NEWS | Notte prima dell'esame

Due sorelle, due lauree, un’unica grande soddisfazione

12 novembre 2025

Due sorelle, due lauree, un’unica grande soddisfazione

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Si sono laureate quasi in contemporanea nell’Ateneo milanese di Largo Gemelli. Le due corone d'alloro sono arrivate, nel giro di pochi giorni, tra fine settembre e inizio ottobre, per le sorelle Martina e Michela Vair, di 26 e 22 anni, rispettivamente alumnae della Facoltà di Economia e Lettere e filosofia. Agitazione e soddisfazione sono state le emozioni che indubbiamente hanno accompagnato le sorelle Vair nelle loro “notti prima dell’ultimo esame”.

"Psicologia sociale della comunicazione" è l’esame con cui Michela ha concluso la sua triennale in Linguaggi dei media: «Ricordo che il professore, prima dell’inizio della seduta d’appello, disse a tutti di non usare la scusa che fosse l’ultimo esame universitario per essere promossi. Mi fa sorridere pensare che la notte prima, molto agitata, avevo pensato che nel caso in cui non fosse andato bene avrei potuto usare proprio quella frase! Invece sono uscita dall’aula molto soddisfatta e un po’ triste a pensare che l’unica altra volta che avrei rimesso piede in Cattolica sarebbe stato per la discussione e poi per la proclamazione».

"Diritto del lavoro" è stato invece l’esame con cui Martina ha portato a termine il suo corso di laurea in Economia e legislazione d’impresa: «Mi sentivo più agitata del solito, proprio perché sapevo che sarebbe stato il mio ultimo esame e volevo assolutamente passarlo. La cosa più bella è stata quando ho ricevuto il voto, un bel voto tra l'altro, mi sono sentita molto soddisfatta e contenta di aver concluso il mio percorso universitario. Appena sono uscita dall'aula mi sono messa a piangere, da sola nei corridoi dell’università, tanta era la mia felicità. "Ce l'ho fatta, pensavo, ce l'ho fatta a fare tutti gli esami nonostante lavorassi già a tempo pieno». Martina ha iniziato infatti subito a lavorare dopo essersi diplomata, dal 2018 è consulente finance presso Altea Federation, l’azienda su cui ha poi incentrato la propria tesi di laurea intitolata: Gestione e innovazione d'impresa: il modello olonico virtuale di Altea Federation.

Un articolo di

Graziana Gabbianelli

Graziana Gabbianelli

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Martina Vair


«Dopo un anno che lavoravo mi sono resa conto che mi mancava studiare e quindi ho deciso di immatricolarmi in Cattolica» racconta Martina, che ammette come non sia stato assolutamente facile conciliare lavoro e università: «lavorando a tempo pieno avevo a disposizione poco tempo, i fine settimana erano quindi diventati gli unici momenti utili per studiare. Quando si avvicinavano le sessioni studiavo prima e dopo le ore di lavoro, talvolta mi sono presa anche un paio di giorni di ferie prima degli esami, in modo da potermi preparare al meglio». L’alumna Martina racconta inoltre che ha dovuto molto «arrangiarsi da sola all’inizio», quando era al primo anno, e «nessuno sembrava sapesse come funzionava l’iscrizione a tempo parziale» e non nasconde le difficoltà incontrate e il fatto che tutto sarebbe stato più semplice e agevole se avesse avuto, per esempio, la possibilità di usufruire – non solo nel periodo della pandemia da Covid – delle lezioni registrate e di poter fare colloqui online con i docenti. A fronte quindi di tutto l’impegno, la volontà, la fatica con cui Martina è riuscita a conciliare e portare avanti lavoro e studio lo scorso 26 settembre, nel giorno della sua laurea, la maggiore delle sorelle Vair era «agitatissima per la felicità di essere letteralmente a un passo dal traguardo che mi ero prefissata sei anni prima».

Una emozione incontenibile - «tanto da non sentire quando il preside della commissione di laurea ha pronunciato il voto» - è quella vissuta e descritta invece dalla sorella minore Michela nel giorno della sua proclamazione, lo scorso 4 ottobre. L’alumna si ritiene molto fortunata del fatto che il suo «corso di laurea abbia richiesto ancora di discutere la tesi»; la discussione del proprio elaborato di tesi le ha regalato infatti una bella soddisfazione, tanto che rammenta in particolare come «tutta l’adrenalina è venuta fuori non appena sono uscita dall’aula: mi sono sentita più leggera e anche un po’ triste, perché significava che il mio percorso in università era terminato per davvero».

Ad accomunare i ricordi del loro giorno di laurea, per Martina e Michela, c'è il momento dell'iconico salto delle siepi, nel secondo chiostro dell'Ateneo. Quel rito che ogni studente sogna un giorno di fare da neolaureato, immaginandolo come un trionfo spensierato e liberatorio, si rivela poi – come raccontano sorridendo le due sorelle – un'impresa tanto divertente, quanto più ardua del previsto. Tra pioggia battente e pozzanghere insidiose, tra siepi più alte di quanto sembrino, il salto per le neodottoresse Vair è stata una vera sfida buffa e memorabile.

Ripensando invece alle varie “sfide scritte e orali”, sostenute durante il loro percorso universitario in Cattolica, l’alumna Martina osserva che, se Bilancio è l’esame che più le ha dato soddisfazione, tanti altri sono stati veramente interessanti: «Diritto commerciale e del lavoro mi sono particolarmente piaciuti, ma anche Economia e gestione delle imprese. Sono tutte materie che ho apprezzato in quanto le comprendevo più facilmente, grazie al lavoro che svolgo. D’altro canto molte discipline studiate mi hanno fatto migliorare nel mio ambito professionale, aumentando le skills su argomenti sui quali avevo conoscenze base».

Michela Vair


Michela invece non ha ombra di dubbio nel citare "Forme dell’espressione visiva e letteraria nella contemporaneità" come il suo esame preferito, nonostante al secondo anno del suo corso di laurea in Linguaggi dei Media abbia scelto di intraprendere un profilo più giornalistico, vale a dire il curriculum in Media dell’informazione: «Tra gli esami a scelta decisi proprio di frequentare questo corso annuale suddiviso in una prima parte letteraria e in una seconda artistica, dove venivano analizzate le opere con a tema il male e in particolare la guerra. È da questo spunto che ha avuto origine la mia tesi – intitolata La necessità umana di raccontare: gli scritti di Salmen Gradowski e gli scatti di Francisco Boix dai campi di sterminio - effettivamente divisa in una parte letteraria e in una fotografica». Ma un ricordo particolare Michela lo riserva al laboratorio di Scrittura giornalistica tenuto dalla professoressa Patrizia Zelioli: «Il numero ridotto di studenti al laboratorio permise di instaurare un rapporto più diretto con la docente, tanto che le chiesi consigli su come entrare nel mondo del giornalismo. Ora posso dire che è anche grazie alla professoressa Zelioli se faccio da due anni e mezzo il lavoro dei miei sogni: vale a dire la giornalista sportiva per Bici Sport, una rivista mensile dedicata al ciclismo». Questa esperienza sul campo, portata avanti in parallelo con gli anni di università, ha permesso all’alumna Michela di «mettere immediatamente in pratica ciò che apprendevo a lezione, e al contempo portare l’esperienza pratica come ausilio allo studio. Nel futuro vorrei continuare a raccontare lo sport, e in particolare il ciclismo di cui sono appassionata. Poiché non mi dispiacerebbe anche poter ricoprire il ruolo di addetta stampa in qualche squadra, o per qualche atleta, ho deciso di iscrivermi al corso di Alta Formazione erogato dall’Università Cattolica di Athlete Brand Image per i social media».

Martina è invece molto grata alla sua relatrice, la professoressa Domitilla Magni di Economia e gestione delle imprese, per la disponibilità dimostrata, ma non nasconde un po' di rammarico per altri docenti che, a suo dire, avrebbe voluto più collaborativi nei confronti degli studenti-lavoratori come lei.

Due voci, un'unica storia: quella delle sorelle Vair all'Università Cattolica di Milano. Il loro è un racconto a due voci che parla di impegno, fatiche e soddisfazioni, ed è unito dal filo rosso di piccole superstizioni condivise, che hanno scandito ogni traguardo, esame dopo esame. «Io e Martina condividevamo tutto, anche le scaramanzie – raccontano -. Nel portafoglio o in tasca, il nostro talismano fin dai tempi del liceo: una figurina di Filippo Ganna. E prima di ogni prova, il rituale in bocca al lupo telefonico del nonno Gino – sempre seguito dalla nostra triplice risposta: grazie, crepi e viva il lupo».

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