Un nuovo paradigma economico basato sugli obiettivi del benessere, della giustizia sociale, della sostenibilità, della cooperazione. Perché «il punto di svolta del Ventunesimo secolo è un ripensamento dell’economia» che attinga alla saggezza antica, quella di Aristotele e delle Scritture. Un nuovo approccio, insomma, come quello indicato da papa Francesco, di cui si fa portatore Jeffrey D. Sachs, economista di fama internazionale e tra i massimi esperti di sviluppo sostenibile.
Docente alla Columbia University dove dirige il Center for Sustainable Development e responsabile della Commissione Covid-19 per la rivista scientifica “Lancet”, giovedì 21 ottobre è stato il secondo ospite del ciclo di Conferenze “Un secolo di futuro: l’Università tra le generazioni”, l’iniziativa promossa dall’Università Cattolica del Sacro Cuore in occasione del Centenario. «Il nostro non è un mondo buono dal punto di vista economico. Siamo più ricchi di quanto eravamo cento anni fa ma non siamo più buoni», ha spiegato il professore della Columbia University, pronunciando la sua lecture dal titolo “Ecologic Transition and Social Inclusion: Towards a New Economic Paradigm”.
D’altronde «le profonde trasformazioni in atto aumentano le disuguaglianze tra ricchi e poveri», ha detto il rettore Franco Anelli introducendo l’intervento. «Queste polarizzazioni sono le conseguenze di scelte antiche, ma negli ultimi anni hanno avuto un’accentuazione straordinaria». Quindi, ha chiesto il rettore «Come possiamo invertire la rotta?».
La risposta di Sachs è molto semplice: «È un anacronismo essere guidati dalla ricchezza» perché questa porta «maledizione» e non fornisce una «soluzione». Di fatto le nostre attività economiche minacciano la «sopravvivenza» dell’umanità. Citando un recente rapporto Fao, l’economista ha snocciolato alcune cifre che testimoniano le ingiustizie presenti nel mondo. «Tre miliardi di persone non possono mangiare in modo sano. Ma questo non è una breaking news perché al sistema non interessa». Infatti, ha aggiunto, «non importa dire che 100 milioni di persone non hanno accesso alla sanità e numerosi bambini cresceranno senza istruzione». Certo, «nel nostro mondo c’è più ricchezza rispetto a 100 anni fa ma c’è anche una terribile negazione dei diritti umani».
Insomma, siamo una «democrazia del denaro» basata sull’«etica dell’accumulo». E, ha denunciato Sachs, «negli ultimi quarant’anni le nostre società, insieme alla distruzione dell’ambiente, sono diventate ingiuste». Basti pensare che la ricchezza del mondo intero è concentrata nelle mani di tremila persone che progettano «voli nello spazio» anziché preoccuparsi di ridurre la forbice delle disuguaglianze economiche.