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Alcide De Gasperi e la politica come servizio

21 agosto 2024

Alcide De Gasperi e la politica come servizio

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Il 19 agosto 1954 moriva Alcide De Gasperi. A settant'anni dalla scomparsa, la sua figura è ancora di grandissima attualità. Tuttavia, soprattutto per i più giovani, lo statista, resta un personaggio pressoché sconosciuto. E sono proprio le nuove generazioni i destinatari principali della mostra "Servus inutilis. Alcide De Gasperi e la politica come servizio" promossa dalla Fondazione De Gasperi e curata dal professor Paolo Valvo, ricercatore in Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze della Formazione del nostro Ateneo. L'allestimento è stato presentato martedì 20 agosto nella giornata inaugurale del Meeting di Rimini in un incontro che ha segnato l'apertura ufficiale delle celebrazioni per il 70° anniversario della scomparsa del politico democristiano.

«La scarsa conoscenza, per usare un eufemismo, di Alcide De Gasperi tra i giovani - ha spiegato Paolo Alli, segretario generale della Fondazione De Gasperi - dovrebbe far maturare una riflessione soprattutto riguardo ai programmi scolastici perché l'attualità del suo pensiero è straordinaria e più viene studiato e più questo risulta evidente. Non è uno "scheletro" ma una figura più viva che mai. Sta a noi rendere attuale i suoi insegnamenti e percorrere la strada, da lui tracciata, del perseguimento del bene comune e dello spirito di servizio».

«L'obiettivo della mostra non è meramente biografico - ha spiegato il professor Paolo Valvo - perché la complessità del pensiero di De Gasperi non lo rende possibile con un allestimento, ma un tentativo di sintesi della sua esperienza politica, umana e cristiana. In tanti lo citano, molti cercando di appropriarsene, ma la sua è una figura scomoda, nel senso che è poco addomesticabile. Lo testimonia la sua vita, il rispetto dell'identità propria e altrui, la collaborazione sincera con tutti, avversari politici compresi, desiderosi di lavorare per il bene comune. La sua fede nella democrazia, non scontata considerando il periodo storico in cui ha vissuto e che ha pagato anche con il carcere durante il fascismo, era totale. Elementi che emergono, soprattutto nei suoi tantissimi scritti, le lettere e i testi dei suoi discorsi che abbiamo selezionato per questa mostra».


«I ragazzi dell'Università Statale e della Cattolica che hanno contribuito a questo lavoro - ha aggiunto Valvo - non conoscevano De Gasperi e ne sono rimasti subito affascinati. Il cuore della mostra è la sezione "Un uomo unito", una definizione scelta proprio dai ragazzi che evidenzia come in De Gasperi lo statista, l'uomo di fede, il padre e il marito si fondessero nella stessa persona in modo naturale». 

Per Antonio Polito - editorialista del Corriere della Sera che a De Gasperi ha dedicato un libro, Il Costruttore (Mondadori), presentato in Ateneo lo scorso giugno - "provocatoriamente" la figura dello statista è tutt'altro che attuale: «Stiamo parlando di una persona forgiata dal suo ideale. Il suo spirito di servizio stride con la mentalità di oggi dove domina la logica della ricompensa. Ci lascia grandi riforme sociali come la bonifica dei Sassi di Matera, il Piano Casa, la nascita dell'Eni di Mattei di cui tanto si parla oggi. Una lezione per la nostra classe politica. Con la sua scomparsa - ha concluso Polito - De Gasperi lascia però incompiute due grandi operazioni politiche: le riforme istituzionali per garantire stabilità al Governo, tema spinoso per tutti gli Esecutivi che si sono succeduti negli anni e il tema della Difesa europea di cui è il "padre" e che è tornata drammaticamente di attualità negli ultimi mesi alla luce di quanto avvenuto sullo scenario internazionale». 

Un tema, quello della difesa, ripreso anche da Enzo Moavero Milanesi, professore di Diritto dell’Unione Europea Università Luiss Guido Carli. «L'Ue non è un concetto recente, se ne parlava già da molto tempo. De Gasperi, da uomo di frontiera, mitteleuropeo, aveva il coraggio della visione di lungo periodo come dimostra la creazione, storica, della Comunità del Carbone e dell'Acciaio. Con l'assenza della Difesa europea manca un elemento cardine di una politica europea unitaria, De Gasperi questo lo aveva capito e oggi, continuiamo a rimpiangere questa mancanza».

L'incontro, moderato da Francesco Magni, docente di Pedagogia dell'Università di Bergamo, si è concluso con l'intervento di Paolo Vilotta, postulatore della causa di beatificazione di Alcide De Gasperi: «Il parroco di San Lorenzo, quando apre la chiesa la mattina, trova bigliettini che la gente inserisce sotto la sua tomba. E ci sono tanti studenti che pregano alla sua tomba prima di un esame. La richiesta della sua beatificazione viene dalle persone comuni, ed è una richiesta istintiva che si chiama devozione popolare, fama di santità».

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Redazione

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