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Medici nel cuore della sofferenza

21 ottobre 2021

Medici nel cuore della sofferenza

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Il viaggio tra le facoltà dell’Università Cattolica in occasione del suo primo centenario fa tappa questa volta a Roma dove ha sede la Facoltà di Medicina e chirurgia, che è legata al Policlinico Gemelli, una delle strutture sanitarie più importanti della Capitale e anche nel Paese. E per gli studenti della facoltà l’opportunità di vedere sul campo quanto viene spiegato e studiato nelle aule universitarie. Anche per questo tra le due realtà non vi è una netta separazione. Del resto gli stessi docenti sono medici e specialisti che operano nel Policlinico, e non è difficile incontrare negli stessi spazi dei pazienti, anche gli aspiranti medici di domani. Una Facoltà che tra pochi giorni compirà ufficialmente sessant'anni, essendo stata inaugurata da Giovanni XXIII nel novembre 1961, tre anni prima del Policlinico.


Il pianoforte fa bella mostra di sé nell’angolo della piazzetta interna al Policlinico Gemelli. Tutto attorno posti a sedere, cartelloni informativi colorati e lo scroscio dell’acqua della fontana che costeggia la scala. Se non fosse per alcune indicazioni ci si potrebbe persino dimenticare di essere in uno dei più importanti Policlinici italiani, con i suoi 1.558 posti letto e le decine di migliaia di prestazioni mediche e interventi effettuati ogni anno. È l’applicazione concreta dei principi che la annessa facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica vuole trasmettere ai propri studenti. «Cerchiamo di insegnare ai nostri futuri medici – spiega il preside della Facoltà, Rocco Bellantone – a prendersi carico della persona nella sua totalità, non riducendo nessuno a malato, o peggio, alla sua malattia». Ecco allora che un Policlinico – che tra le eccellenze pone anche la cura di 50mila pazienti oncologici all’anno – sceglie di «percorrere anche la strada di iniziative culturali, musicali, cinematografiche e teatrali» spiega il preside, aggiungendo che «le terapie più pesanti, come quelle oncologiche, si possono sopportare meglio se accanto vi sono proposte di svago».

L’attenzione alla persona nella sua interezza, vuole dunque essere l’elemento specifico della facoltà di Medicina e chirurgia della Cattolica, che non rinuncia a offrire ai propri studenti una formazione di alta qualità, «favorita dal fatto che interagiamo con un Policlinico di eccellenza». Lo fa anche, sottolinea il preside, «puntando sulla internazionalizzazione, con un corso di Medicina e chirurgia in lingua inglese, aperto anche a studenti stranieri - attualmente provengono da ben 38 nazioni - e con la presenza di sette docenti che provengono da fuori Italia".

La conferma più chiara viene dal corso di laurea in Medicine and Surgery, il cui presidente è il professor Luca Richeldi, ordinario di malattie dell’apparato respiratorio e direttore dell’Unità operativa complessa Uoc di pneumologia della Fondazione Gemelli. «Abbiamo già completato due interi cicli di studi di 6 anni – spiega il direttore – e ogni anno ci sono a disposizione 80 posti: 30 per studenti dell’Unione europea e 50 per fuori dalla Ue». Oltre a essere completamente in lingua inglese, «il corso permette anche una rotazione presso strutture all’estero – spiega Richeldi – e questo permette ai nostri studenti di avere una apertura internazionale e vedere cosa e come si fa il medico in altre nazioni». E l’attenzione a questo corso di 6 anni «è continuo, perché è sempre in evoluzione e soggetto a cambiamenti che il confronto con le altre realtà ci suggeriscono» sottolinea ancora il presidente del corso, ricordando come questa esperienza formativa sia «una risorsa anche per lo stesso Policlinico Gemelli». Il tutto senza dimenticare, chiosa Bellantone, che «ai nostri studenti insegniamo e mostriamo in concreto che cosa significa mettere il paziente al centro, attorno al quale si muovono i vari specialisti, tenendo sempre presente che davanti ai nostri occhi abbiamo una persona».


L'articolo completo su Avvenire

Un articolo di

Enrico Lenzi e Alessandro Zaccuri

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