La “cassetta degli attrezzi” è piena di competenze trasversali, linguaggi ampi, flessibilità, curiosità, passione. È quanto emerso nel dialogo tra i professionisti che martedì 13 settembre si sono confrontati durante la tavola rotonda “Formarsi dopo la laurea. Nuove competenze e strumenti per un mondo del lavoro in trasformazione” che ha aperto l’Open Week Master e Post laurea che animerà i chiostri di largo Gemelli fino al 15 settembre.
Il secondo appuntamento di orientamento sull’Alta formazione dell’Università Cattolica è stato introdotto da Mario Gatti, direttore del campus milanese dell’Ateneo, che ha evidenziato il mix vincente di competenze accademiche e professionali. Una contaminazione tra i saperi che la Cattolica offre grazie alla sua variegata proposta formativa in molti ambiti disciplinari. «Si può scegliere il corso più adatto tra le decine di master di primo e secondo livello, che in oltre il 60% dei casi superano i dieci anni di attività - afferma il direttore Gatti -. Un’offerta formativa, dunque, consolidata e unica che non si sovrappone gode dell’apporto dei mondi professionali a cui si rivolge».
Continuare a studiare dopo una laurea è la chiave per incontrare il proprio ruolo professionale? Sì, lo è secondo Ismene Papageorgiu, responsabile Master e Post laurea della sede di Milano dell’Ateneo: «Di fronte alla prospettiva di un futuro sempre più imprevedibile, in trasformazione e di fronte al quale è impossibile avere tutte le competenze specifiche necessarie occorre trovare formule e linguaggi sufficientemente ampi che possano aiutarci a fronteggiare questi cambiamenti». Per questo la scelta di un master deve essere ponderata, consapevole e approfondita: «Arriva dopo un percorso impegnativo, triennale o quinquennale e magari da conciliare con un lavoro in corso. Per favorire questa scelta l’Università Cattolica propone nei prossimi giorni incontri specifici e di approfondimento sui singoli corsi».
Tracciare un identikit del nuovo professionista non è facile ma l’imprenditrice Ada Rosa Balzan, che ha fondato una start up che valuta e quantifica la sostenibilità delle aziende, ha dato degli spunti interessanti. Una professione in prima linea nel mondo dell’innovazione, attenta alle nuove competenze richieste ai neo diplomati a un master. «È essenziale coniugare l’approccio del metodo scientifico con il mio modello imprenditoriale. Fare cultura della sostenibilità significa mettere insieme aspetti e competenze diverse, un po’ come si faceva al tempo di Lorenzo De Medici quando i medici parlavano con gli artisti» - ha dichiarato Balzan che è molto attenta allo studio e all’approfondimento. «Ecco perché nella mia impresa ci sono coordinatori che hanno fatto i ricercatori, o dottorati. Questo tutela l’azienda perché se non ho il dato e la sua misurazione non posso controllarlo e migliorare».
Nell’operare la scelta altri due ingredienti fondamentali non sono da dimenticare: la curiosità e la passione. Un aspetto condiviso anche da un altro relatore della tavola rotonda, Enrico Casini della Fondazione MedOr che ha esortato i futuri corsisti a «investire nella vostra passione sapendo che state costruendo un bagaglio personale spendibile e che il mercato del lavoro è complesso e richiede grandi capacità di adattamento». La Fondazione è un soggetto nuovo che ha a cuore la promozione della cultura e una proiezione internazionale nell’area del Mediterraneo allargato fino all’Asia meridionale. Al centro di questo progetto fin dall’inizio ci sono la formazione e la cultura, per questo la Fondazione ospita molti rettori di atenei italiani nel proprio Comitato scientifico e in particolare offre borse di studio agli studenti dei master dell’Università Cattolica perché «quella della Cattolica è una formazione preziosa, come ho potuto notare in ambito economico e internazionale».
L’opportunità di ricevere una formazione completa e di andare oltre le competenze verticali di una laurea è anche la scelta di Greta Rossi, coordinatrice della Galleria BPER Banca, da poco diplomata al master della Cattolica in Arts Management. Una carta vincente per lei è stata la capacità di «relazionarsi e al tempo stesso di sapersi rapportare in ambiti diversi dal proprio settore. Il master ti cala nel mondo contemporaneo e ti accompagna con il sostegno di docenti, ex alunni e, non ultimo, dei compagni di corso».