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Crisi pandemica, come uscirne: la risposta globale di otto università cattoliche

18 marzo 2021

Crisi pandemica, come uscirne: la risposta globale di otto università cattoliche

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Vulnerabilità è una delle parole entrate prepotentemente nel nostro vocabolario quotidiano di donne e uomini alle prese con la pandemia. Ci siamo scoperti improvvisamente fragili e spaesati nei confronti di un’emergenza sanitaria che non ha fatto altro che acuire a livello globale criticità già esistenti: disparità di reddito, indebitamento pubblico e privato, debolezza dei sistemi di governance e sanitari.

Come possiamo affrontare questo “mondo vulnerabile” e trovare risposte alla crisi? Lo spiega il concept paper “Vulnerability in   the   time of  Covid-19”, il documento realizzato da uno dei gruppi di lavoro della Strategic Alliance of Catholic Research Universities (Sacru), il network che riunisce otto tra i più prestigiosi atenei cattolici mondiali, di cui fa parte l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che è anche sede del Segretariato. «Una rete nata con l’idea di creare un’alleanza sulle tre funzioni principali degli atenei cattolici: didattica, ricerca e terza missione», spiega Pier Sandro Cocconcelli, delegato rettorale al coordinamento dei progetti di internazionalizzazione e segretario generale Sacru. Tra le aree di ricerca individuate c’è anche il progetto Responding through Research and Teaching to a Vulnerable World che affida agli atenei coinvolti il compito di indagare sul tema della vulnerabilità e di dare una risposta al Covid.

«È una riflessione e una presa di posizione attorno a un tema di grande attualità: un contributo singolare da offrire alla comunità internazionale che cerca di riprendersi dal Covid-19 e prepararsi alle crisi future», osserva Roberto Zoboli, delegato del Rettore per il coordinamento e la promozione della ricerca scientifica e della sostenibilità, e tra gli esponenti del gruppo di lavoro insieme a Simona Beretta, docente di Politiche economiche internazionali, David G. Kirchhoffer, Australian Catholic University, Thomas C. Chiles e James F. Keenan, entrambi del Boston College, Luca Valera, Pontificia Universidad Católica de Chile, Osamu Takeuchi, Sophia University, André Azevedo Alves, Universidade Católica Portuguesa, Ruth Babington e Laia Ros-Blanco, dell’Universitat Ramon Llull.

Il documento mira a offrire una visione generale del concetto di “vulnerabilità umana”, con particolare attenzione alle aree: salute e assistenza sanitaria; ecosistemi e risorse naturali; sistemi sociali ed economici. L’analisi avviene in tre fasi: concettuale, dando una visione d'insieme dei concetti e delle definizioni di vulnerabilità; descrittiva, guardando all’evidenza dei rischi e del peggioramento o miglioramento delle condizioni; pratica, analizzando politiche e strategie attuali e possibili in atto a diversi livelli (globale-regionale-nazionale-locale), soprattutto dove sono le stesse politiche o la loro mancanza a creare e intensificare le vulnerabilità.

«La crisi generata dal Covid-19 sta causando una perdita di risorse economiche e umane che nella maggior parte dei Paesi sta peggiorando la situazione delle fasce più deboli della popolazione», precisa il professor Zoboli. «L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e i Sustainable Development Goals sono l’unico quadro globale di governance che affronta lo sviluppo umano sostenibile. Al momento, poi, non sono state messe in atto strategie significative per riequilibrare le disuguaglianze socio-economiche interne e l’accesso ineguale. Questo documento è un appello delle università cattoliche a occuparsi di vulnerabilità, incorporandola nelle scelte pubbliche e nelle scelte private».  
 
Il paper sulla vulnerabilità è solo la prima tappa di un lungo percorso intrapreso da Sacru, impegnata anche su altri fronti di azione. Da un lato, indagare altre tre aree di ricerca: Catholic Identity and Laudato Si’: the Common Home and Social Justice; Internationalization and the inter-university digital campus; Family Life. Dall’altro, organizzare altre iniziative ispirate a nuovi temi di riflessione come la “fiducia nella scienza” o il populismo, cui è dedicato il webinar “Populism and Truth in the Media: Solutions during Covid-19”, promosso giovedì 25 marzo dal Boston College, cui partecipa, tra gli altri, la professoressa Simona Beretta. Un dibattito a più voci, con esperti di populismo e di media, per capire come nell’era delle fake news e della disinformazione sia possibile dotare la società della giusta informazione.

 

Un articolo di

Katia Biondi

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