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Accogliere i minori stranieri non accompagnati: tra progetti e burocrazia

16 settembre 2022

Accogliere i minori stranieri non accompagnati: tra progetti e burocrazia

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Il fenomeno della migrazione (o della fuga) dai Paesi disagiati vede anche la presenza di minori non accompagnati, per lo più maschi, tra i sedici e di diciassette anni che vengono via da guerre e povertà alla ricerca di un’esistenza più degna di essere vissuta. Notevoli le problematiche connesse: ai traumi subiti dei paesi di origine seguono quelli di viaggi tragicamente avventurosi e i passaggi alla vita adulta in contesti culturali diversi e con rapporti con gli enti pubblici che talvolta presentano criticità.

Diverse realtà italiane si occupano della parte assistenziale e burocratica di tali minori. A loro ha dato voce il webinar "Accogliere i minori stranieri non accompagnati: tra progetti e burocrazia", svoltosi il 13 settembre e trasmesso in diretta sui canali social dell’Università Cattolica e dell’Istituto Toniolo, moderato da Roberto Fontolan della Comunicazione Istituto Toniolo, al quale sono intervenuti Loriana Cavalieri del Send (Palermo), Rodolfo Mesaroli di Civico Zero (Roma) e Andrea Piombo di Spazio Aperto Servizi (Milano).


Il Send di Palermo è una comunità educante che coinvolge i Servizi Sociali, il Garante dell’infanzia e le imprese private, una rete di accoglienza che riunisce più di 300 imprese. Svolge un grande lavoro individuale su questi ragazzi, finora circa 700, che vengono accompagnati verso una autonomia stabile che non si esaurisce al 18° anno di età. Spazio Civico Zero di Roma da 14 anni si occupa di minori a rischio di devianza, di sfruttamento e di marginalità. Opera direttamente in strada e in un centro diurno con attività educative, ludiche e creative, orientate a favore dei ragazzi, lasciati alla loro libera iniziativa. Qui la mediazione linguistica e dei conflitti favorisce la conoscenza reciproca. Spazio Aperto Servizi di Milano cura 18 minori stranieri non accompagnati, con 63 posti in totale, ma il grosso del lavoro avviene dopo 18° anno di età con progetti di accoglienza e integrazione, alfabetizzazione e scolarizzazione per maturare la loro capacità di stare nella società.

In questa fase della loro vita, secondo Rodolfo Mesaroli, gli adolescenti con i loro desideri tipici di questa età, restano asfissiati da incombenze burocratiche: «è un processo di adultizzazione forzato che toglie spazio alla vitalità adolescenziale e mina qualità della vita e benessere».

Da qui l’invito di Andrea Piombo a inserire piccoli semi, esortando questi ragazzi a studiare anche se poi sono pochi quelli che frequenteranno l’università. Inoltre, capita sì di fare una partita di calcio con gli abitanti del condominio, ma se poi ci sono problemi vengono accusati loro: «Questi ragazzi si devono integrare, ma anche la società deve impegnarsi ad integrarli in uno scambio reciproco».

Per questo Loriana Cavaleri ha sostenuto che sopravvive chi ha risorse personali forti per sapere vivere le transizioni: «l’accompagnamento ci restituisce società più giuste e sicure, in cui tutti viviamo meglio».

Il messaggio conclusivo, pertanto, è che la transizione alla vita adulta dei ragazzi stranieri che giungono in Italia non accompagnati richiede il sostegno di tutta la comunità per costruire un patto educativo a favore dei minori nel momento delicato del passaggio alla maggiore età.

Un articolo di

Agostino Picicco

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