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I professionisti della cultura disegnano la città

21 maggio 2024

I professionisti della cultura disegnano la città

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La cultura è un luogo di condivisione e narrazione collettiva e valorizzare le risorse che ogni città possiede contribuisce a disegnare il presente. Se ne è parlato lo scorso 10 maggio, nel contesto della Civil Week di Milano, durante l'incontro Cultura e welfare per lo sviluppo di comunità. 3 progetti di innovazione culturale nel quale gli studenti della XVII edizione del master “Progettare Cultura” dell’Università Cattolica hanno presentato tre proposte di innovazione culturale.

Durante l'anno si svolgono diversi progetti sul campo e in questi mesi gli studenti sono stati invitati da "On! Trasformazioni Generative" a lavorare sugli Spazi WeMi del Comune di Milano. L'esperienza ha sfidato gli studenti del Master nel cercare di mettere in relazione mondi apparentemente distanti: i servizi alla cittadinanza e le risorse culturali di Milano.

È stata un’occasione per approfondire il ruolo del welfare culturale: le idee proposte dagli studenti si sono concentrate su due filoni principali emersi dall'analisi di contesto, il coinvolgimento di giovani nella fascia d'età 11-13 anni e l'invecchiamento attivo degli over 65. Attraverso diverse interviste per cogliere le istanze e le sensibilità di chi vive la zona indagata, i risultati sono stati confrontati con le possibilità dei centri culturali pronti ad attivarsi, e sono state ideate nuove proposte culturali che i centri WeMi del Comune potrebbero implementare. Le proposte sono state presentate e rielaborate durante l'incontro al quale hanno preso parte responsabili dei centri culturali e degli spazi WeMi del Comune.

 

Il mondo della cultura, italiana e internazionale, sta affrontando importanti cambiamenti che danno sempre più spazio alla relazione coi diversi pubblici, e alla misurazione dell'impatto dei cambiamenti prodotti nella società. Coordinato da Ivana Vilardi, il master “Progettare Cultura” ha dedicato una parte formativa ad approfondire questo aspetto trasversale a molte professioni, e ora alcuni ex allievi portano questa sensibilità nei diversi ambiti nei quali stanno operando, in realtà italiane e straniere.

A livello internazionale la cultura come strumento per promuovere il benessere è stata oggetto di sperimentazione negli ultimi 40 anni. In Italia la riflessione sulla cultura come leva per sviluppare il benessere individuale e aumentare il capitale sociale delle persone e delle comunità, aveva già trovato spazio prima della pandemia, ma dopo ha assunto una nuova importanza. Ad esempio in Italia Catterina Seia ha promosso la relazione fra cultura e benessere attraverso diversi progetti, uno per tutti "Nati con la Cultura", che offre ai nuovi nati e alle loro famiglie un passaporto culturale per dare libero accesso al museo aderente al progetto al bambino/a e al suo nucleo famigliare, fino al compimento del suo primo anno d’età. 

«L'aspetto del valore dell'impatto sociale positivo della cultura è ormai entrato a far parte delle riflessioni sia delle istituzioni culturali, sia di realtà che operano in altri settori» - ha affermato Ivana Vilardi.
Diversi diplomati del Master lavorano per realtà che intendono l'arte e la cultura anche in chiave di promozione sociale per la creazione di reti di relazione.

Tra le realtà che hanno promosso nel tempo questo approccio, fin dalle origini, c’è Fondazione per l'Innovazione Urbana (FIU) di Bologna. La responsabile di sviluppo progetti, Marta Bertolaso, si è diplomata al Master nel 2019 ed è arrivata in FIU attraverso lo stage: «In FIU ho seguito diversi progetti territoriali occupandomi in particolare del coinvolgimento della comunità; fra i lavori seguiti mi piace citare quello con Teatro dell'Argine per la realizzazione di Politico Poetico, un progetto nato per ascoltare la voce delle nuove generazioni su temi cruciali come ambiente, lavoro ed economia, disuguaglianze, città e comunità, pace e giustizia».

Alcuni anni prima si era diplomato Antonio Leone, nel 2013, che ha co-fondato "ruber.contemporanea", associazione che, tra i lavori artistici promossi, ha scelto di dedicare alcuni progetti speciali alla pratica artistica intesa come metodologia per generare condivisone e stabilire una connessione tra il carcere e le istituzioni culturali. «Così è stato, ad esempio, con il progetto "L'arte della libertà", che si è svolto all’interno dell'Ucciardone di Palermo nel quale trenta persone (fra detenuti, operatori socio sanitari e operatori museali e, per la prima volta in Italia, la polizia penitenziaria) hanno partecipato a un laboratorio con l’artista Loredana Longo. Insieme ad altre attività, il workshop è stato un dispositivo relazionale in grado di migliorare il clima interno e attivare percorsi di cambiamento». 

Sempre attraverso la formula del workshop con l’artista, un altro lavoro, "Spazio Acrobazie", si focalizza sulle aree comuni degli spazi detentivi che necessitano di essere nuovamente risemantizzati (sala d’attesa, aree verdi, spazi ricreativi), operando anche in esterno con interventi di giustizia riparativa, dove la riqualificazione vuole essere una forma di risarcimento per la comunità: un valore che dai luoghi si trasferisce alle persone, utilizzando proprio l’arte come modello formativo in grado di favorire l’acquisizione di nuove competenze relazionali».

Elisa Bettini, diplomata al Master nel 2023, e attualmente a BAM – Biblioteca degli Alberi di Milano, cita fra gli altri "Voci di Comunità", «un programma sviluppato in risposta al Bando di Fondazione Cariplo Per la cultura 2023 nel quale sono state previste diverse azioni partecipate (danza, teatro, musica e urban knitting) per riunire persone di età e provenienze diverse in azioni collettive che le facciano sentire parte di un insieme, e il monitoraggio per analizzare gli effetti sociali e culturali che queste quattro azioni partecipate raggiungeranno».

Tre anni prima, nel 2020 si era diplomata Giulia Imbrogiano, che ha collaborato da subito con "On! Trasformazioni Generative" ed è attualmente responsabile della misurazione di impatto sociale dei progetti di On!: «La sfida che oggi deve affrontare chi opera nel sociale è garantire l'accesso alla cultura e alla bellezza a tutte le generazioni e a tutte le comunità, tanto nelle aree interne quanto nelle periferie, per farne uno strumento democratico di welfare e cura. A questo obiettivo ON! ha lavorato soprattutto con il progetto "Di Bellezza Si Vive", costruendo occasioni di accesso alla cultura e alla bellezza per adolescenti provenienti da contesti di grave marginalità da nord a sud. La cultura diventa così la porta d' accesso per il benessere e la crescita sia del singolo individuo che di un'intera comunità».

Antonietta Testa si è diplomata al Master nel 2023 e lavora all’Ufficio Valorizzazione del FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, dove si occupa dell’ideazione e della progettazione di eventi culturali e cerca strumenti narrativi per veicolare il racconto nel modo migliore: «In occasione dell'ultimo evento culturale che si è tenuto a Palazzo Moroni a Bergamo "Seta. Sul filo di una storia", abbiamo previsto visite guidate in LIS e visite guidate tattili in collaborazione con l’Istituto dei ciechi di Bergamo. Un'altra attività è il progetto "Taivè" della Caritas Ambrosiana, in collaborazione con l’Università Cattolica, un progetto sartoriale che coinvolge donne in stato di fragilità provenienti da più parti del mondo. Durante la manifestazione, abbiamo per cui previsto un laboratorio dimostrativo per raccontare al pubblico questo lavoro, mostrando e mettendo in scena la tessitura di manufatti tessili realizzati utilizzando sete e tessuti di scarto».
 

Un articolo di

Redazione

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