Grande spazio all’EGE, ossia l’Esperto in Gestione dell’Energia in ambito industriale o civile. Una risorsa umana che possiede conoscenze ed esperienza necessaria alla gestione dell’energia in modo efficiente e diagnostico per ottimizzare il consumo degli impianti.
Tradotto: se non si ha sotto controllo di quanto il dispendio energetico impatta sui processi produttivi…non si potranno determinare prezzi e ricavi finali. Di più: se i costi di produzioni si alzano, è difficile rimanere competitivi sul mercato globale.
Tecnologica, politica, economica, sociale. Servono quindi tutte le competenze per far fronte al processo, irrimandabile, della transizione energetica.
Per formare i molteplici profili che il mercato richiede sono stati avviati i due master Rischio climatico e governance dell’ambiente diretto da Ilaria Beretta e Gestione e comunicazione della sostenibilità, diretto da Alessandra Vischi.
«Con i green profiles nell’organico le aziende affrontano meglio le crisi» nota infatti Diego Garrone, Responsabile sviluppo efficienza energetica di A2A Energy Solutions.
Garrone snocciola i numeri del cambiamento: «Nel 2021, delle imprese manifatturiere eco-investitrici ben il 31% ha esportato, contro il ridotto 20% di quelle che non hanno investito. Rispetto al triennio 2017-19 le imprese eco-investitrici evidenziano una produttività superiore del 17% rispetto alle altre, con una crescita del +5,9%, contro il +3,3% delle altre. Ad aver investito in Italia sono state 441 mila imprese negli ultimi 5 anni».
E mentre è ufficialmente "caccia" a figure altamente specializzate, nel 2022 in Europa il numero di professioni della sostenibilità è cresciuto del 13% (analisi semantica Linkedin) con un incremento del +7,5% rispetto alla media globale.
Cresciuta del +49% anche la domanda di lavori verdi nell’ultimo anno. In questo contesto, in Italia, sul fronte degli occupati green primeggia la Lombardia, col 16,1% sul totale degli occupati.