NEWS | Ateneo

Il Sacro Cuore alla base della fondazione della Cattolica

16 giugno 2022

Il Sacro Cuore alla base della fondazione della Cattolica

Condividi su:

Quando padre Agostino Gemelli celebrò il ventennio di fondazione dell’Università Cattolica, ne riaffermò il programma: promuovere l’estensione d’amore del Sacro Cuore tra gli uomini.

Quell’invito del fondatore è ancora valido oggi, a distanza di cent’anni di vita dell’Ateneo dei cattolici italiani, per ribadire la missione della Cattolica. Contribuisce a ricordarcelo la festa liturgica del Sacro Cuore di Gesù, festa patronale dell’Università Cattolica a lui dedicata, che cade venerdì 24 giugno, a poca distanza dalla celebrazione del Centenario di fondazione dell’Ateneo e dalla beatificazione di Armida Barelli, che hanno dato modo di richiamare, illustrare e contestualizzare le ragioni storiche, sociali, spirituali di tale intitolazione che all’epoca creò qualche problema.

La mente va proprio ad Armida che, scampata ai pericoli della spagnola (un’altra storica pandemia che circa un secolo fa fece una grande strage) e riabbracciati i suoi due fratelli tornati incolumi dalla Prima guerra mondiale, non dimenticò la promessa fatta al Sacro Cuore nel momento del pericolo e dello sgomento, quando con padre Agostino Gemelli, il medico Ludovico Necchi e don Francesco Olgiati promisero di fondare l’Università Cattolica e di intitolarla a Lui.

C’è da dire che l’impegno di apostolato per la diffusione in Italia della Gioventù Femminile di Azione Cattolica appassionava maggiormente Armida rispetto all’impegno per la cultura e in particolare per l’Università Cattolica. Così padre Gemelli le spiegava che fondare l’Università Cattolica significava “coniugare l’apostolato con la cultura”, dato che “l’Università deve avere lo scopo di far conoscere e amare Gesù, che si rivela nel Sacro Cuore”.

Anche il conte Ernesto Lombardo, generoso industriale cotoniero, che era stato nominato presidente onorario del comitato promotore dell’Università Cattolica, aveva come motto “per la carità tutto, per la cultura nulla”. Il primo milione per l’acquisto della prima sede della Cattolica in via Sant’Agnese fu versato da lui e, a detta di Armida, fu proprio il Sacro Cuore a piegare la sua volontà in tal senso. Del resto, obiezioni sull’utilità di una università subito in quel periodo giungevano ad Armida da più persone quando chiedeva qualche donazione per l’Università: che per fare soldi la cultura non serve, che in quel primo dopoguerra erano più necessari ospedali, orfanotrofi, case, scuole, ma università proprio no.

Circa l’intitolazione al Sacro Cuore, poi, i più vedevano quel nome più adatto a un asilo gestito da suore che a un istituto di elevata cultura. Il problema si pose puntualmente quando i “nostri” decisero di chiedere il riconoscimento da parte dello Stato visto che l’Università Cattolica non poteva rilasciare titoli con valore legale e padre Gemelli teneva a che la sua Università non fosse un luogo di cultura per privilegiati che non avessero bisogno del titolo legale. Il fine dell’Università, infatti, era quello di cooperare alla formazione delle nuove generazioni immettendo nella vita pubblica, nell’insegnamento e nel mondo del lavoro giovani qualificati umanamente e professionalmente.

Il 22 luglio 1924 il Consiglio superiore della pubblica istruzione avrebbe esaminato gli statuti delle Università libere e quell’intitolazione troppo confessionale avrebbe fatto storcere il naso a tanti consiglieri. La percentuale di rischio che si profilava circa la mancanza di riconoscimento impensieriva i fondatori che si recarono dall’unico che aveva autorità e autorevolezza per sciogliere quel dubbio: papa Pio XI. E qui Armida Barelli perorò accoratamente la causa del Sacro Cuore. Il papa ascoltò e poi disse: “Ha ragione la signorina Barelli. E la voce della fiducia nel Sacro Cuore che parla in lei: accettiamo il suo parere”. Tutto andò bene e il Consiglio diede la prescritta approvazione.

Anche per questo la sede di largo Agostino Gemelli vede la Cappella dedicata al Sacro Cuore, inaugurata dal cardinal Schuster il 29 ottobre 1932, collocata all’ingresso dell’Università secondo il volere di padre Gemelli proprio per indicare chi è l’unico Maestro anche in un luogo di elevata cultura scientifica come l’Università. Nella cripta della cappella riposano i fondatori, a suggello di quel rapporto di fiducia e di amore nel Sacro Cuore, in nome del quale hanno impegnato capacità ed energie, hanno compiuto sacrifici, hanno donato tutta la loro vita per portare a termine l’Università Cattolica che a distanza di cento anni dimostra la sua vitalità e la validità del suo progetto a servizio del bene della Chiesa e del Paese.

Un articolo di

Agostino Picicco

Condividi su:

Sacro Cuore 2022, le celebrazioni


A Milano la festa patronale dell'Ateneo sarà celebrata martedì 21 giugno con la S. Messa per tutta la comunità universitaria che si terrà alle ore 16 in Aula Magna. Presiederà S.E. Mons. Claudio Giuliodori, Assistente ecclesiastico generale di Ateneo. A seguire la Processione eucaristica nei chiostri.

Giovedì 23 giugno sarà la sede di Roma a festeggiare la Solennità del Sacro Cuore di Gesù, Patrono dell’Ateneo. Alle ore 17 nella Chiesa Centrale la concelebrazione eucaristica. A seguire la consegna degli omaggi, da parte del Rettore Franco Anelli, a Suor Valentina Sala e al Maestro Giuseppe Vessicchio per aver testimoniato i valori cui si ispira l’Ateneo. Alle ore 18.30 nell’Auditorium il Concerto per il Centenario “Armonie nel rispecchiarsi dei saperi”, per l’occasione ideato e diretto dal maestro Vessicchio. L'evento sarà trasmesso in diretta streaming.

Si ricorda che venerdì 24 giugno 2022 nella ricorrenza della Solennità l’attività accademica è sospesa. Nelle sedi padane l'Ateneo rimarrà chiuso.

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti