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Banco BPM, tra fabbriche prodotto, innovazione e territori

18 novembre 2025

Banco BPM, tra fabbriche prodotto, innovazione e territori

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«Le banche sono un’infrastruttura essenziale dell’economia di un Paese. Un territorio non può essere florido se non ci sono banche che contribuiscono al suo sviluppo».

Così ha esordito l’amministratore delegato Giuseppe Castagna in occasione della lectio dal titolo “Banco BPM: ruolo e strategia della terza banca italiana tra attività tradizionali, fabbriche prodotto, innovazione e territori”, tenuta all'Università Cattolica del Sacro Cuore a una platea di studenti del corso di Corporate Governance della Facoltà di Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative dell’Ateneo e organizzata lunedì 17 novembre nell’ambito delle attività del Centro Studi Economia Applicata, diretto dal professor Carlo Bellavite Pellegrini.

Il professor Bellavite Pellegrini, introducendo l’incontro, ha sottolineato l’importanza di comprendere le prospettive e le strategie di sviluppo del settore bancario, con particolare attenzione al ruolo del Banco BPM come fulcro del terzo polo bancario italiano, capace di coniugare attività tradizionali, fabbriche di prodotto, innovazione e radicamento territoriale.

Rivolgendosi agli studenti prossimi all’ingresso nel mondo della finanza, Castagna ha aperto la sua lezione affrontando il tema della biodiversità bancaria, intesa come diversificazione dei modelli di business degli istituti finanziari. Per Castagna, infatti, «un modello di business integrato e ben diversificato consente una crescita sostenibile nel lungo periodo e la generazione e distribuzione di valore a tutti gli stakeholder: azionisti, territori e colleghi. Una traiettoria positiva confermata anche dalle recenti operazioni straordinarie che l’hanno vista protagonista e dalla performance del titolo, con la capitalizzazione di borsa aumentata da 10 a 20 miliardi in un anno».

In particolare, Castagna si è soffermato sul percorso di integrazione che ha dato vita a Banco BPM. A seguito della legge 33/2015 le banche popolari con attivi superiori a una determinata soglia sono state obbligate a trasformarsi in società per azioni, modificando governance e assetto organizzativo. Nel 2017 ciò ha portato alla fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano.

Il percorso di integrazione di Banco BPM ha attraversato le seguenti fasi, di cui l’ultima è tuttora in corso: ristrutturazione(integrazione informatica, organizzativa e commerciale, derisking, semplificazione e specializzazione della rete e delle fabbriche prodotto), consolidamento del modello di business e del profilo patrimoniale con ritorno alla remunerazione degli azionisti, accelerazione della redditività e del potenziale di creazione di valore a lungo termine . Un ruolo decisivo è svolto dalle cosiddette “fabbriche prodotto”, attraverso un modello strategico caratterizzato da un forte presidio su comparti di attività finanziarie specialistiche– dal credito alla gestione del risparmio, dalla bancassurance al credito al consumo fino ai sistemi di pagamento – distribuite ai clienti attraverso canali digitali e tradizionali. Un modello, cioè, che mettendo al centro il territorio, le famiglie e le imprese, incrementa l’efficienza, aumenta la redditività e migliora la qualità dell’offerta.

Un articolo di

Agostino Picicco

Agostino Picicco

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