Tutti aspetti che fanno parte della strategia Consob. «La promozione dell’accesso delle imprese al mercato dei capitali italiano, del quale le Pmi sono una componente fondamentale, è una delle priorità del nostro piano strategico», ha spiegato Luca Filippa, direttore generale Consob. «È anche uno degli obiettivi che hanno recentemente ispirato le previsioni del D.L. Capitali. In questo contesto s’inquadra il lancio dell’Osservatorio congiunto con l’Università Cattolica-Cetif, finalizzato alla creazione di un patrimonio comune di dati e informazioni a disposizione della ricerca applicata», ha aggiunto Filippa, ricordando che per questo motivo sono state attivate due borse di dottorato per giovani ricercatori, finanziate dalla Consob sui temi della corporate governance e dei modelli finanziari innovativi delle Pmi.
L’idea di fondo dell’Osservatorio è fare chiarezza sull’universo Pmi, visto che ancora oggi esistono numerose definizioni di piccole e medie imprese che non facilitano un loro censimento puntuale. Una disparità che emerge dando uno sguardo alle Pmi quotate sul mercato principale: a oggi, sulle oltre 200 società quotate, 142 sono proprio Pmi, tutte però con differenti cicli di vita, prospettive di sviluppo, traiettorie di crescita, risorse finanziarie disponibili, strutture proprietarie e di governance, capacità di innovazione, attitudine all’internazionalizzazione, cultura finanziaria. Ecco allora, «l’importanza dell’Osservatorio ai fini della comprensione dell’ecosistema delle Pmi, che include realtà profondamente diverse tra loro, attraverso una raccolta dati strutturata ed effettuata con tecniche multidisciplinari», ha rimarcato Paola Deriu, responsabile della Divisione Studi e Regolamentazione. «Alla comprensione del fenomeno seguirà l’individuazione di linee di indirizzo, ovvero di misure concrete e differenziate che consentano la crescita delle Pmi e dell’economia reale».
L’Osservatorio, che durerà tre anni e si articolerà in diverse iniziative e attività, avrà innanzitutto il compito di analizzare gli elementi di contesto regolamentari, tecnologici e sociali e strutturali (governance e modelli di business) che supportano e/o ostacolano il ricorso a capitali da parte delle piccole e medie imprese. Un approccio di analisi multidisciplinare che consentirà di fare una radiografia dell’ecosistema industriale italiano sotto diverse prospettive: ciclo di vita, propensione all’innovazione, alla sostenibilità, all’export.
E proprio sull’aspetto della multidisciplinarità ha insistito Federico Rajola, direttore Cetif. «Sono diversi gli attori e le discipline coinvolti nell’Osservatorio, che lavoreranno insieme per intercettare quelle Pmi con maggiori probabilità di accesso ai mercati di capitali nell’ottica di valorizzare gli elementi di creatività propri di tante imprese italiane». Pertanto, «il primo step sarà affrontare un lavoro definitorio di analisi e di comprensione dei dati disponibili per poi provare a dare un sostegno concreto ai policy maker per comprendere le evoluzioni in corso nell’economia industriale italiana».
La presentazione dell’Osservatorio è stata seguita da una tavola rotonda, moderata dal docente di Finanza aziendale Andrea Signori, che ha coinvolto alcuni principali attori del tema, come Chiara Calibeo, CDP, Luca Ferrais, MEF, Paolo Gerardini, Assolombarda, e Barbara Lunghi, Borsa Italiana.