E c’è un’altra cosa che Nicola riscontra nei suoi compagni in Cattolica: «Ho notato come gli studenti si impegnino non solo per superare un esame, ma per essere certi di avere una solida comprensione delle materie affrontate. L’ambizione tra gli studenti è alimentata dalla consapevolezza che solo facendo il meglio si ha una marcia in più per affrontare le sfide che la vita lavorativa, e non solo, ci riserva. In Cattolica ho imparato che la responsabilità della mia formazione è nelle mie mani, solo il mio impegno e la mia volontà possono aiutarmi a ottenere risultati significativi».
In Cattolica invece l’alumna Irene - che oggi lavora ad Amsterdam e si occupa di marketing in una grande azienda leader nel settore sportivo – racconta di aver appreso molte cose che applica e declina concretamente nel suo lavoro quotidiano come, ad esempio, l’approccio strutturato «che ho imparato a sviluppare per affrontare situazioni diverse e impreviste. In particolare, ho appreso l'importanza di fare riferimento a una strategia ben definita, quando mi trovo di fronte a problemi o sfide. Questo mi aiuta a identificare i passi necessari per risolvere il problema, in modo organizzato ed efficiente. Avere una strategia mi permette di mantenere la calma e la chiarezza di pensiero, e mi dà una direzione da seguire per raggiungere i miei obiettivi».
«Inoltre – spiega sempre Irene - ho imparato a fare affidamento su risultati misurabili e dati concreti per prendere decisioni informate. Questo approccio basato sui dati mi aiuta ad evitare decisioni impulsive e a valutare le alternative in modo oggettivo. Utilizzare dati e metriche mi permette di avere una visione più chiara della situazione e di identificare le soluzioni migliori in base alle evidenze disponibili».
Se ripensa ai docenti incontrati e conosciuti in Cattolica e se ripensa a chi – tra i tanti – ha avuto un maggior impatto significativo sulla sua esperienza universitaria e sulle sue scelte compiute in vista del futuro lavorativo, Irene non ha dubbi nel citare Matteo Pedrini, docente di Business management «è stato il mio primo professore in Cattolica e sin dalle prime lezioni, mi ha affascinato con la sua passione per il management e la sua capacità di rendere i concetti complessi accessibili a tutti. Grazie alle sue lezioni coinvolgenti, ho sviluppato una vera e propria passione per l'ambito del management e dell'organizzazione aziendale». Il professor Pedrini è stato anche il relatore della tesi di Irene: «Una tesi in cui la sua competenza e disponibilità sono stati fondamentali per portare a termine un progetto così importante».
Per Nicola invece fondamentale è stata la possibilità di vivere in Cattolica un’esperienza internazionale completa: «Sia la presenza nel campus di studenti provenienti da tutto il mondo, sia la presenza di docenti internazionali ha arricchito la mia formazione; le diverse prospettive e i differenti punti di vista, provenienti da vari contesti culturali, hanno dato una profondità unica alle mie esperienze di apprendimento, spingendomi a sviluppare un pensiero critico e globale». L’alumnus Nicola ci tiene inoltre a ricordare i numerosi programmi di studio all’estero proposti dall’Ateneo del Sacro Cuore: «Io stesso ho avuto la fortuna di partecipare al programma Study Abroad che mi ha permesso di trascorrere un semestre a Los Angeles. È stata un'esperienza che mi ha cambiato profondamente. Ho avuto l'opportunità di immergermi in una cultura differente dalla mia, migliorare il mio inglese e rendermi più indipendente».
L’internazionalità vissuta, sperimentata, respirata in Cattolica ha contribuito non solo – come racconta sempre Nicola – a impreziosire il suo curriculum, ma ha sicuramente anche avuto un impatto significativo sulla sua crescita personale: «Mi ha reso più aperto al confronto con il mondo e mi ha dato una maggiore consapevolezza di me stesso e delle mie capacità».
Anche per sua sorella Irene l’opportunità offerta dall’Ateneo di partecipare a una Summer school presso l’Università della California di Los Angeles (UCLA) si è rivelata molto utile e formativa.
«Questa esperienza all'estero – osserva Irene - mi ha esposto a diverse prospettive culturali e accademiche, ampliando la mia visione del mondo e arricchendo la mia formazione personale. Uno dei principali vantaggi di questa Summer school è stato l'approccio pratico e concreto allo studio. Ho riscontrato che gli insegnamenti a UCLA si focalizzavano maggiormente sull'applicazione pratica dei concetti. Le simulazioni in classe mi hanno fornito infatti strumenti concreti e competenze utili per affrontare sfide reali nel mondo del lavoro. La Summer school mi ha aiutato inoltre a sviluppare soft skills fondamentali nel mondo professionale, come comunicare efficacemente con un pubblico ampio e realizzare presentazioni PowerPoint. Tali competenze si sono rivelate vere game changer nella mia carriera, permettendomi di essere più sicura di me stessa e di presentare il mio lavoro in modo maggiormente professionale e persuasivo».
Se quindi passione e ambizione sono le due parole con cui i fratelli Bompieri, senza dubbio, identificano la loro esperienza formativa universitaria. Ricordi indimenticabili, emozioni profonde, esperienze entusiasmanti e grandi visioni sono le parole con cui tratteggiano e colorano i loro anni vissuti in Cattolica.