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Per avere cura: un itinerario sinodale di compassione

01 febbraio 2023

Per avere cura: un itinerario sinodale di compassione

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Non sempre si può guarire, ma sempre si può avere cura: è con questo spirito che dal 5 al 10 febbraio la comunità universitaria e ospedaliera della Sede di Roma dell’Università Cattolica vivrà un itinerario di preghiera e riflessione, promosso dal Centro Pastorale d’Ateneo e dalla Cappellania Ospedaliera del Policlinico A. Gemelli IRCCS.

Domenica 5 febbraio, Giornata Nazionale per la Vita, alle ore 17.00 S. E. Mons. Baldo Reina, Vicegerente della Diocesi di Roma, presiederà la concelebrazione eucaristica nella Cappella San Giovanni Paolo II, al secondo piano del Policlinico Gemelli.

Venerdì 10 febbraio, vigilia della Giornata Mondiale del Malato, S. E. Mons. Claudio Giuliodori, Assistente Ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, presiederà, nella Hall del Policlinico, la concelebrazione eucaristica. La Santa Messa sarà seguita, alle ore 12.00, da una Tavola Rotonda sul Messaggio di Papa Francesco per la XXXI Giornata Mondiale del Malato, con la partecipazione del Vescovo Giuliodori, del Dottor Andrea Cambieri, Direttore Sanitario della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, e del Dottor Massimo Fantoni¸ ricercatore in Malattie Infettive all’Università Cattolica e direttore della UOC Emergenze Infettive e Covid-19 della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, alla quale parteciperanno studenti, medici, personale e operatori sanitari della Sede.

“Questa giornata  - dice Monsignor Giuliodori - ci offre la possibilità di farci compagni di viaggio di tutti i nostri fratelli soprattutto, fragili, malati e sofferenti, nello spirito del cammino sinodale che la Chiesa italiana sta vivendo in uno stile di ascolto e il confronto a partire dai “Cantieri di Betania”. Papa Francesco nel suo Messaggio ci ricorda proprio questa dimensione: «nel pieno di un percorso sinodale, vi invito a riflettere sul fatto che proprio attraverso l’esperienza della fragilità e della malattia possiamo imparare a camminare insieme secondo lo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza»”.

Quando incontrò il moribondo per la strada, il Samaritano vide e ne “ebbe compassione”: l’Evangelista usa il verbo greco σπλαγχνίζομαι (splanchnízomai, ‘ho compassione’) con il quale descrive anche la commozione di Gesù verso la vedova di Nain e quella del padre misericordioso quando scorge l’arrivo del figlio prodigo. Il Samaritano si emoziona, profondamente, ha compassione fin nelle sue “viscere” (in greco σπλάγχνον, splánchnon).

Dall’emozione a quella che Papa Francesco definisce, nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Malato, la “cura organizzata”, il percorso della prima settimana di febbraio è dedicato, significativamente in un Policlinico universitario, a saper vedere, saper studiare, sapersi fermare e stare accanto.

Una volta soccorso, il Samaritano dice all’albergatore “Abbi cura di lui”. Perché la compassione riguarda tutti. E camminare insieme alle persone malate e fragili è la missione più grande: “Quando si cammina insieme” scrive ancora Papa Francesco – “è normale che qualcuno si senta male, debba fermarsi per la stanchezza o per qualche incidente di percorso. È lì, in quei momenti, che si vede come stiamo camminando”.

Il Messaggio del Santo Padre Francesco per la XXXI Giornata Mondiale del Malato

Il Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente della CEI per la 45ma Giornata Nazionale per la Vita

Un articolo di

Federica Mancinelli

Federica Mancinelli

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