NEWS | Festival lingua araba

La memoria permette al fiume della lingua di scorrere ancora

22 marzo 2022

La memoria permette al fiume della lingua di scorrere ancora

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Chi sono i barbari? La parola “barbari” e i suoi equivalenti nelle diverse lingue, che in varia misura portano lo stesso significato, indicano coloro che non parlano la nostra stessa lingua. Per migliaia di anni, quest’organo attaccato alla mascella attraverso diciassette muscoli, ha rappresentato un limite del sé, un confine che lo separa dagli altri. I dizionari storici, però, ci rivelano che i barbari hanno giocato un ruolo nelle nostre lingue madri e che i nostri sé e la nostra identità non sono che uno spazio aperto al contributo di ogni “altro da sé”. Come dice Goethe, “la potenza della lingua non sta nel rifiutare ciò che è straniero, ma nell’inglobarlo”. 

L’uscita di un dizionario storico arabo, allora, può forse annunciare l’aprirsi di un nuovo orizzonte di dialogo fra le lingue e le culture del Mediterraneo. La differenza, che è sempre stata un fattore di esclusione e distanziamento, non diventerà allora una base solida per questo incontro? Soprattutto perché “nella lingua non vi sono se non differenze”, come dice De Saussure. Questa è la prima domanda alla quale si è tentato di dare una riposta durante il Festival.


Nella prima sessione del Festival internazionale della lingua e cultura araba, che si è svolto da giovedì 17 a sabato 19 marzo in Università Cattolica, intitolata “Il dizionario storico: intrecci di lingue e culture” i relatori hanno parlato delle lingue come di specchi contrapposti, con superfici riflettenti diverse, con le quali analizzare una varietà di rivelazioni del sé, così come è riflesso da ciascuna lingua, oppure, in altre parole, da ciascuna esperienza di coscienza del mondo e del sé.

Il dizionario etimologico: modelli e metodi” è il titolo della seconda sessione dove sono stati svelati i segreti della realizzazione di quel tessuto vivo di nomi, verbi, avverbi e preposizioni. Il dizionario storico, infatti, non è solo una memoria legata al passato, ma è un procedimento che scava un nuovo corso per permettere al fiume della lingua di scorrere ancora, con la stessa forza e lo stesso impeto, verso il futuro.

La terminologia è stata poi la protagonista della terza sessione del Festival una delle rivelazioni di questo futuro e della coscienza che la scienza ha di se stessa. La terminologia è una delle forze motrici dello sviluppo della scienza perché il termine è frutto dell’invenzione e dell’ingegno. Specialmente nel mondo di oggi, centrato sulla scienza e la tecnologia, la terminologia è diventata la chiave più importante per la conoscenza, poiché il modo in cui si denominano e si definiscono i concetti scientifici specializzati, il modo in cui si organizzano, si descrivono e si traducono, non aiuta soltanto a capire la struttura della conoscenza nel momento presente, ma gioca anche un ruolo fondamentale nello sviluppo e nell’espansione della conoscenza stessa nel futuro, perché “la conoscenza non può esistere senza terminologia”.

Nella quarta sessione si è esplorata una nuova geografia del Mar Mediterraneo, segnata da due grandi poeti, Eugenio Montale e Mahmoud Darwish. La geografia ci ha consegnati alla storia e la poesia alla lingua e alle riflessioni sulla lingua della storia, poiché la lingua dà forma al tempo, o alla nostra conoscenza del tempo, regolata da un infinito divenire di concetti che cambiano, nonostante la loro impronta genetica che li riporta a una geografia e a una storia precisa.

Infine, la quinta sessione ha approfondito il lessico dell’essere tra lingua e poesia, tra le due rive che, separandosi, si risanano, in un eterno ciclo, da mare a cielo, da cielo a mare.

Sembrerà impossibile, oggi, contenere tutta questa diversità umana, soprattutto nel campo delle lingue e delle culture. Per questo la quinta edizione del Festival ha cercato di costruire un ponte tra la relatività dell’individuo e l’assolutezza dell’umanità attraverso l’esperienza di costruzione del dizionario storico.

Un articolo di

Wael Farouq

Wael Farouq

Docente di Lingua e letteratura araba - Università Cattolica

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