“Il nostro Avvenire è di tutti”: il fortunato slogan del quotidiano nazionale cattolico ha dato la cifra dell’evento che si è svolto nell’Aula Magna dell’Università Cattolica, ritornata piena di studenti (nonostante il periodo pandemico e nel rispetto delle norme di sicurezza sanitaria).
Giovedì 3 febbraio, infatti, si è svolto l’incontro inaugurale del ciclo “Aprire la mente alla realtà e alla diversità. Percorso dei Collegi in Campus con Avvenire”, il progetto educativo nato dalla collaborazione fra la testata e l’Ateneo per promuovere tra i giovani dei collegi “in campus” Augustinianum, Ludovicianum, Marianum e Paolo VI, una lettura consapevole e partecipata del quotidiano cattolico. «Il nostro Paese sta vivendo un processo di deculturalizzazione, reso evidente dalla incapacità di comprendere la realtà, formulare un pensiero critico e saperlo esprimere. Così tale progetto non solo intende offrire una occasione di dialogo e di confronto ma rappresenta anche una sfida nel modo di abituarsi ad approcciare la realtà», ha affermato la professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi, prorettore vicario dell’Università Cattolica, aprendo l’incontro.
Ogni mattina, infatti, gli oltre 400 collegiali coinvolti ricevono la mail con l’edizione del giorno, hanno l’opportunità di leggere in autonomia il giornale, abituandosi in tal modo a informarsi attraverso fonti affidabili e ricche di approfondimenti ed evitando la strada facile ma insidiosa dei canali social. I quattro collegi poi, attraverso la creazione di gruppi di lavoro, sceglieranno alcuni temi di loro interesse da approfondire e seguire attraverso la lettura di “Avvenire”. Infine, con la collaborazione del giornale saranno organizzati quattro eventi/dibattiti nel corso dei quali, grazie alla partecipazione di giornalisti della testata cattolica ed esponenti del panorama culturale nazionale, si discuteranno i temi individuati.
Entusiasta fautore dell’iniziativa culturale il direttore generale dell’Università Cattolica Paolo Nusiner, convinto che «per vivere la realtà, la lettura di un quotidiano è un elemento fondamentale» poiché favorisce una visione che «sviluppa il senso critico». Negli intenti del progetto c’è quello di rendere protagonisti gli studenti dei collegi in un ruolo inedito di ambasciatori verso i loro colleghi nell’appassionare alla lettura dei giornali, strumento importante di formazione e crescita personale.
Un modo, insomma, per formare attenti lettori che «non si lasciano governare dagli eventi ma li governano». A sostenerlo è stata Elena Marta, presidente fondazione EDUCatt e docente di Psicologia sociale. «Se l’autoreferenzialità è una cifra esistenziale odierna, la realtà è più ricca e contiene stimoli di crescita. È importante cogliere la diversità che è una ricchezza e confrontarsi in modo schietto, reale, sincero. Si tratta di prendersi cura delle generazioni dei giovani professionisti abituandoli a pensare: chi pensa è inclusivo e sa andare incontro agli altri». Peraltro, in questa iniziativa, la professoressa Marta ha ravvisato la concretezza della proposta formativa dei collegi ribadendo che «i collegi della Cattolica non sono solo luoghi dove vivere decorosamente la permanenza di studio a Milano ma sono comunità di vita caratterizzati da una proposta formativa e di crescita personale e professionale che favorisce competenze trasversali di cittadinanza».
Sulla centralità di un’informazione «sistematica e «ragionata» è ritornato anche Edoardo Grossule, coordinatore del progetto, mettendo in primo piano l’importanza di saper ricorrere a «testi seri e autorevoli».
Come quella offerta da “Avvenire”, quarto quotidiano per diffusione cartacea e quinto sia per diffusione complessiva che per diffusione digitale, il cui ruolo nel contesto mediatico e culturale nazionale è stato illustrato in prima persona dal direttore Marco Tarquinio. Se come affermava Hegel leggere i quotidiani al mattino ha il valore di una preghiera laica, l’obiettivo di “Avvenire”, ha precisato, «non è di fare informazione mettendo in fila le notizie ma di dare un senso agli avvenimenti», il che non vuol dire deformare i fatti ma semplicemente «esprimere il nostro punto di vista». Infatti, «in ogni pezzo c’è vita vera con il giusto approccio, anche se questo dovesse comportare il portare in prima pagina ciò che non fa notizia, e senza isolare le buone notizie, perché queste fanno parte delle notizie della quotidianità a prescindere». Con l’idea «che dietro le notizie ci sono le storie e dietro le storie ci sono le persone».
Il direttore Tarquinio, poi, ha risposto ai quesiti posti dai rappresentanti dei quattro collegi “in campus” relativamente ai temi scelti dagli studenti durante la lettura quotidiana del giornale: transizione ecologica, clima e ambiente, sistema carcerario, ruolo dell’Unione Europea, crisi Ucraina-Russia. Un dialogo a più voci che ha offerto ai giovani presenti l’opportunità non solo di esporre il proprio punto di vista ma anche la possibilità di poterlo approfondire in seguito tramite gli incontri che saranno organizzati con esperti, giornalisti, esponenti della cultura e dell’economia. Un confronto virtuoso testimoniato dalle parole conclusive del direttore Tarquinio: «Noi facciamo Avvenire, mi conforta pensare che lo faremo insieme a voi».