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Passione e territorio dietro al successo sportivo

26 ottobre 2022

Passione e territorio dietro al successo sportivo

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Non per soldi, non per pubblicità, non prestigio (quest’ultimo, semmai, può riguardare i singoli giocatori).

Sono la passione, la componente emotiva, l’adrenalina e l’amore per il territorio, il motore che permette ad un’azienda sportiva di nascere e crescere.

Parole e consapevolezza di Gabriella Bragaglio, Presidente di quella Leonessa Basket Brescia che, nata nel 2001 dall’idea di quattro amici di Soresina costituiti associazione, oggi è nella Top 5 delle squadre più forti d’Italia e tra le prime 18 in Europa (oltre a fatturare 9 milioni di euro).

Se è vero infatti che «Non esiste una start up nel mondo sportivo», la crescita di una società come quella bresciana «è determinata da quanto le aziende del territorio sentono di dover restituire qualcosa alla realtà in cui sono nate e hanno prosperato» ha rivelato la presidente agli studenti del corso magistrale in Gestione del lavoro e comunicazione per le organizzazioni (GeOr) della sede di Brescia, durante la lezione aperta Le ragioni di un successo. Il management della pallacanestro Brescia.

Perché certo, il mondo dello sport crea business e muove relazioni ma - con poche eccezioni, come il calcio - per le aziende che decidono sostenere una squadra, si tratta sempre di un investimento economico a perdere.

Dati alla mano: nel 2022 i diritti televisivi del calcio si aggirano attorno ai 25 milioni di euro, nel basket forse si arriverà 150mila. Che fare dunque per reperire le risorse necessarie?

«Individuare gli sponsor significa scannerizzare le aziende che hanno radici nel territorio e ricercare quelle potenzialmente affini e disposte a sposare la causa», spiega Bragaglio.

Spesso il successo d’ingaggio dipende anche dai risultati sportivi. Tradotto: più la squadra vince più l’entusiasmo sale, mentre i marchi stampati sulle maglie vengono diffusi in Italia ed Europa: «A Capo d’Orlando, per esempio, abbiamo trovato lo yogurt della Centrale del Latte, che prima distribuiva solo nell’area di Brescia».

Molto importante il fatto che le aziende finanziatrici siano suddivise per categorie merceologiche: «Se ho un rapporto con Bmw non lo avrò con Mercedes, un contratto con Centrale del Latte presuppone l’esclusione di Sterilgarda, è una questione di correttezza» chiarisce la manager.

C’è poi l’aspetto della tifoseria che acquista ticket, abbonamenti e merchandising: «A loro rendiamo conto tanto quanto ai nostri sponsor. La nostra è una tifoseria affiatata e compatta, con molte donne e bambini, nota per essere educata, rispettosa degli avversari e delle regole. Proprio come la nostra squadra. Molto ci seguono nelle trasferte e con alcuni si è creato un forte rapporto umano».

E proprio come le imprese del decidono di supportare la squadra della loro provincia, in quello che pare un circolo virtuoso, anche il Leonessa Basket - dopo aver ricevuto - restituisce qualcosa alla città. «Lo facciamo - ha concluso la manager - organizzando progetti sociali e d’inclusione per chi sta meno bene e sensibilizzando sulle condizioni altrui con iniziative in cui sono i normodotati a cimentarsi in attività sulla sedia a rotelle».

 


foto da Facebook.com/pallacanestrobrescia ©

Un articolo di

Bianca Martinelli

Bianca Martinelli

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