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La festa del Sacro Cuore nel solco del Centenario

04 giugno 2021

La festa del Sacro Cuore nel solco del Centenario

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La festa liturgica del Sacro Cuore di Gesù, che coincide con la festa patronale dell’Università Cattolica a lui dedicata, si colloca nell’anno del Centenario di fondazione dell’Ateneo e dell’annuncio della beatificazione di Armida Barelli, elementi che rendono ancora più significativa tale ricorrenza e riportano la memoria al ruolo decisivo del Sacro Cuore nelle scelte, nelle decisioni, nelle difficoltà per la non facile fondazione dell’Università a causa di motivi di opportunità, di risorse e di organizzazione.

Il Sacro Cuore è sempre presente nella storia e nelle vicende dell’Ateneo dei cattolici italiani sin dalle origini circa cento anni fa. La devozione al Cuore di Cristo incrociò la vita dei fondatori: nel Suo nome padre Agostino Gemelli convinse Armida Barelli ad aiutarlo per la causa dell’Università Cattolica e nel Suo nome Armida convinse il conte Ernesto Lombardo, generoso industriale cotoniero, a donare la somma necessaria all’acquisto della prima sede dell’Università in via Sant’Agnese. La fiducia nel Sacro Cuore risolse anche le difficoltà per il riconoscimento statale dell’Università.

Quest’anno, il Sacro Cuore, -  che ricorre venerdì 11 giugno - sarà festeggiato nella sede di Milano con la celebrazione eucaristica di mercoledì 9 giugno presieduta dall’assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica monsignor Claudio Giuliodori e trasmessa alle ore 12.30 in diretta streaming sul sito dell’Ateneo. Nello stesso giorno la santa messa per il Sacro Cuore sarà celebrata presso la sede di Brescia nella Cappella di Via Trieste 17 alle ore 12,30 dall'assistente spirituale don Mauro Cinquetti, e presso la sede di Piacenza nella Cappella universitaria alle ore 13,40 dall’assistente spirituale don Luca Ferrari. Nella sede di Roma presso la chiesa centrale l’eucaristia di giovedì 17 giugno alle ore 18 sarà presieduta dal cardinal Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, concelebrata con monsignor Giuliodori.

Tornando alla motivazione della dedicazione dell’Università Cattolica al Sacro Cuore, vale la pena ricordare un episodio delle origini. Quando Armida bussava alla porta di chi poteva fare qualche donazione per l’Università si sentiva rispondere che per fare soldi la cultura non serve, che in quel primo dopoguerra erano più necessari ospedali, orfanotrofi, case, scuole, ma università proprio no e così riuscì a racimolare con grande fatica cinquantamila lire.

Intanto venne individuata come sede adeguata per l’Università un ex convento dell’Ordine delle Umiliate in via Sant’Agnese e il comitato promotore impegnò le cinquantamila lire per l’acquisto del palazzo con l’accordo di versare l’intero prezzo dello stabile ammontante a un milione di lire entro tre giorni, più precisamente entro le ore quindici del terzo giorno. Durante i primi due giorni furono contattate alcune banche, ma nessuna era disposta a prestare un milione per un’opera ancora inesistente e comunque non produttiva di guadagno.

A poche ore dallo scoccare delle quindici padre Gemelli, il dottor Necchi, don Olgiati e la Barelli erano costernati e stavano perdendo la speranza. Proprio Armida ebbe l’idea risolutiva. Disse ai tre amici: “Dato che solo un miracolo può risolvere la situazione, promettiamo di dedicare l’Università al Sacro Cuore, se ci concede di farla”. In quel momento entrò il conte Lombardo, e quando sentì gli esiti dei contatti con le banche, lui così contrario a un’opera di cultura, disse: “Meglio così, almeno vi toglierete questa idea dell’Università Cattolica”. Da buon commerciante li invitò a cercare di recuperare almeno le cinquantamila di caparra e li invitò a pranzo per “celebrare il funerale all’Università Cattolica”.

Armida, trattenendo le lacrime, rispose: “Conte, stasera verremo alla cena di funerale dell’Università Cattolica, se non avremo pagato il milione per le ore quindici e sarà la fine del nostro sogno. Ma noi aspettiamo fino alle tre. Abbiamo promesso al Sacro Cuore che, se ci permetterà di far sorgere l’Università Cattolica, la intitoleremo a lui; noi pertanto speriamo che il milione arrivi. Se lui non vuole, non ci ostineremo più per non ostacolare i suoi disegni”. Il conte andò via perplesso…

Un’ora dopo arrivò un fattorino con l’assegno di un milione. Lo mandava il conte Lombardo con un biglietto di accompagnamento indirizzato alla Barelli: “Da un’ora il tuo Sacro Cuore mi ha messo l’inferno in cuore! Voglio la mia pace, eccoti il milione!”. Armida gli rispose: “Caro conte, non la ringrazio, perché non lei ha dato il milione, ma il Sacro Cuore che ha cambiato, a favore della sua Università, quella testa che io in più di un anno non ero riuscita a convincere. Il Sacro Cuore compensi chi, per lui, ha donato!”.

Padre Gemelli, riflettendo sull’episodio ebbe a dire: “Solo in nome del Sacro Cuore sono riuscito a piegare la signorina Barelli a un’opera di apostolato intellettuale. Solo in nome del Sacro Cuore lei è riuscita a ottenere un milione. Evidentemente l’Università deve intitolarsi al Sacro Cuore, come abbiamo promesso”.

Un articolo di

Agostino Picicco

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