E se ripensi invece alla notte prima del tuo ultimo esame che cosa mi racconti...
«Il primo anno di triennale ho partecipato ad un incontro, tenuto dalla tutor del mio corso di laurea, per l’organizzazione ottimale dello studio e la gestione delle emozioni in sede d’esame. Ricordo che la tutor ci aveva dato sia consigli di carattere generale, sia consigli più personalizzati in base alle nostre necessità e alle nostre “paure”. Ricordo che il consiglio che aveva dato a me era di non ripassare la sera prima dell’esame, ma di dedicarla al riposo, e a “staccare la mente”, facendo qualcosa che mi facesse stare bene. Dopotutto che bisogno c’era di ripassare anche la sera prima, se lo studio era stato organizzato bene e avevo già rivisto i contenuti del corso durante il giorno? Ho seguito questo consiglio per tutta la laurea triennale e anche in magistrale; pertanto, anche la sera prima del mio ultimo esame, ho tranquillamente proseguito con la lettura del mio libro, e sono andata a dormire presto, per svegliarmi l’indomani riposata e con la carica giusta».
E se dovessi dirmi, invece, l’esame che ti ha dato maggiori soddisfazioni o che è stato davvero interessante da preparare?
«Sicuramente quello di Lingua inglese 1 (lingua e fonologia), grazie a questo corso tenuto dalla professoressa Amanda Clare Murphy ho scoperto l’affascinante mondo della linguistica inglese, alla quale mi sono appassionata. Ho sempre amato la lingua inglese, in particolare questo esame richiedeva di imparare l’alfabeto fonetico inglese, e di saper trascrivere le parole in lingua utilizzando un alfabeto completamente nuovo, imparando ad applicare le regole fonologiche. Tutto ciò mi ha dato molta soddisfazione e ha marcato l’inizio di un bellissimo percorso universitario».
Al di là di lezioni ed esami, c’è stata qualche esperienza che ti ha arricchito o che hai apprezzato particolarmente?
«Fin dalle scuole superiori uno dei miei più grandi sogni era quello di trascorrere un periodo di studio all’estero. Durante gli anni della triennale mi sono candidata e ho vinto, due volte, il bando Erasmus, per trascorrere sei mesi a studiare nell’università di Gent, in Belgio. Purtroppo, per svariati motivi, non sono riuscita a partire, e così ho cercato di cogliere le opportunità offerte dalla mia Facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere per svolgere programmi di collaborazione da remoto con studenti stranieri. Durante il periodo di lockdown a causa del Covid ho seguito il corso EIP-English for International Purposes, collaborando con una studentessa israeliana e una polacca, e il progetto COIL-Collaborative Online International Learning, con l’Università De Paul di Chicago, nel corso del quale ho lavorato con una studentessa messicano-statunitense, dialogando sull’esperienza migratoria negli Stati Uniti e confrontandola con quella italiana. Entrambe sono state esperienze che mi hanno permesso di acquisire nuove conoscenze, di aprire la mente e di mettere alla prova le mie competenze, scritte e orali, della lingua inglese».
E nel biennio invece della tua magistrale?
«Durante la mia magistrale ho avuto il piacere di prendere parte al progetto “Custodi della bellezza sacra”, organizzato durante “Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023” per rendere noti i tesori delle chiese bresciane, tenendole aperte ai cittadini e ai turisti durante il fine settimana. Per tale evento ho svolto il compito di custode in varie chiese della città, insieme ai miei colleghi ho tradotto gli opuscoli illustrativi e fatto da guida, in inglese e in italiano, ai visitatori in occasione dell’apertura delle chiese nei week end. Per me è stato davvero un progetto di grande arricchimento, sia a livello formativo che personale».
Aver studiato nella sede di Brescia dell’Ateneo – un campus più ridotto come dimensioni rispetto alla sede milanese – ha avuto, secondo te, dei vantaggi in termini di rapporto studenti/docenti, accesso ai servizi?
«Assolutamente. Quando mi sono iscritta in Università Cattolica ero certa del fatto che non avrei voluto essere un numero in una classe di studenti, ed è esattamente ciò che è successo. L’ambiente universitario nel campus di Brescia è più contenuto, più affiatato, e questo mi ha permesso di sviluppare un bel dialogo non solo con i miei compagni di corso, ma anche e soprattutto con i docenti. Inoltre, durante la stesura della tesi, ho potuto facilmente sfruttare le potenzialità della biblioteca dell’università, che mi ha messo a disposizione i materiali del Fondo Clerici. Tutto ciò – unito al fatto, per me importante, di non essermi dovuta trasferire in un’altra città e quindi di poter studiare vicino e con il supporto della mia famiglia - ha contribuito a rendere la mia esperienza universitaria positiva e molto piacevole».
Consiglieresti quindi a un tuo amico o amica di immatricolarsi in Cattolica?
«Sicuramente, consiglierei a tutti di immatricolarsi in Cattolica per le opportunità che offre, per l’ambiente in cui si studia, si vive, si cresce. Un ambiente che mi ha permesso di sviluppare nuove amicizie e conoscenze, un ambiente dove sono maturata per la consapevolezza e la sicurezza in me stessa acquisita».