News | Seminario
Il migrante, agente di cambiamento
Una reale integrazione come fattore efficace per i processi di trasformazione sociale al centro dell’incontro promosso dal Dipartimento di Psicologia
| Agostino Picicco
12 dicembre 2023
Condividi su:
Brescia, nominata insieme a Bergamo Capitale italiana della cultura 2023, potrebbe anche essere considerata “capitale delle culture”, alludendo all’investimento sull’inclusione e sulla convivenza di più di duecento nazionalità, oltre a differenze, esperienze, condizioni e culture di cui sono portatori cittadini italiani e migranti che convivono insieme da decenni.
Lo studio aggiornato del fenomeno migratorio nell’area bresciana, tra conferme e i cambiamenti, emergenze e nuove sfide, è pubblicato nell’edizione 2023 del MigraREport, il rapporto elaborato dal CIRMiB Centro di Iniziative e Ricerche sulle Migrazioni Brescia che quest’anno porta il titolo “Brescia, capitale delle culture” (ed. Vita e pensiero).
Lo studio, presentato durante il seminario “Brescia città inter-culturale? I cittadini stranieri e il valore delle culture”, è a cura delle professoresse Maddalena Colombo e Mariagrazia Santagati, e contiene un saggio inedito di Anna Casella Paltrinieri: “Donne nella Guerra”, 2022.
Rispetto al biennio precedente, nel 2022 si registra una inversione di tendenza e una diminuzione della popolazione straniera residente a Brescia e provincia (-1,8%). Al 1° gennaio 2022, gli stranieri residenti sul territorio sono 152.855, ossia il 12,2% del totale della popolazione (in Lombardia 11,6% e in Italia l’8,5%). Il trend calante è quindi in linea con quello di Lombardia e Italia (rispettivamente -3% e -2,7%).
Brescia, con il 13,2% degli stranieri presenti nella regione, rimane sempre al secondo posto in Lombardia, dopo Milano, ma per incidenza percentuale scende al quarto posto, dopo Milano (14,4%), Mantova (13,1%) e Lodi (12,5%).
Il 45% dei cittadini proviene da Paesi Europei, con la Romania sempre in posizione dominante (82%), e circa un quarto provenienti sia dal continente asiatico (in particolare India e Pakistan 84% e Cina 65%) che da quello africano (25,7% del totale degli stranieri). Tra i cittadini non-UE la nazionalità più rappresentata è quella albanese (45%), seguita da quella ucraina (20%), in rapidissimo aumento. Al 18 maggio 2023 i residenti provenienti dall’Ucraina ammontavano a 15.000 persone, di cui 5.400 solo nel capoluogo di provincia, a fronte dei 7.600 circa del gennaio 2022).
Dopo i cali dovuti alla pandemia, il 2022 ha segnato la ripresa del numero totale dei permessi di soggiorno rilasciati ai cittadini non comunitari: 40.507 permessi contro i 33.056 del 2020 (+22,5%). Dei 6.650 permessi per asilo rilasciati nel corso dell’anno (16,4% del totale dei permessi) quasi il 10% sono permessi di protezione temporanea per l’emergenza Ucraina.
Rispetto al 2021, il tasso di occupazione per la popolazione straniera segna un incremento superiore a quello degli italiani (6% circa contro il 2%), che investe anche la componente straniera femminile, maggiormente colpita durante la pandemia (+6,7%). Questo perché il lavoro costituisce uno dei motori principali del progetto migratorio per gli stranieri.
Come anche a livello nazionale, la provincia di Brescia registra un incremento delle attivazioni dei rapporti di lavoro (+1,8%): delle 220.841 nuove attivazioni, il 31,8% riguardano lavoratori stranieri, con una prevalenza di stranieri non comunitari (80%).
I settori con il maggior numero di contratti stipulati a stranieri sono quello delle attività manifatturiere (30%). Ma i settori in cui si sono verificate le variazioni positive maggiori sono: commercio (+24,2%), servizi legati alla sanità e all’assistenza sociale (+20,4%), manifatturiero (+17,7%) e delle attività legate ai servizi di turismo, alloggio e ristorazione (15,4%).
In particolare, quest’ultimo è stato oggetto di un incremento di 51,5% di contratti avviati a lavoratori stranieri, con la componente straniera tornata a pesare più del 30% del totale degli avviamenti al lavoro nel settore nel corso dell’anno 2022.
«Nel settore agricolo il 62% dei contratti di lavoro riguarda gli stranieri, nel settore domestico si arriva all’80%» rivela la professoressa Colombo, direttrice del Cirmib.
Inoltre Brescia è al settimo posto in Italia per numero di imprese avviate da immigrati. Un quinto degli imprenditori stranieri operanti in provincia di Brescia è costituito da cinesi e rumeni.
Sebbene in confronto alla media nazionale e regionale (+5,8%), l’aumento delle rimesse in provincia di Brescia si confermi nel 2022 leggermente inferiore (+5,5%), il trend dei rinvii di denaro da parte degli stranieri residenti in territorio bresciano si conferma positivo, con un aumento dell’80% negli ultimi dieci anni.
«Non è sempre un valore positivo: a volte le rimesse di denaro sono proporzionali a quanto si è guadagnato, altre volte sono di pari importo per aiutare la famiglia all’estero e poi si chiede aiuto alla Caritas» precisa Colombo.
Gli alunni con Cittadinanza non Italiana nell’a.s. 2021/22 sono 32.033 (pari al 18,0% del totale) nei vari ordini di scuola a Brescia e provincia (Dati Ministero Istruzione e merito).
Brescia si mantiene a livelli molto alti: resta la quarta provincia in Italia per numero assoluto di studenti stranieri e la prima tra le province non capoluogo di regione, seconda solo a Milano.
Le presenze sul totale degli alunni di origine immigrata sono così ripartite: scuola dell’infanzia (17,3%) scuola primaria (38,2%), scuola secondaria di primo grado (23,8%); secondaria di secondo grado (20,7%). Rispetto all’a.s. 2020/21 le presenze di alunni CNI risultano in calo nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria e secondaria di secondo grado, mentre sono in aumento nella scuola secondaria di primo grado.
«La scuola è da sempre una delle maggiori leve d’integrazione. Al calo generale degli studenti corrisponde il calo dell’incidenza straniera ed anche in questo Brescia è paradigmatica della situazione italiana» fa sapere Paolo Barabanti, collaboratore del CIRMiB.
L’istituto tecnico è sempre al primo posto (44,5%), seguito dall’istituto professionale (30,2%) e dai licei (21,5%) mentre il 6,3% si iscrive ad una scuola di formazione professionale. Le due Università bresciane accolgono 18.362 studenti stranieri: il 91,4% all’Università degli studi di Brescia mentre l’8,6% risulta iscritto in Cattolica.
«Per quanto riguarda i licei, il rapporto tra italiani e stranieri è di 1 su 2 allo scientifico, 2 su tre al linguistico, molti meno al classico. Le prove Invalsi registrano che tra gli studenti eccellenti figurano il 4% di stranieri di prima generazione e il 9% di seconda generazione, quindi nati in Italia, contro il 25-27% dei nativi. Il gap quindi c’è, ma si sta gradualmente colmando» specifica Barabanti.
Rispetto all’attuale tema della violenza domestica contro le donne il Migrareport contiene un approfondimento su casi di donne marocchine, tutte di religione musulmana, che hanno denunciato il partner e hanno intrapreso un percorso di presa in carico psicologica e sociale nei Centri Anti Violenza di Brescia.
«Quelli analizzati sono casi pilota. È la prima volta che riusciamo a muovere i primi passi su quello che è ancora un tabu tanto italiano quanto straniero. Vorremmo fare meglio nei prossimi anni» ha anticipato la professoressa Colombo.
Sul fronte culturale il cambio di paradigma nella concezione dei migranti come produttori e consumatori di beni artistici (agency dei migranti) ha portato all’elaborazione del Dossier Arti e Migrazioni. Tra Ricerca e innovazione sociale.
Istituzioni pubbliche e private del territorio bresciano da decenni collaborano infatti allo sviluppo di programmi culturali e servizi volti a garantire possibilità di accesso e partecipazione alla cultura. Il dossier offre riflessioni e resoconti sulle pratiche che coniugano ricerca e arte, producendo avanzamenti sul fronte dell’innovazione socioculturale per l’ampliamento di spazi di partecipazione dei migranti.
Un articolo di