E se tutto questo rappresenta il valore aggiunto di una laurea in Cattolica per l’alumna Elisabetta, per sua figlia Alessandra, il plus distintivo di una formazione in Cattolica è dato dal fatto che «in università ho potuto creare le mie occasioni e crescere attraverso esperienze che ho scelto di vivere fino in fondo. Esperienze che sono andate oltre le lezioni, lo studio e gli esami. Le opportunità di formazione e crescita - tra associazioni studentesche, conferenze, eventi culturali e incontri con il mondo del lavoro – mi hanno permesso di sviluppare utili competenze e importanti relazioni che sono rimaste anche dopo la laurea». In particolare, Alessandra fa riferimento a quando, nel corso del suo secondo anno di università, ha iniziato a far parte della divisione di Data Analytics dello Starting Finance Club Cattolica, dove è stata prima Head e oggi ne ricopre il ruolo di vicepresidente dell’intera associazione: «Far parte di un’associazione significa confrontarsi con persone curiose, propositive, con tanta voglia di imparare. Significa aver acquisito soft skills fondamentali per il mio futuro: dal sapere lavorare in squadra alla gestione di un team, alla risoluzione efficace e veloce di problemi, fino al dialogo professionale con ospiti e partner esterni».
Sostanzialmente per la neodottoressa Alessandra il suo triennio in Cattolica è stato un tempo «intenso, pieno di obiettivi raggiunti e di scoperte che mi hanno aiutata a comprendere meglio chi sono e cosa voglio», ma è stato anche «un bellissimo mix di amicizie e piccole abitudini che ricorderò con affetto: il tram 16 la mattina con la mia amica Ginevra, le lezioni, le pause caffè e le lunghe giornate di studio in sessione».
Ma soprattutto, per Alessandra, sono stati anni in cui nulla è stato casuale, l'università non ha solo trasmesso conoscenze e competenze, ma ha aperto porte che hanno stimolato nuove curiosità e generato nuovi orizzonti: «Durante il primo anno di Scienze bancarie ho notato, per caso, un volantino che annunciava una conferenza sul ruolo dell’attuario. Incuriosita, ho deciso all’ultimo momento di partecipare ed è stata una vera svolta per me. Quell’incontro in Cattolica mi ha fatto scoprire una professione di cui non avevo mai sentito parlare e mi ha trasmesso un entusiasmo inaspettato». Sempre durante quell’incontro Alessandra conosce il professor Nino Savelli, che qualche anno dopo sarebbe diventato suo docente: «Le sue lezioni di Teoria del rischio — precise, chiare e appassionate — mi hanno davvero fatto apprezzare la complessità della materia. Lo stesso approccio l’ho ritrovato nelle lezioni di Francesco Della Corte e Gian Paolo Clemente che, successivamente, è stato il relatore della mia tesi intitolata L’impatto dei trattati riassicurativi sul capitale di rischio, analisi del contesto della solvibilità d’impresa».
Riflettendo l’alumna Alessandra osserva che sono stati proprio questi tre docenti «a far nascere in me la voglia di proseguire in Cattolica, con la magistrale in Scienze Attuariali, per diventare attuario» così come fa presente quanto la sua università sia stata ed è «un punto di riferimento importante, un contesto che ha e sta accompagnando diverse fasi della mia vita».
Non può che dirsi quindi soddisfatta Alessandra di aver scelto l’Università Cattolica per la sua formazione accademica, una scelta che – sebbene in famiglia ci fossero già tre alumni Unicatt: i genitori e il nonno paterno – è stata del tutto indipendente come lei racconta: «Mamma e papà mi raccontavano spesso aneddoti divertenti della loro vita universitaria, storie che mi facevano sorridere e incuriosire, ma non hanno influito sulla mia decisione, più che seguire un percorso già tracciato, ho deciso di costruire la mia esperienza personale».
L'Università Cattolica per la famiglia Bodio ha rappresentato non solo un punto di partenza, ma un filo conduttore che ritorna e riemerge nelle scelte di vita di ciascuno. «Il legame con l’Ateneo non l’ho mai sentito venir meno – afferma infatti papà Luca –, sia per aver frequentato il corso di formazione post laurea sul Marketing bancario, sia per tanti rapporti di amicizia rimasti nel tempo, sia per il fatto che da una decina di anni, come docente incaricato, sono orgoglioso di offrire un contributo diretto all’università che mi ha formato». Un fil rouge quello con l’Ateneo che talvolta è carico di grandi emozioni, come riflettono le parole di mamma Elisabetta: «Tornare in Cattolica e camminare di nuovo nei chiostri dove ho studiato per anni mi ha fatto rivivere tanti ricordi, con un po’ di nostalgia ma anche tanta felicità. Assistere alla laurea di mia figlia e scattare insieme con lei le foto nei medesimi luoghi dove le feci io da neodottoressa, è stato davvero un momento speciale, ricco di orgoglio e tenerezza. È stato come chiudere un cerchio e aprirne uno nuovo».