Ed è su quanto fatto e soprattutto su quanto resta ancora da fare che si sono concentrati tutti gli interventi, particolarmente nelle due tavole rotonde che hanno animato l’incontro: la prima, dal titolo “Topicality of the presence of women in top positions”, moderata dalla giornalista Tonia Cartolano, in dialogo con i coautori della ricerca.
La seconda, dal titolo “Women’s contributions to te solutions of the challenges of the new world”, moderata dalla giornalista Deborah Castellano Lubov che ha dialogato con Antonella Sciarrone Alibrandi, Sottosegretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, Elisabetta Olivieri, Presidente di Autostrade per l’Italia, Lella Golfo, Presidente della Fondazione Bellisario, e Elena Beccalli, Presidente dell’Associazione Europea per il Diritto Bancario e Finanziario e Preside della Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative dell’Università Cattolica.
Le conclusioni dell’incontro sono state affidate al Presidente di SACRU Zlatko Skrbis.
Sabato 11 marzo i partecipanti ai lavori sono stati ricevuti in udienza dal Santo Padre Francesco.
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“More Women’s Leadership”: le azioni da intraprendere
Sono 11 i punti di sintesi, evidenziati dalla ricerca e contenuti nelle Conclusioni del volume, che riassumono le principali idee e iniziative da porre in atto affinché il perseguimento della vera parità di genere non sia solo un’esigenza teorica di giustizia ed equità, ma diventi un’azione intelligente, concreta e produttiva:
1. Riconoscere pari diritti e dignità a donne e uomini, consentire una maggiore partecipazione delle ragazze all’istruzione e facilitarne l’accesso in tutti i Paesi e in tutte le aree del mondo;
2. Incoraggiare politiche legislative economiche e finanziarie che prevedano l’introduzione di meccanismi che favoriscono la presenza di donne leader sia nel mondo politico sia in quello del lavoro e nella società in generale. In Italia è stata emanata la legge Golfo-Mosca che ha introdotto le quote di genere; essa ha avuto effetti positivi, ma è stato necessario rinnovarne l’efficacia perché la prospettiva della sua scadenza stava provocando un arretramento della presenza femminile nei consigli di amministrazione;
3. Promuovere politiche legislative che tutelino le donne nel lavoro domestico e, allo stesso tempo, adottare politiche che stimolino un’equa condivisione dei lavori di accudimento tra donne e uomini e che per- mettano quindi un ragionevole e reale equilibrio tra vita familiare e vita lavorativa per entrambi i generi. Questa ridistribuzione del lavoro domestico è assolutamente necessaria per consentire alle donne pari opportunità di presenza e di crescita nel mondo del lavoro;
4. Garantire una concorrenza leale tra uomini e donne attraverso l’adozione di politiche di genere nelle aziende, impiegando metodi pienamente equilibrati di assunzione, valutazione e assegnazione di ruoli sia per gli uomini sia per le donne;
5. Introdurre valutazioni d’impatto sulla situazione femminile in tutte le iniziative sul piano legislativo e governativo;
6. Attivare progetti di formazione ad hoc per donne adulte, affinché acquisiscano consapevolezza delle loro potenzialità intrinseche e del valore aggiunto di pensiero e lungimiranza che esse potrebbero appor- tare nelle varie sedi operando in un contesto di uguaglianza nella diversità;
7. Attivare una solida cooperazione internazionale tra Paesi sviluppati e in via di sviluppo allo scopo di diffondere le migliori pratiche per il raggiungimento dell’equilibrio di genere, non per esportarle in modo brutale, ma per usarle come punti di riferimento da adattare intelligentemente alle diverse situazioni, individuando le modalità più consone e le diverse condizioni economiche, sociali e culturali;
8. Investire nella scuola, nell’università, nella ricerca e nella cultura proponendo modelli femminili positivi. Le università devono “istituzionalizzare” l’attenzione alla cultura di genere;
9. Garantire una rappresentazione femminile equa e corretta nei media, sia in termini di quantità sia di qualità: più donne capaci e impegna- te, buone professioniste e meno donne oggetto. Ci sono molte figure femminili brillanti, come la pandemia ha purtroppo drammaticamente evidenziato;
10. Aiutare le ragazze e le donne a crescere nella consapevolezza di essere uguali agli uomini, di avere talento e potenzialità, di poter aspirare a ruoli di grande responsabilità pur mantenendo le proprie caratteristiche femminili, oggi più che mai necessarie per affrontare la complessità dei difficili momenti che stiamo vivendo;
11. Lanciare un grande movimento culturale che coinvolga tutti gli attori della società: la politica, le istituzioni, le imprese, la società civile, i centri di formazione e di ricerca e il mondo della comunicazione, al fine di modificare gli stereotipi che ancora persistono nei confronti delle donne e degli uomini. Gli stereotipi nei confronti delle donne sono ben noti.