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L’impronta dei grandi maestri della Cattolica nella vita civile italiana

07 marzo 2022

L’impronta dei grandi maestri della Cattolica nella vita civile italiana

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La storia dell’Università Cattolica nei suoi cento anni di vita si interseca con le vicende del Paese e innerva specifici campi, più per addetti ai lavori ma dai quali emerge il contributo efficace e propositivo da parte di personalità accademiche che hanno dato impulso, idee, studi, contributi di impegno personale nelle istituzioni, e che hanno costituito scuole di pensiero con i loro allievi.

È questo il caso del professor Feliciano Benvenuti (Padova 1916 – Venezia 1999) che, iniziata la carriera accademica di docente di Diritto amministrativo presso l’Università di Padova, dove si era laureato, era approdato alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Milano, per poi concludere l’impegno accademico all’Università Ca’ Foscari di Venezia, della quale fu rettore. In Cattolica, nella seconda metà del Novecento, ebbe modo di formare i suoi allievi Umberto Pototschnig, Giorgio Pastori, Giorgio Berti e Umberto Allegretti.

Così, nell’ambito dei seminari del ciclo “Scientia iuris e Università Cattolica: i primi grandi maestri”, organizzati dal Collegio Augustinianum, nel solco del Centenario dell’Ateneo, il 28 febbraio i docenti di Diritto amministrativo della Cattolica Aldo Travi e Mauro Renna sono stati chiamati a commemorare ma soprattutto a far conoscere la figura e gli insegnamenti del padre nobile del Diritto amministrativo, a vantaggio degli studenti di Giurisprudenza per i quali Feliciano Benvenuti è forse solo un nome nelle note dei testi di Diritto amministrativo che ne citano l’autorevole dottrina.

A moderare gli interventi è stato il direttore dell’Augustinianum, Andrea Patanè, che ha motivato l’attenzione dedicata a Benvenuti in quanto protagonista indiscusso della scienza giuridica: “Il suo ruolo è stato rilevante per la cultura giuridica italiana e non solo, e per il modo di concepire il Diritto pubblico e il rapporto tra il cittadino e la pubblica amministrazione. Nella concezione elaborata con maestria dal Benvenuti, il Diritto amministrativo non è più il diritto delle autorità, ma ha posto le innovative categorie dogmatiche che troveranno compimento nella svolta della disciplina amministrativistica del 1990”. Tra i menzionati allievi di Benvenuti, Patanè ha fatto particolare riferimento a Umberto Pototschnig, primo direttore laico del Collegio, nominato nel 1956 da padre Agostino Gemelli, fondatore dell’Ateneo cattolico.

Un profilo personale di Benvenuti è stato tracciato dal professor Travi che ha ricordato come negli anni Settanta i punti di riferimento del Diritto amministrativo in Italia erano Massimo Severo Giannini e lo stesso Feliciano Benvenuti, il quale si confrontava con altri giuristi e filosofi, dato che credeva nell’unità della cultura, era appassionato di arte e possedeva una collezione unica di tessuti antichi. I suoi studi hanno cambiato la prospettiva del Diritto amministrativo in Italia, con particolare riguardo alla centralità della Costituzione, le cui motivazioni ideali ben conosceva, avendo sperimentato l’esperienza bellica della seconda guerra mondiale e due anni in un campo di concentramento in Germania. «Su queste basi – ha ricordato - superando le impostazioni tradizionali, è nata la concezione dell’amministrazione che dialoga con i cittadini, passando da una dimensione individualistica ad una dimensione personalista che valorizza la relazione con la persona. Il cittadino è soggetto protagonista, la legittimazione del procedimento democratico sta nel cittadino. Per Benvenuti il cittadino è punto di arrivo e di partenza».

Mauro Renna, nella sua relazione, si è soffermato sulla figura del professor Giorgio Pastori (preside della Facoltà di Giurisprudenza della Cattolica per 23 anni), del quale è stato a sua volta allievo, e del professor Giorgio Berti, che ha avuto come docente durante gli studi universitari, rimarcando i punti di contatto con Benvenuti.

Con particolare riguardo al professor Pastori, ha evidenziato che i suoi studi di Diritto amministrativo sono basati sul principio personalistico ed autonomistico, uno è lo sviluppo dell’altro. «Emerge l’attenzione alla persona nel campo del diritto amministrativo, sia dal punto di vista dell’autonomia sociale sia con riguardo alle autonomie funzionali e territoriali in rapporto di sussidiarietà verticale e orizzontale. In questo contesto la pubblica amministrazione è servizio. E il fine di quel servizio è la realizzazione dei diritti delle persone nei termini sanciti dalla Carta costituzionale». Oltre all’impegno di studioso, Renna ha ricordato che il professor Pastori – che è stato uno dei primi a fare la comparazione con la normativa degli altri Stati - ha avuto anche ruoli istituzionali “operativi” quale estensore delle norme, in particolare della legge 241 del 1990 e delle riforme Bassanini. Inoltre, circa le autonomie, è stato uno dei più importanti regionalisti, sulla scia del suo maestro Feliciano Benvenuti. E, non ultimo, da studente è stato ospite del Collegio Augustinianum, status – ha detto Renna – del quale era molto fiero.

Storie di vita e di scienza che si intrecciano nell’humus comune della Cattolica e, in questo caso, anche del Collegio.

Un articolo di

Agostino Picicco

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