Parola entrata oramai nell’uso comune, DaD, acronimo di didattica a distanza, è la realtà che studenti e docenti si sono trovati ad affrontare in seguito alle misure di contenimento dovute alla pandemia. “Diversamente dalle lezioni in aula, nella didattica online viene a mancare l’aspetto delle relazioni in presenza con gli altri, muta il modo di porre domande e interagire con un insegnante, non ci sono persone vicine che possano contribuire a mantenere l’attenzione o comportamenti favorevoli all’apprendimento”. A parlare è Laura Colautti, psicologa e tutor del corso ‘Lifelong Learning ed Empowerment’ (laurea magistrale in Psicologia per il benessere). Insieme alla collega Francesca Gota ha guidato gli studenti dell’insegnamento tenuto dal Professor Alessandro Antonietti in un’esercitazione pratica sul tema.
“Il compito dato ai ragazzi – racconta Colautti – consisteva nel predisporre una comunicazione rivolta ai compagni per motivarli ad attuare comportamenti per migliorare il loro apprendimento alla luce di quanto indicato dalla letteratura scientifica in materia”.
Il risultato è stato la produzione di un breve video – protagonista lo studente Daniel Di Martino nelle vesti di attore – che mostra come cambia l’esperienza della didattica al computer se si mettono in atto alcune buone pratiche. L’uso del cellulare, per esempio, può ostacolare l’apprendimento, mentre un ambiente ben illuminato può avere effetti positivi, così come vestirsi adeguatamente rispetto al contesto lavorativo o di studio può agevolare il rendimento. E ancora, limitare i rumori esterni può migliorare la performance cognitiva e tenere una postura corretta può favorire la partecipazione e la concentrazione. Poche e semplici regole che possono essere tuttavia di grandissimo aiuto, come chiarisce Colautti: “All’interno della propria casa è molto importante crearsi uno spazio fisico che sia dedicato esclusivamente all’apprendimento, con la possibilità di avere a portata di mano il materiale necessario – piano d’appoggio per computer, fogli o quaderni – che permetta di essere comodi e sentirsi a proprio agio, anche con la giusta temperatura ambientale, e di non avere vicino stimoli che possano essere fonte di distrazione”.
Alla base del lavoro proposto ai ragazzi ci sono ricerche – molte delle quali ispirate a studi precedenti all’avvento della DaD – sulle condizioni, sia ambientali che relative alla persona, in grado di mantenere alti i livelli di concentrazione e attenzione.
Il video prodotto dai ragazzi utilizza toni ironici che sdrammatizzano le difficoltà sperimentate in prima persona, ma allo stesso tempo fornisce in chiave positiva possibili soluzioni. “Il nostro intento – racconta Daniel Di Martino – era creare un prodotto che potesse sia intrattenere che offrire spunti di riflessione scatenando in chi guarda un vero e proprio processo di empowerment a tutti gli effetti. Per questo – aggiunge – abbiamo impostato lo spot come se fosse un mini-film, ideando una sceneggiatura con una trama ben delineata, in cui lo spettatore potesse immedesimarsi e poi scegliere la realtà che preferisce”. In pochi minuti sono racchiuse ore di lavoro che hanno coinvolto insieme a Di Martino altri compagni di classe nella definizione della sceneggiatura, nelle riprese con lo smartphone e nel montaggio: Alessia Davidi, Andrea Agostini, Cecilia Molari, Fabio Matrascia, Federica Negri, Federica Viscomi, Francesca Croce, Francesca Gatta e Vittoria Olivero. Lo scoglio principale, secondo Di Martino, è stato quello di rendere marcate le differenze tra le pratiche negative e quelle positive: “ci siamo riusciti applicando vari effetti al video e utilizzando musiche di sottofondo che accompagnano l’azione del protagonista e rendono bene il suo stato d’animo”.
“La DaD ha posto tutti noi di fronte a delle sfide ma ci ha anche mostrato ulteriori potenzialità della tecnologia” – osserva Laura Colautti – “riuscire a vedere questi cambiamenti come un’occasione per riflettere sulle proprie modalità di apprendimento e per migliorare i propri ‘punti deboli’ può sicuramente influire positivamente sul proprio processo di formazione”. Il lavoro prodotto dagli studenti di Lifelong Learning ed Empowerment della laurea in Psicologia per il benessere va sicuramente in questa direzione.