Francesco Berlucchi

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