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La tesi di Valentina Furino vince il premio Lef

12 luglio 2024

La tesi di Valentina Furino vince il premio Lef

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Hanno apprezzato il taglio sperimentale e l’originale contributo alla diffusione tra i giovani del valore della legalità fiscale, oggetto del lavoro di tesi di Valentina Furino a conclusione del suo percorso di laurea quinquennale in Scienze della Formazione primaria, nella sede di Brescia, seguita dal professor Pierpaolo Triani, direttore del Centro studi per l'educazione alla legalità. 

Con questa motivazione la tesi di Valentina è stata scelta dall’Associazione Lef tra 21 segnalazioni arrivate da tutta e premiata con un assegno da 2000 euro a Roma nella sede del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, presieduto dal presidente Renato Brunetta.

Valentina è convinta che «si deve valorizzare la funzione della scuola e della famiglia nell’educare i giovani al rispetto delle regole, alla consapevolezza dei propri diritti e dei propri doveri, come premessa per la costruzione di sani rapporti civili».

Nel lavoro di tesi la studentessa ha preso spunto dall’esperienza dell’Associazione Libera, impegnata sin dal 1995 nella promozione dell’educazione alla legalità nelle scuole, intervistando  i responsabili nazionali; ha, inoltre, inviato questionari alle strutture territoriali dell’Associazione e di due Istituti scolastici collocati in realtà socio-economiche distanti tra loro (uno in Emilia-Romagna e l’altro in Sicilia), ma accomunati dal fine di  educare gli alunni ad una partecipazione critica e all’intrattenimento di rapporti solidali  a partire dalla classe e dalla comunità civica in cui sono inseriti. 

«Fa riflettere l’evidenziazione del rischio che i contesti extramafiosi assomiglino sempre più a quelli mafiosi commenta la laureata  - precisa Valentina. Nel lavoro di tesi viene sottolineata la tendenza dei giovani a cercarsi tra uguali: i gruppi e le classi sono frammentati in sottogruppi diversi ma accomunati da un legame di tipo “familistico” (come dentro le mafie), spingendo i giovani a provare interesse soltanto per i soggetti verso i quali si ha un rapporto di stretta amicizia o di cointeressenza, come accade nelle mafie».

Un’appendice della tesi è stata dedicata ai risultati di due tirocini svolti, uno nella scuola dell’infanzia e l’altro nelle scuole primarie, finalizzati a divulgare i diritti e i doveri previsti dalla Convenzione ONU sull’infanzia e l’adolescenza e, nello specifico, i valori della solidarietà, della fiducia, del rispetto delle regole e del ruolo degli altri, rispetto ai quali i giochi di squadra hanno rivelato una importante funzione educativa.

Nelle conclusioni finali si rinviene una vibrante riaffermazione dei valori fondanti la società civile consacrati nella Carta Costituzionale, mediante l’impegno di ciascuno ad affermare il principio di legalità, con auspicio che la strutturazione della personalità dei fanciulli possa avvalersi dei contributi determinanti della famiglia e della scuola per proiettarsi nella società civile.

Un articolo di

Antonella Olivari

Antonella Olivari

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