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L’Università in cammino, per conoscere e amare

24 aprile 2023

L’Università in cammino, per conoscere e amare

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Pubblichiamo il testo dell’omelia pronunciata da S. E. Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico Generale dell'Ateneo, nella solenne concelebrazione eucaristica per la 99ma Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore che si è tenuta nel campus di Roma domenica 23 aprile 2023.

Dopo la celebrazione tutta la comunità universitaria si è riunita per seguire la recita del “Regina Coeli” del Santo Padre, prima della quale Papa Francesco ha ricordato la Giornata, e per partecipare alla cerimonia di dedicazione della Sala del Centro Pastorale della Sede a S. E. Mons. Plotti, Assistente spirituale della Facoltà di Medicina e chirurgia dal 1961 al 1972.


Tra le narrazioni che la liturgia ci propone in questo tempo pasquale, la vicenda dei discepoli di Emmaus è certamente tra le più suggestive e offre molteplici spunti di riflessione. Non è difficile identificarsi con i due discepoli che sono in cammino e si interrogano su quanto stava accadendo in quei giorni a Gerusalemme attorno alla figura di Gesù. La loro esperienza diventa paradigmatica per ogni realtà dove si affrontano le sfide della storia. Per noi oggi questa realtà è l’Università Cattolica del Sacro Cuore di cui celebriamo l’annuale giornata. «Questa grande istituzione accademica - ci diceva ieri Papa Francesco - è chiamata ad avere oggi lo stesso slancio educativo e la stessa intraprendenza formativa che hanno guidato P. Agostino Gemelli e la Beata Armida Barelli».

All’Ateneo i Vescovi italiani, come è tradizione, hanno rivolto un Messaggio che quest’anno propone interessanti spunti di riflessione a partire dal tema “Per amore di conoscenza. Le sfide del nuovo umanesimo”. In fondo anche i due discepoli di Emmaus erano mossi da “amore di conoscenza”, volevano capire il senso di quanto accaduto a Gerusalemme. Gesù stesso si affianca e cammina con loro, li ascolta, dialoga e spiega le Scritture. Possiamo assumere questa dinamica come esemplare anche per il lavoro educativo e culturale che si realizza in un Ateneo Cattolico e, più in generale, in tutti i luoghi e contesti dove si sviluppano dinamiche formative: dalla famiglia alla scuola, dalla parrocchia alla vita sociale. Interrogarsi, discutere, confrontarsi e ricercare sinceramente la verità è ciò che caratterizza l’esperienza umana e che manifesta la dignità dell’essere umano. La sete di sapere non può essere finalizzata solo ad un accumulo vanitoso di conoscenze o ad un uso utilitaristico e strumentale delle competenze. Deve costituire piuttosto una straordinaria spinta per la crescita delle persone e per lo sviluppo sociale.

Gesù, da Maestro e Signore, spiega loro le Scritture e offre la chiave per comprendere il senso ultimo degli accadimenti, di quelli avvenuti a Gerusalemme, e di tutti quelli che alla luce del Mistero Pasquale toccano la vita di ogni essere umano in ogni luogo e in ogni tempo. Lui è il principio e la fine, l’alfa e l’omega, il centro di ogni vicenda umana. È con Lui che dobbiamo confrontarci sulla crisi climatica, sugli sviluppi e l’utilizzo delle innovazioni tecnologiche, sui cortocircuiti dell’economia, sulla matrice dei conflitti e delle ingiustizie. Quella del Signore è una parola illuminante che aiuta a fare discernimento. La considerazione dei due discepoli «Non ardeva forse in noi il nostro cuore» ci rivela il segreto di ogni autentica relazione educativa e cioè che il buon maestro è capace di riscaldare il cuore, non solo riempire la mente.

Omelia di

S. E. Mons. Claudio Giuliodori

S. E. Mons. Claudio Giuliodori

Assistente Ecclesiastico Generale dell'Università Cattolica

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In questo tempo in cui le competenze scientifiche crescono con incredibile rapidità offrendo sempre nuove possibilità è fondamentale verificare che le conoscenze siano finalizzate al bene integrale di ogni essere umano e alla sua piena realizzazione. «Solo una visione che parta dalla centralità dell’uomo e dalle sue istanze trascendenti - scrivono i vescovi italiani nel messaggio per questa giornata - potrà consentire alle donne e agli uomini del nostro tempo di affrontare questioni impellenti che richiedono di promuovere e coltivare la sostenibilità contro la devastazione ambientale, la giustizia e la pace per superare i conflitti, l’accoglienza e l’integrazione per contrastare la cultura dello scarto».

Il vertice di questo percorso educativo emerge in quello che è il fulcro della narrazione, ossia il gesto eucaristico con cui Gesù si rivela e di fronte al quale «si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero». C’è ancora qualcosa di più delle parole che scaldano il cuore: c’è il dono della vita che il Buon Pastore offre per le pecore; c’è la lavanda dei piedi che dice della radicalità del servizio; c’è il perdere la vita per ritrovarla che diventa la misura di ogni relazione educativa; c’è la presenza del Risorto che ci rigenera a vita nuova. Questa esperienza eucaristica è certamente difficile e impegnativa, ma per altro verso è l’unica capace di svelare e portare a compimento l’umano. Senza partire dall’incontro con il Risorto - come ricordava Papa Francesco al Convegno ecclesiale di Firenze - «non capiremo nulla dell’umanesimo cristiano e le nostre parole saranno belle, colte, raffinate, ma non saranno parole di fede. Saranno parole che risuonano a vuoto» (10 novembre 2015).

La frase suggestiva da cui siamo partiti “per amor di conoscenza” ha bisogno allora di essere completata con una seconda parte ancor più vera e importante senza della quale la prima resta incompiuta e ambigua. Infatti, se è importante “amare la conoscenza” lo è ancora di più “conoscere per amare”. Questo è il senso ultimo dell’esperienza di Emmaus e questo è l’augurio che facciamo all’Università Cattolica e a tutti coloro che sono impegnati in percorsi e servizi educativi nella Chiesa e nella società. Amen.

 

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