Un omaggio alle 21 donne che hanno contribuito alla crescita del Paese e sono oggi meritevoli di essere sottratte all’oblio dei decenni. Si è tenuto in Cattolica, nel giorno in cui si celebra la “Giornata Internazionale della donna”, grazie alla presentazione del libro di Eliana Di Caro, Le madri della Costituzione (Il Sole24Ore, 2021).
A presentare il volume sono intervenuti relatori autorevoli e prestigiosi per i ruoli istituzionali ricoperti: Giovanni Maria Flick, alumnus dell’Ateneo e presidente emerito della Corte Costituzionale, Livia Turco, parlamentare di lungo corso e presidente della Fondazione Nilde Iotti, monsignor Giancarlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Commissione per le migrazioni della Conferenza episcopale italiana e della Fondazione Migrantes.
Il quadro tematico del volume è stato dato, all’inizio dei lavori, dalla professoressa Laura Zanfrini, direttore del Centro di Ricerca Wwell, che ha sottolineato il doveroso tributo alle protagoniste di un momento importante della vita della Repubblica per il recupero del loro contributo sottovalutato se non rimosso. «Sono donne che hanno rivolto uno sguardo femminile alla vita reale della società leggendo e interpretando i problemi con la loro esperienza personale nei passaggi cruciali per il divenire sociale. Pensiero e azione vanno insieme nella loro biografia e, dando senso a passaggi dolorosi, emerge il potenziale generativo». Ha inoltre messo in evidenza il valore paradigmatico della parità di genere: era stato previsto il diritto di voto ma ci si era dimenticati di prevederne l’elezione. Pur nella divisione dovuta alle rispettive appartenenze, emerge un impegno «di squadra» per l’eliminazione della povertà educativa, per emancipare le condizioni dei contadini, per rendere la sanità accessibile a tutti, per l’attenzione alle politiche familiari e ad elevare la condizione della donna che pativa un retaggio storico di sottomissione.
Il presidente Flick nella sua relazione ha ripercorso le tappe dell’emancipazione femminile dal punto di vista normativo e giurisprudenziale, ribadendo l’attualità della Costituzione «oggi talvolta ritenuta a torto obsoleta». E ha affermato che la presenza delle madri costituzionali è stata fondamentale per il secondo Risorgimento italiano. «Se il primo aveva ottenuto l’unità d’Italia, il secondo vede il raggiungimento della dignità della donna, non solo angelo del focolare o destinataria delle cartoline del soldato, ma attiva nelle fabbriche che il soldato ha lasciato per andare al fronte. Ed è questo un valore ancora attuale, basti pensare alle disuguaglianze di cui è ancora vittima, per cui è quella che dalla pandemia ha avuto più disagi».
All’idea di una Costituzione come patrimonio da difendere e attuare, si è collegata anche Livia Turco, che ha illustrato i tratti comuni delle 21 madri costituenti le quali, pur con alle spalle estrazioni sociali, partitiche e ideologiche differenti, operarono tutte con il comune atteggiamento di ascolto, mediazione, sintesi. «Avevano partecipato attivamente alla Resistenza, con ruoli diversi, e avevano capito che non dovevano subire la gerarchia patriarcale tipica della cultura di quel tempo. Individuarono i problemi da risolvere consapevoli del loro ruolo di rappresentanza politica di tutte le donne italiane, e a loro diedero voce, volto, speranza, operando per un progetto di emancipazione e per superare le discriminazioni in atto. Per questo oggi va rifondato l’esercizio della rappresentanza, il più grande lascito delle madri costituenti».
Partendo dagli insegnamenti delle madri costituenti, monsignor Perego ha richiamato in primo piano la sensibilità per i temi sociali e per la tutela dei diritti dei più deboli. «Con la concretezza del loro impegno hanno avviato processi importanti. Di rilievo la loro presenza sul territorio, che ben conoscevano facendo parte di associazioni e corporazioni, per cui dopo l’esperienza costituzionale tante diventarono sindaci dei loro paesi, per proseguire il loro impegno amministrativo e politico nella vita di ogni giorno».
Un concetto ripreso dall’autrice del volume, Eliana Di Caro, che ha avuto il merito di ricordare queste 21 donne, sottraendole all’oblio in cui loro malgrado erano finite. «Erano donne preparate, militanti e con una storia da raccontare. Non sono capitate per caso nell’Assemblea Costituente. Erano radicate nel territorio, note per le loro attività e per questo impegno riconosciuto furono scelte ricevendo anche una grande quantità di voti. Per questo è importante che la loro opera torni a vivere, magari ripubblicandone gli articoli che avevano scritto».
È stata Floriana Cerniglia, direttore del Centro di Ricerca Cranec, concludendo i lavori, a ricordare, tra queste 21 madri costituenti, le tre laureate dell’Università Cattolica: Nilde Iotti, Filomena Delli Castelli, Laura Bianchini. Nel contesto del Centenario dell’Ateneo, vale la pena ricordare l’attenzione alla donna data agli inizi dell’Università Cattolica con la costituzione dell’”Opera Impiegate” da parte del fondatore Agostino Gemelli per venire incontro alle esigenze delle donne che raggiungevano per lavoro la metropoli milanese. E a sostenere con grande determinazione quest’opera, a fianco di padre Gemelli, c’era un’altra grande donna che tanto si spese per la promozione femminile: la prossima beata Armida Barelli.