«Non può esserci vero dialogo senza alterità, non può esserci comprensione di sé se non in una relazione. L’identità personale viene alla luce attraverso un intreccio di legami lasciandomi interrogare da colui che mi viene incontro».
Le parole del cardinal Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, ha spiegato così il senso profondo dell’incontro “Studi per il dialogo” martedì 10 dicembre in Università Cattolica a Milano, dedicato al Premio di ricerca “Al Issa” per gli studi arabo islamici.
Questa occasione istituzionale, introdotta da Wael Farouq, docente di Lingua e letteratura araba dell’Ateneo e segretario del Premio di ricerca “Al Issa”, ha promosso il dialogo tra il Cardinale, Muhammad Al Issa, Segretario generale della Lega musulmana mondiale, e il Rettore Elena Beccalli, confermando, così, l’identità dell’Ateneo che Papa Francesco in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico del centenario nel dicembre del 2021 aveva definito «una comunità aperta al mondo senza paure. Questo è speranza!».
Il Cardinal Parolin ha delineato le condizioni effettive che garantiscono il dialogo, ovvero il coraggio di uscire per incontrare; la pazienza dell’ascolto perchè nell’era della comunicazione pervasiva fa difetto la capacità di ascoltarci in profondità; la libertà di affidarsi, esponendosi all’altro; la custodia della memoria perché è la storia che costruisce quotidianamente un’identità. «Il dialogo parte dai punti comuni – ha continuato il Cardinale –, come può essere per noi la comune fede in Abramo. Inoltre, il dialogo tende all’azione comune sui campi i cui è possibile avere una collaborazione come i temi della pace, della solidarietà e della giustizia, e infine conduce a scelte comuni per il bene dell’umanità. Promuovere con altri credenti in modo fraterno e conviviale il cammino della ricerca di Dio, questa è la missione che anche Papa Francesco auspica si possa verificare.
Le università sono il luogo dove tradurre in azione questi propositi e «in un’epoca segnata da profonde polarizzazioni e conflitti possono rappresentare spazi fertili e liberi per promuovere il confronto e favorire il dialogo tra popoli, culture e religioni» – ha detto il Rettore intervenendo all’incontro. «Da parte nostra, un altro, seppure piccolo, seme piantato è l’Istituto di cultura araba, inaugurato lo scorso 30 agosto in Università Cattolica. È uno spazio all’insegna del dialogo per creare ponti tra mondi e culture, perché studiare e conoscere l’arabo in Occidente significa costruire un legame con la cultura e il mondo che sono la culla di questa lingua». Beccalli ha segnalato le numerose iniziative promosse dall’Ateneo come il Festival di lingua araba, i corsi seguiti ogni anno da oltre 300 studentesse e studenti, l’istituzione di un centro di ricerca dedicato all’arabo moderno, un piccolo coro in lingua araba. Il grant di ricerca presentato in questa occasione preziosa di dialogo conferma la cifra di research university dell’Università Cattolica.