
News | Parola del giorno
Il mattino di Pasqua
Sulla scena che apre i racconti della risurrezione nel Vangelo di Giovanni si susseguono diversi personaggi. Maria di Màgdala è la prima a recarsi al sepolcro.
| Bernardino Pessani
05 febbraio 2021
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Vangelo di Marco (Mc 6,14-29)
Vale forse la pena accostare il racconto breve, preciso e drammatico di Marco (Mc 6,14-29) alle suggestive sequenze del “Gesù di Nazareth” di Franco Zeffirelli. Già dalle prime note del bellissimo tema musicale che accompagna la danza di Salomè appare chiaro che Erode è definitivamente perduto: detentore di un potere illusorio, nulla può contro il devastante fascino congiunto, e nel contempo dilacerante, di Erodiade e di sua figlia. Anche quando in seguito incontrerà Gesù lo rimanderà da Pilato, mancando l’ultima possibilità di riscatto: prigioniero da tempo, forse da sempre.
Invece Giovanni, “il più grande dei nati da donna”, è libero e lo è sempre stato. Ha tracciato una via, senza essere la Via; egli è stato come “la guida che porta alle cime”, che “ha il passo uguale e tenace”, che “ha la voce dal sapore di roccia e canta sereno nella tormenta”. Giovanni può ispirare anche un professore dell’era Covid.
Un articolo di
Docente di Geometria
Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus.
Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno letti in un podcast e accompagnati da un’immagine scelta in rete.