«I ragazzi dell'Università Statale e della Cattolica che hanno contribuito a questo lavoro - ha aggiunto Valvo - non conoscevano De Gasperi e ne sono rimasti subito affascinati. Il cuore della mostra è la sezione "Un uomo unito", una definizione scelta proprio dai ragazzi che evidenzia come in De Gasperi lo statista, l'uomo di fede, il padre e il marito si fondessero nella stessa persona in modo naturale».
Per Antonio Polito - editorialista del Corriere della Sera che a De Gasperi ha dedicato un libro, Il Costruttore (Mondadori), presentato in Ateneo lo scorso giugno - "provocatoriamente" la figura dello statista è tutt'altro che attuale: «Stiamo parlando di una persona forgiata dal suo ideale. Il suo spirito di servizio stride con la mentalità di oggi dove domina la logica della ricompensa. Ci lascia grandi riforme sociali come la bonifica dei Sassi di Matera, il Piano Casa, la nascita dell'Eni di Mattei di cui tanto si parla oggi. Una lezione per la nostra classe politica. Con la sua scomparsa - ha concluso Polito - De Gasperi lascia però incompiute due grandi operazioni politiche: le riforme istituzionali per garantire stabilità al Governo, tema spinoso per tutti gli Esecutivi che si sono succeduti negli anni e il tema della Difesa europea di cui è il "padre" e che è tornata drammaticamente di attualità negli ultimi mesi alla luce di quanto avvenuto sullo scenario internazionale».
Un tema, quello della difesa, ripreso anche da Enzo Moavero Milanesi, professore di Diritto dell’Unione Europea Università Luiss Guido Carli. «L'Ue non è un concetto recente, se ne parlava già da molto tempo. De Gasperi, da uomo di frontiera, mitteleuropeo, aveva il coraggio della visione di lungo periodo come dimostra la creazione, storica, della Comunità del Carbone e dell'Acciaio. Con l'assenza della Difesa europea manca un elemento cardine di una politica europea unitaria, De Gasperi questo lo aveva capito e oggi, continuiamo a rimpiangere questa mancanza».
L'incontro, moderato da Francesco Magni, docente di Pedagogia dell'Università di Bergamo, si è concluso con l'intervento di Paolo Vilotta, postulatore della causa di beatificazione di Alcide De Gasperi: «Il parroco di San Lorenzo, quando apre la chiesa la mattina, trova bigliettini che la gente inserisce sotto la sua tomba. E ci sono tanti studenti che pregano alla sua tomba prima di un esame. La richiesta della sua beatificazione viene dalle persone comuni, ed è una richiesta istintiva che si chiama devozione popolare, fama di santità».