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C’era una volta l’NBA, a Santa Monica la mostra fotografica sul grande basket americano

21 ottobre 2024

C’era una volta l’NBA, a Santa Monica la mostra fotografica sul grande basket americano

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C’è la foto, iconica, della finale NBA del 1981 tra Houston Rockets e Boston Celtics. Nove giocatori a rimbalzo e un tiratore. Larry Bird è pronto a prendere il rimbalzo. Con la gamba sinistra ha già protetto lo spazio, tagliando fuori gli avversari. C’è uno scatto della finale dell’anno precedente, quella tra i Lakers e Philadelphia. Kareem Abdul-Jabbar si era fatto male nella partita precedente, ma sull’aereo pare che Magic Johnson disse: «Non ci sono problemi, ci penso io». E fece 42 punti, 15 rimbalzi e sette assist contro i Sixers. C’è l’istantanea di Julius Erving nello slam dunk contest del 1985, a Indianapolis, con gli occhi a una manciata di centimetri dal ferro arancione. C’è Michael Jordan al Madison Square Garden, mentre mette a canestro un tiro libero di sinistro. E poi c’è Kareem Abdul-Jabbar, nel 1984, quando con un gancio-cielo beffò Mark Eaton, uno che di stoppate se ne intendeva, e diventò il giocatore ad aver segnato più punti nella storia dell'NBA. 

Sono cinque dei 58 grandi scatti che troverete, dal 18 al 26 ottobre, nel corpo aule del campus di Cremona, grazie alla mostra fotografica “NBA anni ’80 – Le cinque leggende”. Cinque fenomeni del basket che fecero la storia dell’NBA, magnificamente rappresentati nell’ottocentesco Magazzino Carri dell’ex complesso militare attraverso l’occhio di Giorgio Gandolfi, giornalista e inviato negli Stati Uniti, in quegli anni, dalla rivista Giganti del Basket, e docente al master in Sports Management: Businesses, Communities, Territories dell’Università Cattolica. «Ero a New York nel 1984, all’inizio di aprile» racconta Gandolfi. «Dopo la finale del basket collegiale, a Seattle, venni a sapere che due giorni dopo Jabbar avrebbe potuto battere il record di punti in NBA, che fino ad allora apparteneva a Wilt Chamberlain. Così presi l’aereo, e mi precipitai a Las Vegas. Non trovai posto come al solito sotto canestro, allora mi posizionai lateralmente. E riuscii a scattare una sequenza di tre fotografie in cui Jabbar riceve palla, cerca di andare all’interno dell’area ma non ci riesce, perché viene raddoppiato, allora si sposta sull’altro angolo e lascia partire il pallone col suo gancio-cielo». Mentre l’indice di Gandolfi premeva il pulsante di scatto, Kareem Abdul-Jabbar diventò il giocatore ad aver segnato più punti nella storia dell'NBA.

Un articolo di

Francesco Berlucchi

Francesco Berlucchi

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Ed è proprio la storia, quella del grande basket americano, l’ingrediente dominante della mostra, organizzata con la collaborazione del Rotary Club di Brescia e Manerbio, del Gruppo fotografico di Bagnolo Mella, della Giorgio Gandolfi Agency e con il patrocinio del Comune di Cremona. «Crediamo sia davvero una bella occasione per rafforzare il connubio tra sport e cultura nel campus di Santa Monica» spiega Matteo Burgazzoli, responsabile della Vice Direzione per Cremona. «Offriamo questa possibilità ai nostri studenti ma anche a quelli delle scuole superiori. Grazie a Giorgio Gandolfi, che è l’anima di questa iniziativa, e al professor Fabio Antoldi, questa mostra rappresenta un’occasione per portare una testimonianza dei valori dello sport alle giovani generazioni. È quindi molto positivo che abbia già attirato l’attenzione di molti istituti scolastici del nostro territorio».

L’evento è in collaborazione con Vanoli Basket Cremona, Ju-Vi Cremona, Sansebasket e Cremona Pink. Fino al 26 ottobre, la mostra sarà aperta a tutti, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18.30, il sabato dalle 9.30 alle 18.30 e la domenica dalle 14.30 alle 18.30. Sarà, questa, un’anteprima assoluta dell’esposizione che avrà luogo a Brescia, dal 29 ottobre al 6 novembre, e si concluderà con un’asta benefica, in presenza e via webinar, delle fotografie esposte presso il MO.CA di Brescia, dove tutti i proventi saranno devoluti al baskin, il basket inclusivo nato proprio a Cremona e ora diffuso in tutta Italia e in molti Paesi europei. «Oggi qualcuno paragona Michael Jordan a LeBron James, ma per me Jordan era e resta il migliore» confessa Gandolfi, tra un aneddoto sul 23 dei Chicago Bulls, il più grande atleta nordamericano del Novecento secondo ESPN, e Julius Erving, «un vero amico» per il giornalista cremonese.

«È un ritorno al passato per me» racconta Gandolfi, ricordando quello che ha scritto in uno dei suoi libri, “C’era una volta la pallacanestro… e non solo”. «C’è un momento della vita in cui un episodio ti fa tornare indietro di anni e ti scorrono, come in un film, le immagini di tutto quello che hai fatto, visto, conosciuto e provato in passato». Si riferiva, in questo caso, a una sua intervista a Sky Sport, nel gennaio 2021, in occasione dei quarant’anni della prima partita NBA trasmessa in Italia. Ma le stesse parole, ora, tornano vivide grazie alla forza delle immagini iconiche che arricchiscono il corpo aule dell’Università Cattolica, a Cremona. C’era una volta l’NBA. Grazie a Larry Bird, Kareem Abdul-Jabbar, Magic Johnson, Julius Erving e Michael Jordan. Grazie a chi l’ha raccontata, e oggi continua a farlo. Nel campus di Santa Monica.

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