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Cultural Diplomacy, via di pace e di tutela della democrazia

14 ottobre 2022

Cultural Diplomacy, via di pace e di tutela della democrazia

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Sessanta partecipanti in cinque anni provenienti da 32 Paesi del mondo (con una forte presenza dall'Europa dell'est, poi Americhe, Medio Oriente e Africa); il 98% degli studenti internazionali che hanno frequentato il programma formativo  ha oggi un lavoro stabile (il 90% nei settori specifici del Master). Sono i numeri principali dell'International Program and Master in Cultural Diplomacy dell'Università Cattolica, presentati dalla professoressa Federica Olivares, sua ideatrice e coordinatrice, nel corso del Graduation Day che si è tenuto il 13 ottobre a Roma all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, e che ha visto la consegna dei diplomi agli studenti della quinta edizione del Programma internazionale di alta formazione.

All'evento, intitolato 'Usque ad sidera!', sono intervenuti l’Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede Francesco Di Nitto, il Rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli, e la Direttrice dell’Ufficio per le Politiche Spaziali e Aerospaziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri Elena Grifoni Winters.

«Oggi celebriamo i primi cinque anni del nostro programma internazionale e Master in diplomazia culturale e i nostri primi 60 ambasciatori del dialogo e pionieri dell'innovazione, che abbiamo avuto il privilegio e la responsabilità di forgiare nel nostro programma educativo - ha dichiarato la professoressa Federica Olivares - negli ultimi tre anni, il Master si è sviluppato in un più ampio programma internazionale in Public and Cultural Diplomacy, che ora è una piattaforma di ricerca, principalmente sui diversi generi strategici della diplomazia come: Diplomazia civica nelle democrazie contemporanee, Diplomazia sportiva per la nuove Linee guida per la Commissione Ue in vista delle Olimpiadi Europee di Parigi 2024 e Milano-Cortina 2026 e, non da ultimo, la Business Diplomacy con i suoi maggiori impatti sullo scenario globale come lo vediamo così vividamente ai giorni nostri».

«Non possiamo attenderci che gli strumenti della Cultural Diplomacy ci portino rapidamente alla pace – ha detto il Rettore Franco Anelli - però la guerra ha riproposto in modo drammatico i temi della propaganda, della disinformazione, di una retorica patriottica bellicista, della educazione delle nuove generazioni al conflitto, all’idea del “nemico”. Sono processi di degenerazione dell’identità culturale delle nazioni e dei popoli, che avvelenano il dialogo tra culture differenti, tra i leader di sistemi politici differenti. Nell’attuale contesto internazionale, la Cultural Diplomacy avrà sempre più un ruolo rilevante. Laddove il confronto politico non basta più, la Cultural Diplomacy rappresenta il tassello aggiuntivo che può consentire un dialogo sincero e una pace duratura. Già solo per questa ragione, l’Università Cattolica non può non dedicare un’attenzione crescente a questo ambito di studi».

Un articolo di

Federica Mancinelli e Alessandro Melia

Federica Mancinelli e Alessandro Melia

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«Dopo cinque edizioni – ha continuato il Rettore - possiamo dire che uno dei più importanti risultati di questo master è di aver posto la Cultural Diplomacy tra gli ambiti ai quali l’Università Cattolica riserva e riserverà un’attenzione crescente. È un ambito intrinsecamente interdisciplinare e cruciale per la formazione dei nostri studenti, che sono cittadini del mondo. Valorizzare la Cultural Diplomacy non è però un compito semplice . Alcuni paesi non democratici utilizzano gli intenti della Cultural Diplomacy per propagandare messaggi attraenti, ma che hanno l’intento reale di raggiungere altri obiettivi. Occorre quindi studiare e utilizzare gli strumenti della Cultural Diplomacy con un approccio critico, un approccio che consideriamo indispensabile per la formazione di tutti gli studenti, perché consente di distinguere i reali intendimenti degli Stati, delle leadership, delle imprese pubbliche e private. Il mio auspicio – ha concluso - è allora quello di continuare a studiare e approfondire questi temi perché il futuro della Cultural Diplomacy è strettamente legato al futuro della democrazia».

Nel suo Keynote Speech sulla diplomazia spaziale - come lente attraverso cui interpretare lo scenario geopolitico globale - Grifoni Winters ha dichiarato: «Siamo rimasti tutti scioccati e rattristati da quello che è successo il 24 febbraio, la mia generazione di europei non è mai stata così vicina a una guerra. Questi tragici eventi hanno anche dato una svolta drammatica alle nostre relazioni con la Russia nel settore spaziale, ma la mia esperienza, e la mia convinzione personale, è che, nonostante tutto questo, dobbiamo continuare a cercare di trovare un modo per cooperare, perché senza cooperazione non c'è pace, e senza pace non c'è progresso».


Grifoni Winters ha spiegato qual è la relazione tra spazio e diplomazia portando come esempio la Stazione Spaziale Internazionale: «Questo programma, nato negli anni '80, è diventato uno strumento di pace e cooperazione globale subito dopo la caduta del muro di Berlino e lo smantellamento dell'Urss, e anche uno strumento di controllo. Grazie a questa cooperazione è stato possibile continuare a lavorare e supervisionare una generazione di ingegneri spaziali sovietici altamente qualificati che, altrimenti, si sarebbero ritrovati senza lavoro e avrebbero potuto “vendere” le proprie conoscenze in modo non controllato».

Durante l'evento sono state premiate le Istituzioni e le aziende che hanno sostenuto l’International Program and Master in Cultural Diplomacy in questi cinque anni: Ministero degli Affari Esteri, Ministero della Cultura, ENI, Intesa Sanpaolo, ENEL (Res4Africa Foundation), Human Technopole, Stauffer Academy, Fondazione Santagata.

Infine, la professoressa Olivares è stata insignita dell’Ordine della Stella d’Italia, onorificenza concessa dal Presidente della Repubblica a quanti abbiano acquisito particolari benemerenze nella promozione dei rapporti di amicizia e di collaborazione tra l'Italia e gli altri Paesi e nella promozione dei legami con l'Italia, con la seguente motivazione: "La professoressa Federica Olivares, nella sua collaborazione con entità Accademiche e col Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha maturato nel suo percorso professionale riconosciuti meriti nella promozione del dialogo internazionale basato sulla Diplomazia Culturale, distinguendosi per un approccio attento alla geopolitica, come anche ai rapporti interreligiosi e valoriali. Membro di prestigiose Istituzioni culturali in Italia e all’estero, per la sua autorevolezza le sono state affidate significative iniziative istituzionali a livello internazionale. La particolare attenzione ai valori e al dialogo interreligioso l’ha condotta a privilegiare le relazioni con le Ambasciate presso la Santa Sede, compresa l’Ambasciata d’Italia".

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