In un caso come nell’altro, spezzoni di repertorio si mescolano alle interpretazioni degli attori che impersonano Calvino nei diversi momenti della sua esistenza (Filippo Scotti, Alessio Vassallo, Valerio Mastrandrea) e di Violante Placido, che dà voce appunto alle visioni delle Città invisibili.
«Come i libri di Calvino, anche ogni film ha una sua storia e un suo linguaggio», ha sottolineato Ferrario, che ha approfittato dell’incontro in Università Cattolica per tornare a confessare un suo desiderio: «Mi piacerebbe molto trarre un film dal romanzo d’esordio di Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno, sono convinto che aggiungerebbe un tassello significativo al racconto cinematografico sulla Resistenza».
Il carattere non didascalico di Italo Calvino nelle città è stato invece ribadito da Belpoliti: «Eccezion fatta per un breve frammento di intervista a Giulio Einaudi e per una testimonianza di Gianni Celati, nel film non ci sono parole che non provengano dagli scritti di Calvino». Il quale, ha aggiunto lo studioso, per un certo periodo aveva preso in considerazione di vivere a Milano. Eventualità poi abbandonata, ma che ha reso ancora più suggestiva la serata.