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Arabo, intreccio di lingue, culture e civiltà

18 marzo 2022

Arabo, intreccio di lingue, culture e civiltà

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Mostrare come la lingua araba conservi traccia dell’incontro fertile di culture e civiltà diverse, aprendo nuovi orizzonti di dialogo. È questo il tema centrale della quinta edizione del Festival internazionale della lingua e cultura araba promosso e ospitato dal campus di Milano dell’Università Cattolica del Sacro Cuore dal 17 al 19 marzo 2022.

Su questa tematica si stanno confrontando tra loro accademici, linguisti, esperti di lessicografia ed etimologia, critici letterari, storici, traduttori e poeti provenienti da 14 paesi diversi, di cui 8 arabi. Durante gli incontri si prenderà come riferimento il Dizionario storico-etimologico della lingua araba: l’opera in 17 tomi del professore arabo Mohamed Safi Mustghanmi, all’interno della quale sono stati approfonditi tutti gli aspetti culturali-linguistici che legano le lingue dell’area mediorientale e del Mediterraneo.

A parlare di questo evento internazionale promosso dal Centro di ricerca di Lingua araba (CARA), la professoressa di Lingua e cultura francese dell’Università Cattolica Maria Teresa Zanola, nonché Direttore scientifico dell'Osservatorio di Terminologie e Politiche linguistiche (OTPL) di Ateneo. La docente interverrà durante la terza sessione d’incontri del convegno, venerdì 18 marzo, in qualità di studiosa di lingue e terminologie.

Zanola spiega però che si affronteranno non solo storie di parole arabe giunte nel portoghese, nell’italiano, nel francese e in altre lingue indoeuropee, ma anche il fenomeno contrario: «Molti lemmi a esempio partono dal francese ed entrano nell’arabo: «Napoleone infatti, durante la sua spedizione in Oriente, lasciò una grande quantità di termini francesi nella lingua araba» specifica la professoressa.

L’etimologia si occupa dunque di un vasto tema culturale che nasce da un unico fattore: la “ricerca della verità dell’etimo”, ovvero del senso profondo della parola. Ed è proprio “ricercando” che emergono le ragioni per cui un termine si trova in un determinato luogo anziché in un altro. «I viaggi di parole, soprattutto oggi – spiega la prof.ssa Zanola - rappresentano grandi viaggi di pace perché si tratta di termini che hanno tracciato e mostrato come i popoli si siano sempre incontrati».

Questi spostamenti dipendono da realtà e fatti avvenuti: la parola è accompagnata dalla persona che la usa e questo presume un contatto. Nel caso dell’arabo, molti lemmi relativi alla vita quotidiana e al cibo sono stati trasmessi ad altre lingue attraverso il traffico commerciale, mentre ad esempio le parole dell’algebra sono arrivate tramite dei codici scritti. «L’etimo racconta sempre da dove inizia il viaggio».

E a proposito dell’immensa opera del Dizionario storico-etimologico della lingua araba, Zanola ricorda come «quest’opera unica di consultazione che connette i tanti studi etimologici svolti sulla lingua e raccoglie tutte le influenze dell’arabo sugli idiomi con cui è entrato in contatto era proprio ciò che mancava al mondo arabo». Secondo la professoressa, il Dizionario è un vero e proprio “monumento” per la lingua araba: il luogo in cui varie fonti garantiscono quella “ricerca della verità dell’etimo” in grado di ricostruire percorsi di parole e culture. Per iniziare a viaggiare, non resta dunque che recarsi nei chiostri.

Un articolo di

Aurora Ricciarelli

Scuola di giornalismo

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