La tradizionale Fiera del libro FILGUA del Guatemala, in programma quest’anno dal 6 al 16 luglio, è dedicata al noto scrittore e a lungo professore ordinario di Lingua e letteratura spagnola dell’Università Cattolica dove è tuttora titolare del corso
Professore universitario, scrittore, Premio nazionale di letteratura del Guatemala nel 1991 e membro della Academia Guatemalteca de la Lengua, Dante Liano riceve in questi giorni il riconoscimento di una vita dedicata a capire e rappresentare la ricchezza e le contraddizioni del suo paese.
In occasione della XX edizione della Fiera del libro FILGUA 2023 a lui dedicata dal 6 al 16 luglio nella capitale guatemalteca, Dante Liano sarà impegnato in una serie di iniziative di divulgazione e di riflessione critica, che testimoniano il ruolo centrale che svolge nel mondo intellettuale guatemalteco. Il suo impegno si esplica in percorso umano volto alla creazione letteraria, alla ricerca e alla didattica della letteratura ispanoamericana sia in America Latina che in Italia, dove è stato docente presso diversi atenei nazionali. Negli ultimi decenni si è impegnato con passione e lungimiranza come professore ordinario di Lingua e Letterature Ispanoamericane presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Nella sua lunghissima esperienza come docente universitario, Dante Liano ha trasmesso a generazioni di studenti il suo amore per la letteratura e l’estetica della lingua spagnola. Ma soprattutto ha formato gli studenti nel rispetto dell’onestà intellettuale, il rigore scientifico e il profondo impegno umano che dà un senso alla nostra esistenza.
La sua vasta e variegata produzione letteraria come autore di racconti, romanzi e articoli giornalistici lo ha visto costantemente in prima linea nella difesa dell’integrità umana e dei valori essenziali in cui crede: la solidarietà, l’impegno sociale e la curiosità intellettuale. Ed è proprio nella celebrazione della ricchezza della popolazione indigena e della sua cultura millenaria che Dante Liano esplica il suo ruolo di coscienza critica del suo paese.
Nonostante i secoli di discriminazione e l’etnocidio di cui è stata vittima la popolazione maya del Guatemala, durante la colonizzazione spagnola, prima, e durante il conflitto armato della seconda metà del Novecento, poi, una gran parte della produzione letteraria di Dante Liano è dedicata al riscatto e alla celebrazione della ricchezza di questa cultura.
Frutto del suo costante impegno umano e sociale è l’amicizia personale e la collaborazione intellettuale con Rigoberta Menchú, attivista maya k’iche’ e premio Nobel per la Pace nel 1992. Insieme a lei, Dante Liano si è fatto promotore del riscatto della storia dimenticata e silenziata dei maya, con opere come Rigoberta, i maya e il mondo (Rigoberta, la nieta de los mayas di Rigoberta Menchú, Dante Liano e Gianni Minà, 1998) e anche con la trascrizione e ricreazione di favole maya, come per esempio La bambina di Chimel (Li Mi’n, Una niña de Chimel, 2001) o Il vaso di miele (El vaso de miel, 2003), in cui Dante Liano e Rigoberta Menchú hanno riprodotto per iscritto la magia e la profonda saggezza della cosmovisione maya.
La tormentata storia del Guatemala, la violenza contro la popolazione maya, le discriminazioni etniche e il progetto di assimilazione culturale da parte dell’élite bianca del paese rappresentano lo sfondo ma anche la linfa vitale delle sue opere: El lugar de su quietud (1989), L’uomo di Monserrat, (El hombre de Montserrat, 1994), Il mistero di San Andrés (El misterio de San Andrés, 1996), fino ad opere più recenti, come Il figlio adottivo (El hijo de casa, 2004) e L’avvocato e la signora (El abogado y la señora, 2017).
In questi romanzi l’autore denuncia l’ingiustizia e la crudeltà della storia recente del suo paese, ma anche di tutta la società occidentale. Il suo sguardo ironico non si separa mai dalla dolcezza e dal lirismo, che si intrecciano costantemente nella rappresentazione della vita dei più deboli. Denuncia e poesia nell’utopia di un gruppo di migranti calabresi sorpresi dalle contraddizioni della storia sulle coste del paese centroamericano in Piccole storie di viaggi, amori e italiani (Pequeñas historias de viajes, amores e italianos, 2008); mito e realismo nella rappresentazione della donna che con infinita dignità va a raccogliere in un sacchetto di plastica i resti del suo compagno massacrato durante il conflitto armato in L’avvocato e la signora (El abogado y la señora, 2017), fino ad arrivare allo sguardo mordace e alla partecipazione emotiva nell’inno dedicato alla donna portata alla morte dalla violenza del marito, in Réquiem por Teresa (2019).
Una letteratura, quella di Dante Liano, sempre attenta a creare nel lettore una coscienza critica, a denunciare le ingiustizie della nostra società e a renderci partecipi della magia e della poesia presenti nella vita dei più deboli.
Il suo recente ingresso nella Academia Guatemalteca de la Lengua dimostra il suo costante impegno nella promozione della lingua e cultura del Guatemala, intesa nella sua pluralità e nei suoi processi di transculturazione. Non è casuale quindi che a Dante Liano sia dedicata proprio la XX edizione della Fiera del libro guatemalteco. Numero sacro per i maya, il ciclo di 20 anni costituisce la base del calendario maya: il katún. Questo numerale nella cosmovisione maya rappresenta il completamento, l’apertura verso un nuovo ciclo di vita, il movimento dinamico del tempo, che ritorna costantemente su se stesso, per rinnovarsi di nuovi stimoli, nuove prospettive critiche e nuove proposte esistenziali.