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Donne per la pace, la petizione di Avvenire

08 marzo 2024

Donne per la pace, la petizione di Avvenire

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La prima pagina di Avvenire di venerdì 8 marzo 2024


Dare piena attuazione all’agenda “Donne, pace e sicurezza”. Ma anche promuovere interventi di “diplomazia riparativa” nei luoghi di conflitto. È l’ambizioso obiettivo della Petizione al Parlamento Europeo del quotidiano Avvenire, elaborata grazie al contributo scientifico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il documento, presentato l’8 marzo 2024 in occasione della Giornata Internazionale della Donna, chiede alle istituzioni eurounitarie di adoperarsi per un maggiore coinvolgimento delle donne ai tavoli delle trattative di pace, dal momento che il loro ruolo resta ancora troppo marginale.

«In questo delicato momento storico, è importante far passare il messaggio che la costruzione della pace e la gestione dei conflitti è un impegno che ci riguarda tutti», dice Raffaella Iafrate, prorettrice e delegata per le Pari opportunità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, impegnata nella realizzazione della Petizione. «In altri termini bisogna democraticizzare i percorsi di costruzione dei cessate il fuoco e della convivenza pacifica tra le persone divise da qualsiasi forma di violenza e di discriminazione, non solo nelle aree di guerra ma anche nei nostri quartieri, nelle nostre città, nelle nostre comunità di appartenenza». Questo perché, fa eco Claudia Mazzucato, docente di Diritto penale e Giustizia riparativa all’Università Cattolica, anche lei coinvolta tramite l’Alta Scuola “Federico Stella” sulla Giustizia Penale nella stesura del documento, «ciascuno di noi, nel luogo in cui si trova, può essere un costruttore di relazioni pacifiche o un divisore. Può favorire la convivenza rispettosa tra nemici, seguire l’esempio dei Giusti tra le nazioni e dell’umanità, o alimentare i conflitti, o addirittura ‘importarli’, con il fuoco sterile di un’indignazione rabbiosa fine a sé stessa o persino strumentale a certe discriminazioni e polarizzazioni. Adoperarsi per creare spazi di dialogo, pur avendo posizioni molto diverse, in ogni luogo difficile, vicino o lontano, disarmando il dolore: è questa la speranza, questo il nostro impegno, consapevoli che chi vive sulla propria pelle gli effetti della violenza molto spesso è il primo, la prima, a desiderarne la fine. Ma raramente gli si dà ascolto ai tavoli dove i potenti decidono della vita e del futuro degli altri».

La Petizione fa parte di una più ampia campagna di sensibilizzazione che, per il secondo anno consecutivo, Avvenire lancia in occasione della Festa della Donna per dare voce e sostegno concreto alle donne impegnate nei processi di pacificazione in tutto il mondo. #AvvenireDonnePerlaPace, si chiama così l’iniziativa, promuoverà anche una raccolta fondi per finanziare un progetto educativo in Israele. Le donazioni serviranno a creare spazi di dialogo per consentire alle mamme di religioni diverse a educare sé stesse e i loro figli alla pace nonostante la guerra.

Tutta la campagna, dedicata a Vivien Silver, tra le fondatrici del movimento pacifista israeliano “Women Wage Peace” e uccisa da Hamas il 7 ottobre, partirà dalle pagine del quotidiano, del sito e dei social dall’8 marzo, raccontando le storie personali e i percorsi di convivenza pacifica intrapresi da decine di donne, tra cui Premi Nobel per la pace come l’iraniana Shirin Ebadi, la yazida Nadia Murad, la filippina-americana Maria Ressa, mediatrici di fama internazionale come la ruandese Godeliève Mukasarasi, la nordirlandese Monica McWilliams. Le voci raccolte diventeranno poi una miniserie podcast e un libro nei prossimi mesi.

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Redazione

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