La persona al centro, anche e soprattutto per contrastare povertà, isolamento, debolezza e fragilità: è questo il cuore della ricerca multidisciplinare ad opera di docenti di diversi campus dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dal titolo “Working out of poverty: accompanying the poor to become dignified agents of their development”, che ha dato vita al volume “Contrastare la povertà. Percorsi di vita e accompagnamento al lavoro” (Ed. Vita e Pensiero), curato dai professori Simona Beretta e Paolo Rizzi e presentato il 18 novembre a Roma, nell’Auditorium dell’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP).
Il volume è composto da una prima parte generale in cui si affrontano i temi del collegamento fra accompagnamento e sviluppo umano e dell’approfondimento statistico sui fenomeni della povertà temporanea e persistente in Italia e una seconda parte in cui vengono analizzati particolari casi di studio relativi a esperienze concrete, realizzate in luoghi e tempi diversi. In tutti i contributi l’idea fondante che investire in relazioni personalizzate e durature con le persone che vivono in povertà è una condizione fondamentale e necessaria affinché il processo di uscita dalla povertà sia davvero efficace e sostenibile.
L’evento è stato aperto da Loriano Bigi, direttore dell’INAPP, che ha aperto il lavori ponendo al centro il tema delle problematiche negative relative alle misure assistenziali generali, sottolineando la necessita di interventi mirati e personalizzati di contrasto alla povertà. Sono seguiti gli interventi di presentazione del libro dei professori Beretta e Rizzi che hanno avviato poi una sessione di confronto aperta dalla lettura del messaggio di Maria Teresa Bellucci, Vice Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, e dal videomessaggio di don Marco Pagniello, Direttore di Caritas Italiana. A seguire il dibattito, coordinato dal professor Giancarlo Rovati, con gli interventi di Paola Vacchina, Amministratore Delegato ENAIP Nazionale, del Dottor Diego Boerchi, docente di Psicologia dell’orientamento e sviluppo di carriera, del dottor Luigi Alberto Benincaso, Dottorando in Storia economica nel Dipartimento “Mario Romani” dell’Università Cattolica, concluso da Natale Forlani, Presidente dell’INAPP:
«Grazie all’ospitalità di INAPP abbiamo avuto modo di raccontare i principali contenuti e risultati delle nostre ricerche a un gruppo nutrito di esperti, studiosi e operatori – ha esordito la professoressa Beretta -. Mi ha colpito il loro sincero interesse per la nostra ricerca, per il metodo interdisciplinare che l’ha caratterizzata e soprattutto per la domanda di fondo che l’ha mossa, ossia studiare il potenziale trasformativo delle micro-relazioni sociali che coinvolgono le persone in condizione di povertà nel tentativo di uscirne in maniera sostenibile».
«Per questo – ha continuato - non abbiamo solo monitorato gli effetti materiali degli interventi, ma abbiamo cercato di esplorare i loro dinamismi interni, il “come” e il “mentre” dei processi che sono stati attivati. I risultati degli studi di caso riportati nel volume documentano che, in diversi tempi e in diversi luoghi, le persone in condizioni di povertà e marginalità possono recuperare un loro protagonismo; essere attori, e non beneficiari passivi di un intervento: ciò restituisce loro la stima di sé e li conferma nella loro dignità”. “Il libro – ha aggiunto il professor Rizzi - cerca di dare un contributo sul tema del contrasto alle povertà per comprendere i fattori che spiegano come sia più probabile il raggiungimento di condizioni di autonomia di vita. Tra questi sono emersi la densità del network tra gli attori pubblici e privati e la qualità dell’accompagnamento nei percorsi di uscita dalla povertà».
In particolare i capitoli del libro analizzano i temi dello sviluppo come fioritura umana e l’accompagnamento come cura reciproca; i percorsi individuali di entrata e uscita dalle condizioni di disagio, con un interessante approccio multidimensionale che sceglie sia variabili oggettive nella definizione di povertà (indicatori monetari, abitativi e lavorativi) sia valutazioni soggettive per misurare come le condizioni di disagio siano percepite a livello esistenziale; l’analisi delle esperienze di inclusione sociale attraverso un’indagine dei progetti di reinserimento lavorativo promossi dalla Caritas Italiana negli anni 2019 e 2020; l’inclusione sociale di giovani attraverso un particolare programma di borse di studio per la frequenza universitaria attivato dalla Universidad Popular del Estado de Puebla, università cattolica di creazione popolare; l’effetto dei processi di accompagnamento e orientamento messi in atto dall’ENAIP, ente di formazione professionale sugli esiti ex post delle attività formative riguardo ai giovani studenti in condizioni di povertà che escono dai percorsi scolastici istituzionali; l’accompagnamento mirato allo sviluppo di carriera dei rifugiati politici.
Gli ultimi tre capitoli analizzano i processi di accompagnamento di iniziative realizzate in periodi e contesti diversi, attraverso un comune approccio metodologico di carattere storico-economico: i percorsi di sostegno attraverso l’integrazione scuola-lavoro nella Milano del dopoguerra promossi dalla congregazione salesiana; un’esperienza di “proto-microcredito” nella provincia di Bergamo alla fine dell’Ottocento; un progetto di cooperazione allo sviluppo umano avviato in America Centrale all’inizio degli anni 2000. Un volume, dunque, composto dal lavoro e dalla riflessione di autori docenti ed esperti di studi e discipline diverse (storici, economisti, psicologi, statistici, sociologi), accomunati dall’idea e dall’obiettivo di studiare non solo gli esiti, ma i processi delle azioni per l’emancipazione dalla povertà, nella convinzione che solo promuovendo l’iniziativa delle persone e manifestando la loro dignità di protagonisti e non di “destinatari” di forme di assistenzialismo i risultati possono essere concreti e duraturi.
“L’accompagnamento personale e comunitario – scrivono i curatori nell’Introduzione del testo – rappresenta una dimensione chiave in specifiche politiche e interventi volti all’eliminazione delle povertà. In altre parole, l’efficacia delle politiche non dipende solo da “cosa” viene fatto per incoraggiare l’inclusione e la partecipazione socioeconomica delle persone vulnerabili marginali, ma anche da “come” (processi) e “perché” (motivazione) vengono intraprese le azioni”.
Quando l’approccio burocratico svanisce, quando al centro delle politiche e delle azioni vengono posti accompagnamento e relazionalità, quando le “micro” iniziative si armonizzano con il quadro istituzionale complessivo e i problemi non si risolvono con imposizioni e ricette oggettive, ma si considera ogni persona fragile e vulnerabile come protagonista di un particolare modo di vivere e sentire la propria condizione, le dimensioni dello sviluppo sociale sono unite da un “ponte” dove il lavoro e una nuova progettualità divengono non solo fonte di reddito e di ripresa sociale, ma rinascita personale concreta, attraverso un nuovo senso di scopo e dignità.