Secondo una recente ricerca di Microsoft¹ il lavoro ibrido è qui per rimanere: il 70% dei lavoratori, infatti, ambisce a modelli di lavoro flessibili, come quelli che abbiamo sperimentato durante la fase emergenziale, mentre il 65% avverte una effettiva mancanza dei propri colleghi e di un ritorno alla socialità dell’ufficio. Due dati che sono di per sé sufficienti a tratteggiare l’enorme complessità della situazione organizzativa che ci troviamo a fronteggiare in questi mesi.
Appare quindi inevitabile per le organizzazioni un completo ripensamento degli spazi fisici e delle modalità che accompagneranno il nostro modello di lavorare. Dobbiamo trovare nuovi modi di comunicare, di relazionarci con i nostri clienti, di gestire le aspettative dei nostri collaboratori. Il futuro del lavoro è già qui, per parafrasare lo scrittore Wiliam Gibson, solo non è ancora equamente distribuito.
Due saranno però gli aspetti che guideranno l’impresa del futuro:
- Una seria riflessione sulla propria Employee Experience, in grado di disegnare modelli di lavoro ibridi, supportati da piattaforme collaborative e tecnologie digitali, basti in questo senso citare il caso di Viva di Microsoft² e quello che sarà l’impatto conseguente per le nostre modalità di lavorare. Il centro dell’organizzazione, da sempre, sono le persone e il loro modo di produrre valore, per sé, per gli altri e per l’intera società.
- Una profonda revisione dei modelli di Customer Experience e di relazione con il proprio ecosistema cliente, nella consapevolezza che le organizzazioni di successo del futuro saranno quelle che saranno in grado di guardare ben oltre i propri confini instaurando modelli di lavoro nuovi, platformizzati, che attingono a risorse personali e di gruppo.
Come sostiene Zhang, il Ceo di Haier, teorico del modello RenDanHeYi (parola cinese in cui “Ren” sono le persone, “Dan” l’ordine e “HeYi” la combinazione dei diversi elementi): “Se ognuno agisse come se fosse il CEO, tutti noi cresceremo in modo collettivo come impresa, e non saremo solamente dipendenti da alcune persone chiave, vincolati alla loro presenza e performance. È così che con il modello RenDanHeYi cessiamo di riferirci all’impresa con la metafora della piramide, dell’impero e diveniamo molto più simili a una foresta pluviale (una piattaforma aperta e interconnessa). Ogni impero, inevitabilmente collasserà e vedrà la sua fine. Una foresta pluviale – dall’altra parte – può sostenersi per sempre.”
Per farlo è necessaria una riconfigurazione della cultura organizzativa e delle competenze richieste dalle persone, uno studio predittivo sulle competenze del futuro condotto da EY, Pearson e Manpower³ pone, infatti, in evidenza come sia solo il 36% della attuale forza lavoro a svolgere professioni destinate a crescere nel prossimo decennio, con un calo – invece – del restante 44%. A crescere non saranno però solo le professioni legate a vario titolo alla tecnologia: aumenteranno anche quelle negli ambiti della cultura, della comunicazione, dei servizi di cura alla persona, dell’insegnamento e della formazione. Il tutto attraverso tre processi trasformativi che sono molto ben delineati
- “Fusione”, attraverso l’unione di diverse professioni.
- “Scissione”, ovvero la creazione per separazione da un nucleo di competenze.
- “Ibridazione”, copiando sottoinsieme propri di altre professioni
Disegnare il futuro dell’impresa è tutto questo – e molto altro – senza dimenticare però un aspetto importante, il ruolo dei leader e della loro capacità di dare un senso e una direzione chiara a persone e impresa, perché, come sostiene anche Mihaly Csikszentmihalyi: “Non si può condurre una vita che sia veramente eccellente senza sentire che si appartiene a qualcosa di più grande e di permanente di se stessi”.
1 Maggiori informazioni sulla ricerca menzionata:
2 Maggiori informazioni su VIVA si possono trovare sul sito ufficiale Microsoft:
3 Maggiori informazioni sullo studio possono essere trovate qui