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New European Bauhaus, la classe del Master Progettare Cultura prova a rispondere alla sfida

10 luglio 2021

New European Bauhaus, la classe del Master Progettare Cultura prova a rispondere alla sfida

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Il New European Bauhaus è un’iniziativa promossa dalla Commissione Europea che ha proposto un processo di co-creazione, secondo un approccio interdisciplinare per progettare futuri modi di vivere, situato all’incrocio tra campi d’azione e discipline diverse come arte, cultura, inclusione sociale, scienza e tecnologia. Una sfida che richiede uno sforzo condiviso e collettivo per immaginare un futuro bello, inclusivo e sostenibile. Fortemente voluto dalla Presidente Ursula von der Leyen, il New European Bauhaus è legato al Green Deal, ma vuole andare oltre i puri aspetti ambientali o economici e rappresentare un nuovo progetto culturale per l’Europa.

«Ci è sembrato un caso interessante da far affrontare ai nostri studenti da una parte per fissare, in chiusura delle lezioni, come la progettazione culturale viva sempre nel suo tempo, e debba seguire lo sviluppo della società, dall'altra perché è un ulteriore dimostrazione di come la cultura sia una piattaforma di incontro fra diverse esigenze, per disegnare mondi nuovi e saper abitare il nostro futuro, scegliendo adesso come potremmo immaginare l'uscita dai due anni di pandemia» ha dichiarato la coordinatrice del corso, Ivana Vilardi.

Avanzi - Sostenibilità per Azioni, partner del Master Progettare Cultura, ha lavorato insieme al Comune di Milano e a Eurocities, proponendo come tema specifico di riflessione il nesso educazione - città, per costruire un futuro sostenibile e inclusivo, promuovendo una nuova idea abilitante di città, intesa come comunità di apprendimento che coltiva le capacità delle persone e allestisce spazi per sostenerle.

È su questa proposta, applicata al contesto milanese, che gli studenti del Master Progettare Cultura sono stati invitati a concentrarsi per il Project work finale della XIV edizione: ad una ricerca preliminare per analizzare il modo in cui educazione e politiche urbane possano incontrarsi, e come la città possa svolgere un ruolo centrale nei processi educativi è seguita l’elaborazione di 4 diversi concept che rispondessero alla richiesta di Avanzi di coltivare, nelle persone, la “capacità di aspirare” elaborando proposte in cui il corpo della città fosse corpo docente.

La sfida era (ed è tuttora) riuscire a collocarsi sul crinale tra education e advocacy, per trasformare il desiderio delle persone di apprendere con l'intento di attivarsi e intraprendere.

Gli studenti hanno messo in gioco le competenze acquisite durante il Master, utilizzando di volta in volta gli strumenti più opportuni. Tre settimane intense per pensare e sviluppare proposte che vedessero diversi quartieri della città di Milano come spazi di apprendimento in cui la comunità potesse sperimentare nuovi modi di imparare e vivere insieme, senza ovviamente tralasciare tutti gli aspetti di sostenibilità economica e finanziaria.

Le quattro diverse proposte sono state presentate il 5 luglio a Claudio Calvaresi, principal di a|place, area di Avanzi che si occupa di rigenerazione urbana, sostenibilità e innovazione nelle politiche urbane, e Giulia Ilaria Moresco, ex studentessa del Master, attualmente consulente in a|place.

«È stato interessante ascoltare le proposte elaborate dalle studentesse e dagli studenti, verificare che sono state/i capaci di affrontare in modo fertile la sfida che era stata lanciata loro» ha dichiarato Claudio Calvaresi, «hanno messo al lavoro gli strumenti e le indicazioni che il corso ha fornito, confezionando proposte credibili e pertinenti rispetto alle situazioni su cui agivano. Per me è stato soprattutto stimolante osservare che l’incontro con la città, con gli attori e le loro pratiche, la scoperta di come i fatti sociali si formano nello spazio hanno qualificato lo sforzo progettuale, permettendo di sondarne le potenzialità. Mi pare la prova che percorsi di formazione come i master sono fertili se invitano i partecipanti ad apprendere attraverso l’esperienza. “Bauhausianamente”, verrebbe voglia di sovvertire il canone, costruendo iniziative didattiche nelle quali sia la pratica a orientare lo sguardo e selezionare metodi e approcci. Una delle poste in gioco che il New European Bauhaus pone, infatti, è incentivare ad avere nuove prospettive, sviluppare il trespassing e soprattutto il protagonismo. Il coinvolgimento delle persone nella costruzione delle politiche urbane si esercita mediante l’attivazione diretta, organizzando contesti di apprendimento nei quali il corpo della città diventa corpo docente. Implica sviluppare, della conoscenza, la capacità istruttoria per l’azione».

Per ulteriori approfondimenti e confronti sul tema educazione-città, imprescindibile nel nostro presente e, ancor di più, nel nuovo regime climatico, si rimanda alla recentissima pubblicazione edita da Avanzi Where Learning Happens - L’educazione come politica urbana, una raccolta di contributi e riflessioni nati nel contesto delle conversazioni “Costruire comunità di apprendimento. Dialoghi su educazione e città”.

Un articolo di

Carlotta Roma

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