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Covid-19, accelerazione necessaria per il piano vaccinale

05 febbraio 2021

Covid-19, accelerazione necessaria per il piano vaccinale

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Insieme alla disponibilità dei vaccini è fondamentale avere personale adeguatamente formato. Solo 9 Regioni hanno emesso bandi per reclutare nuovo personale. La diffusione del virus sembra aver raggiunto il plateau. Ma preoccupa l’emergere dei primi focolai di varianti inglese e brasiliana che potrebbero far peggiorare di nuovo lo scenario. È il momento della massima attenzione.

«Continua il monitoraggio degli aspetti organizzativi legati al vaccino anti Covid-19. Analizzando le vaccinazioni effettuate finora – afferma il professor Americo Cicchetti, direttore dell'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica – il Veneto ha effettuato, in media, 26.024 inoculazioni per punto di somministrazione, seguito da Emilia-Romagna, Toscana, Friuli-Venezia Giulia e Puglia. Considerando, invece, l’ultima settimana (26 gennaio – 2 febbraio) le regioni che hanno effettuato il maggior numero di inoculazioni per punto di somministrazione sono state il Veneto (6.626), l’Emilia-Romagna (5.128) e la Calabria (3.085). Risulta strategico un fronte comune per garantire l’accesso alle vaccinazioni a tutta la popolazione in modo capillare e rapido. L’emergenza corre veloce, dobbiamo superarla con una forte accelerazione nel piano vaccinale, ma per questo servono piattaforme logistiche e personale formato».

È quanto emerso dalla 38ma puntata dell’Instant Report Covid-19, una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Sars-COV-2 a livello nazionale.

In riferimento all’attivazione di ulteriori punti vaccinali previsti nelle regioni in cui è in partenza la vaccinazione della popolazione over 80, la regione più attiva è stata il Lazio (+67), seguita dall’Umbria (+22) e dalla P.A di Trento (+12).

Quadro epidemiologico

In merito agli aspetti epidemiologici si confermano le differenze importanti in termini di incidenza della diffusione del Covid-19 nelle diverse Regioni che proseguono anche nella Fase 2. I dati (al 01 Febbraio) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 447.589) sulla popolazione nazionale è pari a 0,75% (in calo rispetto ai dati del 25/01 in cui si registrava lo 0,82%). La percentuale di casi (n= 2.544.428) sulla popolazione italiana è in sensibile aumento, passando dal 4,15% al 4,27%.

L’incidenza settimanale corrisponde al numero di nuovi casi emersi nell’ambito della popolazione regionale nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 9 ed il 15 novembre 2020 i nuovi casi, a livello nazionale, sono stati 366 ogni 100.000 residenti. La settimana appena trascorsa evidenzia un calo dell’incidenza settimanale, registrando un valore nazionale pari a 125 ogni 100.000 residenti.

Il primato per la prevalenza periodale sulla popolazione si registra nella PA Bolzano (7,60%), in Veneto (6,41%) e in Valle d’Aosta (6,24%), ma è in Puglia (1,32%), in Campania (1,09%), nel Lazio (1,07%) ed Emilia-Romagna (1,04%) che oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con un media nazionale pari a 0,75% (in calo rispetto ai dati del 25/01).

Dal report #25 è stata analizzata la prevalenza periodale che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata ad essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato (casi già positivi all’inizio del periodo più nuovi casi emersi nel corso del periodo). È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: la settimana tra il 22 ed il 28 novembre è ad oggi il periodo in cui si è registrata la massima prevalenza periodale in Italia (1.612 casi ogni 100.000 residenti), mentre nell’ultima settimana la prevalenza periodale in Italia è pari a 935 casi ogni 100.000 residenti, in calo rispetto alla settimana precedente.

Letalità (rapporto decessi su positivi)

Nell’ultima settimana il dato più elevato si registra nella Liguria pari a 16,54 x 1.000, nel Piemonte 12,46 x 1.000 e nella Valle d’Aosta pari a 11,94 x 1.000, nonostante siano ben lontani dal valore massimo registrato a marzo; la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari al 4,35 per 1.000 (in calo rispetto alla scorsa settimana analizzata 4,46 x 1.000).

Mortalità (rapporto decessi su popolazione)

Nell’ultima settimana, la mortalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari a 4,57% (in calo rispetto alla scorsa settimana analizzata 4,57%). Solo il Friuli-Venezia Giulia ha superato il valore soglia registrando una mortalità grezza pari a 9,87%.

Mortalità negli ultimi 30 giorni (rapporto decessi su popolazione)

Si può vedere come, nel confronto tra i due mesi appena trascorsi, ultimi 30 giorni (3 gennaio – 1 febbraio) e nei 30 giorni precedenti (4 dicembre – 2 gennaio), a livello nazionale la mortalità sia diminuita, passando da 27,05 per 100.000 abitanti a 22,66 per 100.000 abitanti. Entrambi i valori nazionali sono sotto il valore soglia individuato (32 per 100.000 abitanti), ossia il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 30 giorni tra il 19 marzo ed il 17 aprile 2020.

Andamento dell’età dei contagi

È stato analizzato l’andamento dell’età dei contagi dal 24 agosto 2020 al 27 dicembre 2020. Si nota che i contagi tra gli over-70 sono passati dall’essere il 7,2% di tutti i nuovi contagi, nel periodo 24 agosto - 6 settembre, all’essere il 18,2%, nel periodo 30 novembre - 13 dicembre (picco massimo), per poi scendere al 16,4% nel periodo 28 dicembre – 10 gennaio e riprendere l’incremento nel periodo 4 gennaio – 17 gennaio al 16,70% e nel periodo 11 gennaio – 24 gennaio al 16,80%.

Nuova pressione per setting assistenziale (Domicilio, terapia medica, terapia intensiva, x 100.000 ab): 26 gennaio – 1 febbraio 2021

Dal report #29 è stato avviato il monitoraggio della distribuzione per setting della nuova pressione (aggiuntiva o sottrattiva) che il sistema sanitario ha registrato nella settimana appena trascorsa. Si può notare come nella settimana appena trascorsa la maggiore parte della nuova pressione si sia tradotta in nuovi casi isolati a domicilio. Nel complesso, in Italia, ci sono stati -56,36 isolati a domicilio ogni 100.000 abitanti, -1,84 ricoveri ordinari ogni 100.000 abitanti e -0,20 ricoveri intensivi ogni 100.000 abitanti.

Terapia intensiva

Nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva

Dal report #33 è stato avviato il monitoraggio dei nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva (x 100.000 ab). Il valore medio registrato nel contesto italiano è pari a 1,51. Le regioni che hanno evidenziato più ingressi nel setting assistenziale della terapia intensiva durante l’ultima settimana sono il l’Umbria (3,56), il Friuli-Venezia Giulia (3,23) e la Puglia (2,48).

Tassi di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva e di Area Non Critica al 2 febbraio 2021

L’indicatore mette in relazione il tasso di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva con il tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica. Le soglie del 30% e del 40% sono individuate dal D.M. del 30/4/2020 come quelle oltre le quali vi è un sovraccarico rispettivamente per la Terapia Intensiva e per l’Area Non Critica. Si può notare come grazie queste soglie il grafico si divida in quattro quadranti: nel primo si posizionano tutte quelle regioni che hanno superato sia la soglia relativa al tasso di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva che quella relativa al tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica, nel secondo si posizionano le regioni che superano solo la soglia relativa all’Area Non Critica, nel terzo sono presenti le regioni non a rischio di sovraccarico e nel quarto le regioni a rischio di sovraccarico relativamente alla sola Terapia Intensiva. Al 2 febbraio 2021 quattro regioni (P.A. di Bolzano, Friuli-Venezia Giulia, Puglia e Umbria) si posizionano nel primo quadrante con la più elevata pressione per tasso di saturazione sia in area non critica che in terapia intensiva a livello nazionale registrata dall’Umbria. La maggior parte delle regioni (Basilicata, Valle d’Aosta, Toscana, Veneto, Sardegna, Calabria, Molise, Abruzzo, Campania, Sicilia, Emilia-Romagna, Piemonte e Liguria) non è a rischio di sovraccarico in nessuna delle due aree oggetto di valutazione, posizionandosi quindi nel terzo quadrante. La Lombardia si posiziona sulla soglia del 30% relativamente alla saturazione delle terapie intensive.

Bandi per medici da destinare alle vaccinazioni al 2 febbraio 2021

Dal rapporto #36 si avvia il monitoraggio delle regioni che hanno emanato bandi per l’assunzione di personale medico da dedicare alla campagna vaccinale anti Covid-19. Al 2 febbraio nove regioni hanno emanato bandi a tale scopo. La Lombardia è la regione che ha emanato più bandi, seguita dal Lazio, dall’Emilia-Romagna, dal Piemonte e dalla Provincia Autonoma di Bolzano.

Andamento vaccinazioni Covid-19 in Italia

Monitoraggio dell’attivazione di ulteriori punti vaccinali

Dal report #38 si avvia il monitoraggio dell’attivazione degli ulteriori punti vaccinali in vista dell’avvio della campagna vaccinale di massa. Il grafico mostra al 2 febbraio 2020 i punti vaccinali ospedalieri già attivati (fonte dei dati: https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/) e i punti di nuova attivazione (fonte: siti delle regioni) previsti nelle regioni in cui è in partenza la vaccinazione della popolazione over 80. Per quanto riguarda l’attivazione di nuovi punti vaccinali la regione più attiva è stata il Lazio, seguita dall’Umbria e dalla P.A di Trento.

Numero medio di vaccinazioni per punto di somministrazione al 2 febbraio 2021

È stato analizzato il rapporto tra vaccinazioni effettuate e punti vaccinali, esprimendo così un numero medio di vaccinazioni effettuate da ciascun punto di somministrazione regionale.

Il valore più alto dell’indicatore si registra in Veneto, dove ciascun punto di somministrazione ha effettuato circa 26024 vaccini. Valori alti dell’indicatore si riscontrano anche in Emilia-Romagna (15769), Toscana (10567), Friuli-Venezia Giulia (10583) e Puglia (10131). Al contrario il suddetto indicatore rivela un basso rapporto tra vaccini inoculati e punti di somministrazione in Basilicata (3378) ed in Valle D’Aosta (3039).

Numero medio di vaccinazioni per punto di somministrazione dal 26 gennaio al 2 febbraio 2021

È stato analizzato il rapporto tra vaccinazioni effettuate e punti vaccinali, esprimendo così un numero medio di vaccinazioni per punto di somministrazione nell’ultima settimana. Negli ultimi 7 giorni, le regioni che hanno effettuato il maggior numero di inoculazioni per punto di somministrazione sono state: il Veneto (6626), l’Emilia-Romagna (5128) e la Calabria (3085).

Al contrario, il Trentino-Alto Adige (777), la Basilicata (633) e la Liguria (872) sono le regioni che, per punto di somministrazione, hanno registrano il numero più basso di somministrazioni.

Percentuale di dosi distribuite (somministrate/consegnate) al 2 febbraio 2021

L’indicatore mostra la percentuale di dosi di vaccino somministrate rispetto alle dosi consegnate. Dal grafico si evince che la Campania (il valore è superiore al 100%, verosimilmente dovuto all’aver usato più di 5 dosi per fiala), le Marche e l’Umbria sono le regioni con la percentuale di dosi somministrate più alta, mentre la Liguria, la Calabria ed il Molise registrano i valori più bassi. In Italia l’88,47% delle dosi vaccinali consegnate sono state somministrate.

Dosi somministrate/popolazione residente (per 10.000 abitanti) al 2 febbraio 2021

L’indicatore mostra le dosi di vaccino somministrate rispetto alla popolazione residente in ogni regione italiana (per 10.000 abitanti). Dal grafico risulta che la P.A di Bolzano, l’Emilia-Romagna e la Valle d’Aosta sono le regioni in cui si sono somministrati più vaccini rispetto alla popolazione residente. La Calabria, la Sardegna e l’Abruzzo attualmente sono le regioni in cui si sono somministrate meno dosi.

Dosi consegnate/popolazione residente (per 10.000 abitanti) al 2 febbraio 2021

L’indicatore mostra il valore complessivo di dosi di vaccino consegnate rispetto alla popolazione residente in ogni regione italiana (per 10.000 abitanti). Dal grafico risulta che la P.A di Bolzano, la Valle d’Aosta, e la Liguria sono le regioni in cui l’indicatore è aumentato maggiormente. L’Umbria, l’Abruzzo e le Marche sono le regioni caratterizzate dall’incremento più modesto.

Dosi somministrate/popolazione residente (per 1.000 abitanti)* - Incremento 26 Gennaio – 2 febbraio 2021

L’indicatore mostra l’incremento nelle dosi di vaccino somministrate rispetto alla popolazione residente in ogni regione italiana (per 10.000 abitanti). Dal grafico risulta che l’incremento maggiore rispetto alla settimana precedente si è avuto in Valle d’Aosta, in Emilia-Romagna e nel Friuli-Venezia Giulia. La Basilicata, la Lombardia e il Lazio sono le regioni in cui si è assistito all’incremento più modesto.

Dosi consegnate/popolazione residente (per 10.000 abitanti)* 2 febbraio 2021

L’indicatore mostra le dosi di vaccino consegnate rispetto nella settimana precedente nella popolazione residente in ogni regione italiana (per 10.000 abitanti). Dal grafico risulta che la P.A. di Bolzano, il Friuli-Venezia Giulia e la P.A. di Trento sono le regioni a cui sono state consegnate più dosi rispetto alla popolazione residente. L’Umbria, l’Abruzzo e le Marche attualmente sono le regioni in cui sono state consegnate meno dosi.

Dosi somministrate/popolazione residente > 80 anni (per 1.000 abitanti)* - 2 febbraio 2021

L’indicatore mostra le dosi di vaccino somministrate rispetto alla popolazione residente con età maggiore di 80 anni in ogni regione italiana (per 10.000 abitanti). Dal grafico risulta che la P.A. di Bolzano, la P.A di Trento ed il Molise sono le regioni in cui si sono somministrati più vaccini rispetto alla popolazione residente. La Sardegna, la Calabria e l’Abruzzo attualmente sono le regioni in cui si sono somministrate meno dosi.

Un articolo di

ALTEMS

ALTEMS

Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari

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