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L'Università Cattolica a Codeway Expo

11 maggio 2022

L'Università Cattolica a Codeway Expo

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Ha i colori dell’Africa il progetto che verrà presentato dall’Università Cattolica a Codeway Expo, la manifestazione organizzata da Fiera Roma con il supporto di Regione Lazio, Camera di Commercio di Roma e Unioncamere Lazio, dedicata alla cooperazione internazionale.

Codeway - Cooperation Development Expo è una piattaforma, tornata quest’anno in presenza, dove i principali protagonisti della cooperazione – soggetti pubblici e istituzionali, organizzazioni non governative, istituzioni e aziende del mondo privato – possono conoscersi, discutere e riflettere sulle sfide più strategiche, con lo sguardo rivolto agli obiettivi di sviluppo sostenibile prefissati nell’Agenda 2030, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, e costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030.

Nei tre giorni di convegni e dibattiti, dal 18 al 20 maggio, verranno affrontati i temi fondamentali della cooperazione internazionale: sicurezza alimentare e sistemi agroalimentari; istruzione, formazione di alto livello e creazione di competenze professionali; sanità e salute globali; transizioni gemelle (ecologica e digitale).

È proprio nell’ambito della Salute globale che si inserisce l’incontro promosso dall’Università Cattolica dal titolo “Lung ultrasound examinations in pregnant women. European and African gynaecologists in dialogue during Covid-19 pandemic” che si terrà giovedì 19 maggio alle ore 11.00 nella Sala B4C Arena (padiglione 8) della Fiera Roma.

Il progetto, ideato da alcuni docenti medici dell’Università Cattolica, molti dei quali operanti al Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, e coordinato dal Centro di Ateneo per la Solidarietà internazionale, è partito nel mese di maggio 2020 con primi incontri di formazione a distanza per il personale degli ospedali in Tanzania, Mozambico, Congo, Nuova Guinea, Etiopia, Camerun, Burundi, Gibuti e Uganda e si è concretizzato in un protocollo formativo per supportare medici e operatori sanitari in Africa nell’utilizzo dell’ecografo al fine di verificare le condizioni dei polmoni dei pazienti. L’uso di questo strumento, in molti casi disponibile negli ospedali africani per monitorare le donne in gravidanza, è stato anche convertito, in situazione di emergenza pandemica, anche per valutare le problematiche respiratorie dei pazienti che presentavano sintomi da Covid - 19. Successivamente, l’appuntamento è avvenuto “dal vivo” dopo che gli operatori hanno provato ad applicare sul campo le conoscenze acquisite ed è stato l’occasione per presentare e discutere insieme i casi clinici e, soprattutto, per lavorare insieme,  interagire e dimostrare, non solo dal punto di vista scientifico e clinico, piena solidarietà.

All’incontro del 19 maggio, dove verrà presentata questa particolare esperienza, interverranno il professor Marco Caselli, Ordinario di Sociologia della Cooperazione all’Università Cattolica e direttore del Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale, la professoressa Antonia Testa, Associata in Ginecologia e Ostetricia all’Università Cattolica, la dottoressa Paola Romeo del Dipartimento di Patologia Umana dell’Adulto e dell’Età Evolutiva “G. Barresi” – Unità Operativa Complessa di Ginecologia e Ostetricia, Università di Messina, e il dottor Edoardo Cola dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia nell’Ospedale di Macerata.

«La pandemia ha accresciuto problemi e bisogni in ogni parte del mondo e il Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale non poteva interrompere le sue attività proprio in questa situazione – dice il professor Marco Caselli - Ma aiutare chi si trova lontano in un momento in cui, a causa della pandemia, erano impediti gli spostamenti fisici, poteva sembrare una sfida impossibile. Eppure, sfruttando – anche in maniera molto originale – la tecnologia e soprattutto le straordinarie qualità professionali e umane presenti e coltivate in Università Cattolica, questo è stato possibile».

«Nei mesi convulsi dell’inizio pandemia è stato per noi edificante vivere con i colleghi africani un’esperienza di condivisione professionale – commenta la professoressa Antonia Testa - Da parte nostra abbiamo sentito la necessità di far conoscere a più persone possibili la scoperta che l’ecografo potesse essere impiegato anche dai ginecologi per la valutazione della polmonite da Covid-19 nelle pazienti in gravidanza. Da parte dei colleghi africani abbiamo ricevuto un grande sostegno morale in un momento di forte crisi sanitaria italiana. La cooperazione è questa: è generare reciprocità».

Un articolo di

Federica Mancinelli

Federica Mancinelli

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