Un percorso che non può che partire da Milano. E proprio a uno dei quartieri più “caldi” della città, San Siro, la nostra Università ha dedicato un incontro il 4 luglio in occasione della presentazione del libro Barrìo San Siro. «È il quartiere della ‘super diversità’ – ha spiegato l’autore del volume Paolo Grassi - perché lì vivono persone di quattro nazioni diverse, e vi è una geografia composita che vede una componente anziana, per lo più italiana, e una più giovane componente straniera che esprime maggiore fragilità, dato che parliamo di giovani nati in Italia ma con difficoltà di integrazione e inclusione. Ragazzi con vicende di dispersione scolastica o con accessi a lavori precari, per cui diventa utile capire come lavorare con tali giovani».
Esiste una banlieue milanese?
«Tante azioni, pur positive, risultano tra loro scollegate e saltuarie, e non strutturano il percorso dei giovani – ha detto intervenendo all’incontro Marco Granelli, assessore alla sicurezza del Comune di Milano - occorre dare continuità a tali relazioni, creando sinergie ed evitando conflitti».
Secondo Maddalena Colombo, docente di Sociologia dei processi culturali, «sarebbe opportuno pensare la periferia non come ‘vuoto’ ma come ‘pienezza’ della vita urbana, ossia una cintura vitale che abbraccia il centro (già denso di storicità e patrimonio di bellezza) e gli conferisce un senso. Solo così ci accorgeremmo che essa merita più rispetto, che ha una storia e una bellezza a sé, una sua identità nel sistema urbano, tutta da costruire e interiorizzare con modalità adatte ai tempi dell’IT e dell’ipermobilità. Se sapremo dare voce a chi vive una marginalità imposta dai grandi sommovimenti infrastrutturali ed economici, in primis i più giovani e i più anziani, potremo scoprire – conclude - le radici e gli orizzonti di una nuova cultura dell’abitare in periferia».
Pensare la periferia come pienezza della vita urbana
Una via, questa, intrapresa da molti anni da coloro definiti, spesso riduttivamente, come “educatori di strada”. In Italia, in tal senso, sono tantissime le realtà attive. L’Università Cattolica, lo scorso 4 maggio, a ridosso del centenario della nascita di don Lorenzo Milani, che alla formazione e all'educazione degli ultimi dedicò tutta la vita, ne ha raccolto testimonianza diretta in occasione del convegno “Le Barbiane di oggi”. Per Maria Granata del Polo Exodus, che opera nel quartiere milanese di Quarto Oggiaro, a Cassino (FR), Africo (RC) e Cosenza «ogni contesto è un luogo di sapere se ben fatto. Ogni luogo deve essere un luogo di apprendimento».