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Italo Calvino nelle città

04 dicembre 2024

Italo Calvino nelle città

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Molto apprezzato fin dall’anteprima alla scorsa Festa del Cinema di Roma, lunedì 2 dicembre il film Italo Calvino nelle città ha fatto tappa nella sede milanese dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con una proiezione speciale alla quale hanno partecipato il regista Davide Ferrario e il critico Marco Belpoliti, ideatore e coautore del progetto.

«Eventi come questo – ha affermato il rettore Elena Beccalli nel suo saluto iniziale – rinsaldano il legame dell’Ateneo con la città e ne ribadiscono il ruolo culturale e sociale». Non meno importante, secondo il preside della Facoltà di Lettere e Filosofia Andrea Canova, è il dialogo tra competenze e discipline differenti che sta all’origine dell’iniziativa, della quale si sono fatti promotori i professori Giuseppe Lupo e Franco Giudice, docenti rispettivamente di Letteratura italiana contemporanea e di Storia della scienza e delle tecniche. Insieme con loro, a dialogare con gli autori del film e a moderare il dibattito con il pubblico, è stato il professor Massimo Locatelli, docente di Cinema, fotografia, radio, televisione e media digitali.

Per Italo Calvino nelle città Ferrario e Belpoliti sono tornati a collaborare come già avevano fatto nel 2006 per La strada di Levi, il docufilm che ripercorreva i luoghi descritti da Primo Levi in La tregua. L’opera dedicata allo scrittore di Marcovaldo (il cui centenario della nascita è caduto nel 2023) offre invece un racconto della vita di Calvino nella prospettiva del suo rapporto con le città, sia quelle reali e visibili – come Sanremo, Torino, Parigi, Roma – sia quelle immaginarie e “invisibili” celebrate nell’omonimo libro del 1972.


In un caso come nell’altro, spezzoni di repertorio si mescolano alle interpretazioni degli attori che impersonano Calvino nei diversi momenti della sua esistenza (Filippo Scotti, Alessio Vassallo, Valerio Mastrandrea) e di Violante Placido, che dà voce appunto alle visioni delle Città invisibili.

«Come i libri di Calvino, anche ogni film ha una sua storia e un suo linguaggio», ha sottolineato Ferrario, che ha approfittato dell’incontro in Università Cattolica per tornare a confessare un suo desiderio: «Mi piacerebbe molto trarre un film dal romanzo d’esordio di Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno, sono convinto che aggiungerebbe un tassello significativo al racconto cinematografico sulla Resistenza».

Il carattere non didascalico di Italo Calvino nelle città è stato invece ribadito da Belpoliti: «Eccezion fatta per un breve frammento di intervista a Giulio Einaudi e per una testimonianza di Gianni Celati, nel film non ci sono parole che non provengano dagli scritti di Calvino». Il quale, ha aggiunto lo studioso, per un certo periodo aveva preso in considerazione di vivere a Milano. Eventualità poi abbandonata, ma che ha reso ancora più suggestiva la serata.

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Redazione

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