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Donne e Stem, un divario da colmare

06 febbraio 2024

Donne e Stem, un divario da colmare

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Le donne STEM (Science, Technology, Engineering e Mathematics) sono ancora troppo poche nei diversi settori dello studio e della ricerca, un fatto grave soprattutto perché si sa che tali competenze contribuiranno alla crescita sociale di un Paese e fondamentale per l’innovazione e la competitività dell’impresa. 

Ad oggi solo il 28.8% delle donne a livello globale riesce ad affermarsi in ambito scientifico e di queste l’Italia è maglia nera con soltanto il 16,5% delle giovani che si laurea in facoltà scientifiche, contro il 37% dei maschi (dati Istat 2021). Un gap che nasce già nei primi anni di scuola e prosegue nel mondo del lavoro: nelle aree Stem solo un professore ordinario su cinque è una donna. Tra i rettori, le donne sono appena 7 su oltre 80. Sempre in Italia il gap retributivo per le laureate magistrali in corsi STEM è del 6% , mentre raggiunge il 23% la percentuale di donne in posizione di senior e middle management. 

Per cercare di ridurre questa disparità di genere – anche se il numero delle laureate in area STEM è aumentato negli ultimi anni e si aggira sul 37% - Assolombarda ha lanciato nel 2016 il progetto STEAMiamoci. Nel nome, che vuole essere un’esortazione, l’acronimo STEM si completa con la “A” di Arte, per includere ogni aspetto della conoscenza e dell’espressività.
Cinque donne d’impresa hanno gettato le basi di una realtà diventata oggi una rete sinergica di aziende, università, enti e associazioni, nazionali e internazionali, impegnate in progetti di valorizzazione dei talenti femminili nelle professioni scientifiche e tecnologiche.

Da qualche mese anche l’Università Cattolica del Sacro Cuore – su proposta della sede di Brescia e d’intesa con la professoressa Raffaella Iafrate, prorettrice con delega alle Pari opportunità dell’Ateneo - è entrata a far parte di questa rete che intende attivare e promuovere progetti che concretamente promuovono la diversità di genere nel mondo imprenditoriale e in tutte le professioni scientifiche, tecnologiche e informatiche, anche attraverso attività di formazione e orientamento scolastico.   

«Il progetto intende coinvolgere gli attori civili, politici e imprenditoriali in attività che inneschino un cambiamento culturale sulle professioni femminili con l’obiettivo di ridurre il gap di genere, sostenere l’importanza delle donne nel tessuto culturale e produttivo, trovare misure per aumentarne l’incidenza e il valore. 

Essendo presente a Brescia la Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali ci è sembrato opportuno aderire a questo progetto e portare il nostro contributo - afferma la prorettrice Iafrate. Già da molti anni i docenti della facoltà hanno attivato progetti con e per le scuole per favorire la diffusione della cultura scientifica e avvicinare le ragazze allo studio delle materie Stem come ad esempio accade ogni anno con la Disfida matematica femminile. Quest’anno hanno partecipato più di cento studentesse provenienti da tutta la Lombardia, allenate da una ricercatrice della Facoltà che è andata nelle scuole». 

Sono state due figure femminili - Stefania Pagliara e Sonia Freddi - le protagoniste del progetto “Cittadinanza scientifica in azione” così come due ricercatrici  presenteranno la propria ricerca durante la settimana delle materie STEM”. La Facoltà ha raggiunto quest’anno un importante risultato a riguardo: il numero delle ragazze iscritte ai corsi di laurea della Facoltà è pari a quello dei ragazzi. La media nazionale delle ragazze iscritte ad un corso di laurea STEM è attualmente inferiore al 40%.

Altre azioni verranno promosse nel corso dell’anno per avvicinare le ragazze alle materie STEM, come ad esempio un nuovo progetto di service learning dedicato a questo tema. 

Un articolo di

Antonella Olivari

Antonella Olivari

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