Nella sua lectio, Ettore Bologna, Responsabile delle Attività mediche e socio-assistenziali della Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero, ha ricordato la «collaborazione stretta e profonda» con l’Università Cattolica, che da quest’anno proporrà a Cremona anche il Master di secondo livello in “Innovation in Food Science and Technology - Michele Ferrero”. «La Fondazione Ferrero favorisce occasioni di scambio, fornisce strumenti di formazione, crea momenti condivisi tra le generazioni e propone un innovativo modello di active aging» racconta Bologna. «Intrecciando l’equilibrio biologico con quello intellettivo ed emotivo, la Fondazione mette a disposizione quotidiane attività creative, ricreative e solidali, cui si accompagna la disponibilità di servizi di assistenza sociale e sanitaria».
Ponendo il focus sull’invecchiamento della popolazione, Bologna mette in evidenza che «nel 2030 si verificherà il sorpasso numerico dei bisnonni sui pronipoti». In questo contesto, «nel secolo degli anziani» l’Italia non è preparata, perché «l’obiettivo di invecchiare bene non può essere raggiunto soltanto con l’aiuto della medicina». L’attenzione è posta su aspetti non medici, come la povertà e la solitudine. «Quest’ultima è uno dei principali killer di chi è anziano» afferma Bologna, sottolineando che «alla fragilità della vecchiaia si risponde con manovre concrete, come i Fondi di solidarietà per anziani ricoverati in Rsa, la rete di volontariato, il supporto socio-sanitario ma anche le “giornate di sollievo” per i caregivers».
Nel corso dei suoi primi quarant’anni il campus di Cremona ha fatto «grandi passi in avanti», rivolgendo la sua attenzione alla dimensione locale, nazionale e internazionale: anche per l’oggetto degli studi e delle ricerche, come ha ben sottolineato il Rettore Anelli, «coloro che vi lavorano non hanno mai privilegiato uno solo dei tre livelli ed è stata proprio questa la chiave dei successi ottenuti fino ad oggi». E prosegue: «Ora si aprono nuovi scenari, per i mutamenti culturali, demografici, geopolitici e tecnologici. Ne deriva la necessità di agire tempestivamente, con lungimiranza e capacità di innovazione originale, per convertire quelle che spesso appaiono minacce – e certamente lo sono per chi pretenda di restare immobile, ancorato a vecchi schemi – in opportunità». In questo senso, «questa sede cremonese, oggi ancora quantitativamente piccola, ma dinamica e ricca di idee e slancio, ha davanti a sé sterminate possibilità, anche per la sicurezza di poter contare sulla costante convergenza di intenti con le istituzioni, le imprese, la comunità del territorio».