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Le parole sono un ponte

12 marzo 2025

Le parole sono un ponte

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«L’evento odierno è un altro tassello del lavoro lento e non sempre visibile compiuto dalle tante realtà che si occupano del linguaggio, lavorando sull’idea che la sfida non è quella di cancellare le differenze ma di evitare che diventino disuguaglianze». Con queste parole la professoressa Raffaella Iafrate, delegata del Rettore alle Pari Opportunità, ha inquadrato il tema dell’incontro “Le parole sono un ponte” - organizzato il 10 marzo in aula Pio XI da Alumni Cattolica, Istituto Giuseppe Toniolo, Comitato per le Pari Opportunità – in occasione della firma del Manifesto della Comunicazione non ostile.

L’attenzione dell’Ateneo al linguaggio è già dimostrata dall’essersi dotata di un “Vademecum al linguaggio inclusivo” che offre l’impianto teorico e un insieme di regole pratiche per un linguaggio che sia rispettoso della dignità della persona valorizzata nelle sue differenze. In tal modo la professoressa Iafrate ha richiamato l’importanza delle parole, «fondamentale per creare comunità e relazione tra le persone, creare connessioni e fare rete per non favorire le divisioni parcellizzate dell’umano».

«Le relazioni, infatti, sono il cuore della nostra vita, ogni relazione richiede cura, tempo e attenzione”, ha affermato Rosy Russo, founder dell’Associazione Parole O_Stili e alumna Cattolica, che ha illustrato il Manifesto. Proprio l’Ateneo e l’Istituto Toniolo sono stati tra i primi a credere in questo progetto, che non si limita alla cura delle parole, ma richiede anche uno stile. La bontà del progetto, attivo da sette anni e tradotto in trentacinque lingue, ha avuto l’attenzione di enti, squadre di calcio, istituti scolastici e anche di Papa Francesco, che l’ha citato in alcuni suoi interventi.


L’intervento di Rosy Russo è stato un’ode alle parole: «Le parole non sono mai solo parole ma raccontano la storia di ognuno. Le parole possono anche umiliare, confondere e giudicare. Le parole avvicinano agli altri. Si può abbracciare con le parole. Le parole sono ponti che accorciano le distanze e consentono di leggere nella vita degli altri». E, infine, ha invitato ad usare più le “e”, segno di costruzione, che non le “o”, segno di conflitto.

Con queste premesse è stato più chiaro il senso da dare alla firma del Manifesto da parte delle Associazioni degli Alumni e degli ex collegiali rappresentati da Giovanna Trinchera, per Marianum Ex Allieve - M.E.A., Cristiana Franchini, per ex Studenti Collegio Sant’Isidoro, Paolo Andreatta per Alumni Ludovici, Salvatore Raia, per In Corde Joanneum, Daniele Clarizia per Agostini Semper, Ivana Pais, rappresentante del Senato Accademico per Associazione Ludovico Necchi.

Nei loro interventi è emerso il rispettivo contesto professionale nel quale concretizzare la cura della parola per coltivare gentilezza, accoglienza e comprensione. Così il moderatore della serata, Nicola Varcasia, giornalista di Vita, ha suggerito di tenere il Manifesto sul desktop del proprio pc per averlo sempre presente e utile all’occorrenza.

Una serata che rappresenta anche un impegno, secondo le parole della professoressa Iafrate: «Questa firma dà atto di un lavoro culturale di grande valore perché ci connettiamo con le numerose realtà che lo hanno già sottoscritto, portando le nostre specificità, la nostra visione antropologica ma anche la nostra mission scientifica e culturale».

Un articolo di

Agostino Picicco

Agostino Picicco

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