Dante Alighieri vive anche nel bel mezzo di una pandemia mondiale che sembra non darci tregua. In occasione dei 700 anni dalla morte del Poeta continua il ciclo di incontri “Grandi maestri di fronte a Dante”, promosso dai dipartimenti di Studi medievali umanistici e rinascimentali e di Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Il Covid-19 continua imporre la distanza, ma non per questo le iniziative in ricordo di Dante sono meno interessanti. Il 10 marzo, in particolare, si è tenuto il webinar “Dante for sale. Frustoli su antiquariato e collezionismo dantesco”. Un seminario nel quale sono intervenuti il professor Edoardo Barbieri, docente di storia del libro e dell’editoria e Natale Vacalebre, laureato in Storia e scienza del documento all’Università di Perugia e PhD candidate alla University of Pensylvania.
Un incontro sul patrimonio librario dantesco, tra pezzi d’antiquariato e la storia di editori che hanno speso gran parte della loro vita dedicando riviste, giornali e collane di opere al Sommo Poeta. Tra gli editori danteschi, spicca il caso di Leo Samuel Olschki, del quale si è occupato nella prima parte del seminario il professor Barbieri. Nato nel 1861 nella Prussia Orientale, Leo Samuel Olschki, figlio di tipografi specializzati in letteratura cabalistica, imparò il mestiere di librario a Berlino per poi trasferirsi a Verona. Innamorato dell’Italia, dopo il suo soggiorno scaligero si trasferisce prima a Venezia per poi lavorare anche a Firenze e Roma. La sua passione per Dante Alighieri è riscontrabile fin dal 1899 quando fonda “L’Alighieri, rivista mensuale di cose dantesche” diretta da Francesco Pasqualigo. Prima rivista dedicata a Dante di tutta la storia, L’Alighieri si concentrava per lo più sulle cosiddette “opere minori” di Dante.
Sebbene quest’esperienza editoriale duri pochi anni, sulla strada tracciata dalla rivista L’Alighieri nasce “Il giornale dantesco” affidato a Luigi Passerini, chiuso nel 1928 perché rispetto ad altri studi danteschi diffusi nell’epoca si stava arenando su dei binari morti. «Se dovessimo interrogare Leo Samuel chiedendogli qual è stato il suo contributo più grande agli studi danteschi - dice il professor Barbieri - probabilmente ci parlerebbe di un’altra impresa, ovvero il “Dante monumentale».
Il Dante monumentale è un’idea del Passerini, autore di un lungo commento alla Divina Commedia e che riuscì a convincere Leo Samuel a realizzare un’edizione fastosa della Commedia presentata in maniera “mirabolante”: una legatura molto ricca, decorazione in pelle e borchie angolari in metallo. Un volume meraviglioso stampato in un numero molto limitato di copie per onorare la figura del poeta.
Ma Dante non è solo un affare italiano ed europeo, la sua fama viaggia da tempo anche oltre oceano. La seconda parte del seminario, tenuta da Natale Vacalebre, è stata dedicata infatti ai tesori danteschi nelle collezioni americane. Olschki fece da ponte per quelle che negli Stati Uniti oggi sono chiamate Dante Collections, una Dante mania che ha contagiato le università americane sin dalla seconda metà del’Ottocento. La prima biblioteca dantesca è quella creata da Charles Elliot Norton all’Università di Harvard nel 1890 anche se la più importante è quella della Cornell University, prestigioso ateneo nello stato di New York. L’intervento del dottor Vacalebre si è concentrato poi su Francis Campbell Macauley, gentiluomo di Philadelphia che collezionò una vastità di opere dantesche donate alla University of Pensylvania ma che di fatto sono un patrimonio per il mondo intero.
Una selva oscura di autori, di opere e lettere dove però è piacevole perdere l’orientamento. La lezione più importante del webinar, forse, è stata proprio questa. Bisogna essere tutti un po’ Samuel Olschki e Francis Campbell Macauley. In un mondo frivolo, cura e passione vanno coltivati sempre: nel lavoro e in ogni aspetto della nostra vita.